Il grande vuoto nella gerarchia della Chiesa di Giacomo Galeazzi

Il grande vuoto nella gerarchia della Chiesa UNA DELICATA FASE DI TRANSIZIONE ANCHE PER IMPORTANTI EPISCOPATI IN TUTTO IL MONDO Il grande vuoto nella gerarchia della Chiesa I responsabili di molti dicasteri chiave sono da tempo dimissionari per limiti di età analisi Giacomo Galeazzi CinA DEL VATICANO DIMISSIONI «congelate»peri vertici della Chiesa universale. Le voci di un ritiro anzitempo del Papa si rincorrono in una Curia in larga parte «over 75». L'ipotizzato abbandono del Pontefice cadrebbe in un momento molto particolare per il Vaticano, ossia in una lunga transizione in cui molti capi dei dicasteri sono dimissionari per raggiunti limiti di età. Né sembra ipotizzabile, date le condizioni di salute di Karol Wojtyla, un'ingente ondata di nomine. «I prefetti e gli altri superiori in scadenza- spiegano oltreteyere- vengono mantenuti perché in questa fase non è pensabile un radicale rinnovamento. La situazione è come sospesa e si rinviano gli avvicendamenti nei posti-chiave». L'allarme per le condizioni di Karol Wojtyla arriva in un momento senza precedenti, caratterizzato da mancati cambi della guardia e da nomine continuamente spostate in avanti. «Una parte rilevante delle attuali gerarchie- si osserva nelle Sacre Stanze- sono mantenute in servizio per non innescare un effetto-domino nel ricambio generazionale. In questo modo viene assicurato il governo ordinario della Chiesa, senza gli sconvolgimenti che verrebbero provocati dalla sostituzione di quanti hanno presentato la lettera di dimissioni». Nonostante il nuovo Codice di diritto canonico preveda che a 75 anni si debbano lasciare gli incarichi ecclesiastici, non è ancora avvenuto il collocamento a riposo di importanti ministri vaticani e titolari di diocesi. Nel Sacro Collegio la lista degli «over 75» dà l'idea di come sia complessa e anomala la situazione attuale. Tra i porporati dimissionari di Curia ci sono il responsabile dell'ex Sant'Uffizio e decano dei cardinali, Ratzinger, il governatore della Città del Vaticano, Szoka, il presidente dell'Apsa, (l'amministrazione del patrimonio della sede apostohea), Cacciavillan, il Camerlengo di Santa Romana Chiesa e prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata Somalo, il ministro per il Culto divino e i sacramenti Medina Estévez, l'archivista e bibliotecario della Santa Sede, Mejia. Ma il «grande vuoto» non riguarda solo il governo centrale. Il mancato ingresso delle nuove leve nei ruoli cruciali della Chiesa è un fenomeno planetario. Il mandato, infatti, è scaduto o è in scadenza entro breve pure a numerosi cardinali che sono alla testa delle principali arcidiocesi. Hanno già presentato la lettera di dimissioni i porporati di Barcellona, Cordo, di Parigi, Lustiger, di Budapest, Paskai, di Dublino, Connell, di Cracovia, Macharski, di Glasgow, Winning; i latino-americani Araujo, Falcao, Lorscheider, Rivera Suarez; gli africani dos Santos e Wamala; gli asiatici Kuohsi, Taofinu'u e Wu, il siro-malabarese Vithayathil. Tra pochi mesi, inoltre, scatterà l'ora della pensione anche per il vice-papa, ovvero il Segretario di Stato, Angelo Sodano. Una fetta significativa del Collegio Cardinalizio, dunque, attende che vengano accolte le proprie dimissioni. In attesa dei sempre procrastinati avvicendamenti nei più influenti dicasteri sono il presule Piero Marini, cerimoniere papale, candidato a sostituire il porporato cileno Medina come prefetto della Congregazione per il culto divino; Christoph Schonbom, arcivescovo di Vienna in «pole position» per succedere a Ratzinger al vertice dell'ex Sant'Uffizio; Gianfranco Girotti probabile Penitenziere Maggiore al posto del cardi¬ nale americano Wakafield Baum dopo un breve «interregno» del già 76enne Luigi De Magistris. Il rinnovamento è atteso non solo in Curia ma anche negli episcopati nazionali. Nel Continente nero, per esempio, il cardinale Polycarp Pengo di Dar-es-Salaam riceverà un gravoso testimone dalle mani del «vecchio leone» d'Uganda Emmanuel Wamala; quello di interprete della voglia di cambiamento della Chiesa africana. Nelle relazioni vaticane con l'Islam e con gli anglicani, saranno sempre più determinanti, rispettivamente, il sottosegretario al Dialogo interreligioso Felix Anthony Machado e U porporato di Westminster Cormac Murphy O'Connor. Tra gli italiani «in rampa di lancio», oltre al viceministro agli Affari sociali Giampaolo Crepaldi e al delegato per le que- stioni giuridiche Attilio Nicora, c'è l'arcivescovo Claudio Gugerotti, nuovo nunzio apostolico in Georgia, Armenia e Azerbaidjan. Intanto in Segreteria di Stato, la «stanza dei bottoni» della Santa Sede, cresce il gradimento per l'indiano Ivan Dias e lo statunitense Francis George. Fuori dalla nonna è pure la situazione neUe principali sedi cardinalizie italiane. Venezia, che nel Novecento ha dato alla Chiesa universale tre papi, è retta da im patriarca. Angelo Scola, Firenze da un arcivescovo, Ennnio Antcnelli, ex segretario generale della Cei. Nessuno dei due ha ancora ricevuto la porpora. A Milano il cardinale Martini sta per essere collocato a riposo. Dato che non è stato convocato alcun concistoro per la creazione di nuovi cardinali, ciò significa che tre delle principali realtà ecclesiali italiane, qualora Giovanni Paolo II decidesse a breve di dimetiersi, non sarebbero rappresentate in conclave. II cardinale Martini sta per lasciare la diocesi di Milano dopo aver compiuto 75 anni