SOGNANDO UNA NOTTE CON BUFFON di Maria Laura Rodotà

SOGNANDO UNA NOTTE CON BUFFON LE ITALIANE E GLI AZZURRI SOGNANDO UNA NOTTE CON BUFFON Maria Laura Rodotà UN paese in cui le donne hanno avuto fantasie sessuali su Craxi, D'Alema, Alberto Lupo ed Emilio Fede (anni fa) dovrebbe salutare con entusiasmo la dilagante predilezione femminile per i calciatori. E' un segno di buona salute; è un segnale di assertività sessuale (nessuna donna normale sogna una comunione di anime con Totti o Cannavaro, si punterebbe serenamente a relazioni più brevi). Ed è un autentico stimolo al patriottismo. Secondo un sondaggio dell'Ipsa (Istituto italiano di studi transdisciplinari), gli azzurri sono per le italiane la nazionale più sexy. Si farà impappinare dai boemi, ma ha i suoi perché. Insomma, i nostri ragazzi sono l'unica categoria di sicuro appeal. Pari grado di Veline e Letterine, con cui spesso si fidanzano, grazie a visibilità e fisicità hanno partita facile sia sui colleghi stranieri, sia sugli altri uomini pubblici italiani. I politici sono ormai mostrificati causa atteggiamenti, comportamenti, estremizzazioni caricaturali dei loro personaggi, e poi non sono granché. Gli intellettuali, non essendo neanche loro granché, hanno un appeal troppo legato al risultato (le esternazioni di Panche Pardi, le grida di dolore di Nanni Moretti, ecc.). Gli imprenditori hanno quasi tutti una certa età. Gli attori di cinema sono ormai figure di nicchia; le celebrità televisive sono spesso giudicate troppo burine. Il calcio è invece, se non transdisciplinare, interclassista. Le donne interessate si contano a milioni. Sui risultati del sondaggio però c'è da discutere. Le fans dei già citati Cannavaro e Tottigol, di Gigi Buffon e financo di Zambrotta (ce ne sono) non si riconosceranno nella classifica. Che mette al primo posto Alessandro Nesta nonostante i capelli unti, e poi Paolo Maldini nonostante lo sguardo vitreo, e Francesco Toldo nonostante l'aria bonacciona. Dai transdisciplinari vista come «malandrina, da Diabolik». Allora la Cuccarini è Eva Kant. Allora il guaio nazionale non sono le italiane calcioflle, che mostrano pragmatismo e gusto; ma, al solito, il linguaggio improbabile degli italiani scriventi che vogliono volare alto. E parlano di «fisico marmoreo», «charme e stile», «bellezza selvaggia». Le italiane, quando parlano di calciatori, volano più basso. E' un segno di buona salute, si diceva.

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