Per Lerner e Ferrara maretta fra gli ebrei romani di Giacomo Galeazzi

Per Lerner e Ferrara maretta fra gli ebrei romani ALLA VIGILIA DEL VOTO PER RINNOVARE I VERTICI DELLA COMUNITÀ' E' POLEMICA FRA LE DUE USTE PIÙ' FORTI Per Lerner e Ferrara maretta fra gli ebrei romani Giacomo Galeazzi ROMA NON partecipo alla campagna elettorale, anche perché, se lo facessi, sarebbe sicuramente contro Gad». Con una battuta Giuliano Ferrara taglia corto sulle polemiche innescate dalla sua presenza ieri sera alla Scuola ebraica di Lungotevere Sanzio, dove Gad Lerner, candidato della sinistra, ha presentato il programma per le imminenti elezioni della comunità ebraica. A meno di due settimane dal voto per nominare i delegati al congresso nazionale, entra nel vivo, dunque, il confronto tra le quattro liste della capitale. La "numero uno", quella centrista "Per Israele" guidata da Riccardo Pacifici e Fiamma Nirenstein, protesta. Vede nella presenza all'incontro del direttore del Foghe e di quello dell'Unità, Furio Colombo, una presa di posizione a favore di "Keillah" la Usta progressista di Lerner e Victor Magiar, collegata a "Yachad" ("Insieme"). Più defilata la "Rimon" ("Melograno"), alternativa ai due "poli". «E' a dir poco singolare che per raccoghere qualche voto in più incalza Riccardo Pacifici - vengano tirate in ballo persone esteme alla comunità. Evidentemente si sente il bisogno di supporti esterni laddove non basta il proprio impegno concreto. Noi comunque ci guarderemo bene dal mettere in difficoltà i nostri interlocutori coinvolgendoli in una campagna elettorale con cui non hanno nulla da spartire». Per la prossima settimana è prevista un'analoga serata di "Per Israele". «Ho soltanto invitato due amici di diverso orientamento politico - spiega Lerner - Ferrara e Colombo non sono venuti per schierarsi ma per rompere gh schemi desueti secondo cui la sinistra ebraica è per forza critica verso Israele. Noi, al contrario, abbiamo come obiettivi il dialogo e la lotta, sul piano culturale e dbila comunicazione, all'unilateralismo filo-palestinese». Un'azione, dunque, mirata a riequilibrare la situazione nell'informazione e che ha al suo attivo significati¬ vi risultati, come l'abbandono della marcia pro-kamikaze di Roma da parte dei sindacati e dell'Ulivo. «La comunità ebraica, però - sottolinea Gad Lerner - non deve chiudersi, non siamo nell'Europa di settanta anni fa ed è pericoloso e sbaghato sentirsi soli contro tutti. Grazie anche alla nostra opera di bilanciamento ormai non si può più dire che la sinistra italiana sia anti-israeliana». La lista Keillah, che significa comunità, ha marciato sotto le bandiere palestinese e d'Israele alla fiaccolata per il Medio Oriente organizzata dal comune di Roma ed ha proposto la città eterna come sede della futura Conferenza di pace secondo il principio "Due popoli, due stati". «Anche noi difendiamo la sicurezza di Israele sostiene Lerner - se sarò eletto non intendo assumere incarichi direttivi nella comunità ebraica e mi metterò a disposizione come comunicatore. Qualunque sia il risultato delle elezioni del 2 giugno è fondamentale mantenere l'unità sotto la guida di Amos Luzzatto». Giuliano Ferrara ha ricordato il contributo offerto dalT'Israele day" al riequilibrio nell'opinione pubblica della percezione del conflitto mediorientale e ha rivendicato l'importanza di affrontare liberamente i temi di geopohtica al riparo da pregiudizi e stereotipi. «Per quanto riguarda la presa di distanza all'ultimo istante del centrosinistra dai cortei in cui si inneggia al terrorismo suicida - osserva il direttore del Foghe - sarebbe meglio non andarci fin dall'inizio piuttosto che rendersi conto a manifestazione iniziata di quali siano contenuti e toni della marcia».