Chiuso il ponte di Brooklyn di Paolo Mastrolilli

Chiuso il ponte di Brooklyn Chiuso il ponte di Brooklyn Per oltre un'ora: un falso allarme bomba Paolo Mastrolilli NEW YORK La città si è svegliata con il solito allarme. Verso le 5 del mattino, quando i primi pendolari si preparavano al viaggio verso Manhattan per andare a lavorare, la polizia ha chiuso il ponte di Brooklyn. Qualcuno aveva notato un «pacco sospetto», e siccome il giorno prima l'Fbi aveva detto al capo della polizia Ray Kelly che Al Qaeda ha messo nel mirino la Statua della Libertà e il ponte più famoso di New York, l'accesso è stato chiuso alle macchine e aperto agli artificieri. Alle 6,05, quando la fila cominciava a diventare consistente, è arrivato il responso. Per fortuna si trattava solo di un pacco, e quindi il traffico poteva riprendere regolarmente. Si vive così a New York da quando gli allarmi antiterrori¬ smo sono diventati un'abitudine quotidiana. Proprio ieri, del resto, è cominciata la «Fleet Week», la settimana in cui la Marina militare celebra la sua festa. Oltre venti navi da guerra hanno cominciato ad attraccare nei moli della città in vista del Memorial Day che lunedì celebrerà i caduti di tutte le guerre americane. La gente potrà parlare con i marinai e salire sulle navi, e nonostante gli elicotteri dei Marines che sorvolano Manhattan diano un senso di sicurezza, la verità è che i terroristi potrebbero scegliere questo bagno di folla come un'occasione per colpire. Allora le misure di sicurezza sono state accentuate, se era ancora possibile farlo. Sempre ieri, poi, il Dipartimento di Stato ha lanciato un avvertimento a tutti i cittadini americani che vivono nell'area del Golfo Persico, in Medio Oriente e nell' 1 Africa settentrionale dicendo che anche laggiù un attentato potrebbe essere imminente. Il portavoce della Casa Bianca, Ari Fleischer, ha ammesso che gli ultimi allarmi sono scattati «come risultato della controversia avvenuta la settimana scorsa», quando il presidente Bush era stato accusato di non aver reagito in maniera adeguata al rapporto sui possibili dirotta¬ menti fatto dalla Cia a Crawford il 6 agosto dell'anno scorso, e l'Fbi era finita sotto pressione per aver sottovalutato il documento scritto dall'agente di Phoenix Kenneth Williams in cui si denunciava la presenza di mediorientali sospetti che prendevano lezioni di volo negli Stati Uniti. Secondo Fleischer la serie degli allarmi, cominciata con quello del vicepresidente Cheney fino a quello nucleare del capo del Pentagono Rumsfeld, non serve solo a zittire i critici, ma anche a dimostrare ai terroristi che il paese è in allerta. Sul New York Times, però, l'editorialista Tom Friedman ha chiesto all'Amministrazione di smetterla: «Facciamo un patto: noi la piantiamo di criticare il governo per non aver anticipato T11 settembre, e voi non terrorizzate più il paese prevedendo ogni possibile scenario da incubo senza però dare indicazioni precise». In realtà il dibattito politico continua, e dopo le audizioni in Congresso dell'agente Williams, la Casa Bianca ha ceduto alle pressioni rilasciando ai parlamentari una parte del suo rapporto: «Phoenix - dice un paragrafo del documento - crede che l'Fbi dovrebbe fare una lista di tutte le scuole di aviazione civile nel paese. Il quartier generale dovrebbe discutere questi sospetti con altri elementi della comunità di intelligence americana, e chiedere ogni informazione che potrebbe confermarli. L'Fbi dovrebbe ottenere informazioni sui visti delle persone che vengono a frequentare queste scuole, e notificare alle sedi locali quando è previsto il loro arrivo». Se avessero seguito questo consiglio, le autorità avrebbero scoperto Mohammed Atta e i suoi complici, e forse avrebbero potuto evitare gli attentati alle Torri Gemelle e al Pentagono. Proprio per questo il democratico Tom Daschle, leader del Senato, ha chiesto di aprire un'inchiesta indipendente, come dopo l'attacco giapponese a Pcarl Harbor. Daschle è un potenziale candidato alle Presidenziali del 2004, e quindi la politica promette di mescolarsi alla sicurezza per molto tempo. La Casa Bianca ammette: l'emergenza continua degli ultimi giorni è una reazione alle critiche per l'Undici Settembre li NewYorkHmeS: facciamo un patto, noi non attacchiamo più il governo e voi non terrorizzate più il paese

Luoghi citati: Manhattan, Medio Oriente, New York, Phoenix, Stati Uniti