NON E' UN VOTO EMOTIVO di Aldo Rizzo
NON E' UN VOTO EMOTIVO NON E' UN VOTO EMOTIVO Aldo Rizzo DOPO l'assassinio di Pim Fortuyn, il 6 maggio, a nove giorni idal voto popolare, era caduto sull'Olanda quello che si usa definire un silenzio assordante. Tale era stato lo shock per un evento che non accadeva in quelle terre da quattro secoli che la campagna elettorale era praticamente cessata. Eppure una risposta ci sarebbe stata e sotto gli occhi dell'Europa intera. Perché il risultato elettorale, a quel punto, diventava un test non solo olandese, ma europeo. Ebbene, le elezioni non sono state una raccolta di firme nel libro delle condo¬ glianze, come alcuni temevano, cioè una risposta puramente emotiva a un brutale e sconcertante atto di violenza, ma una replica ragionata e a suo modo matura. La lista di Fortuyn entra in Parlamento con un ruolo decisivo, ma nel quadro di un riassestamento dei rapporti di forza che avvantaggia il centrodestra prima che l'estrema destra, e cioè i democristiani, dopo gli otto anni di governo del laborista Kok. Del resto, è arduo definire di estrema destra il repentino successo (prima della tragedia) del sociologo «populista». Se perfino per Le Pen, in Francia, era limitativo porre la questione in questi termini (benché ce ne fossero vari motivi, di tipo storico-ideologico), EFFETTO PIM, SIGli elettori fuggoXenofobia, la sinBattista e Camullo A DROME EUROPEA o dai grandi partiti ra fa autocritica LE PAGINE 6 E 7 visto che avevano votato per lui non pochi «proletari» 0 addirittura immigrati, per Fortuyn era praticamente impossibile. A parte le sue caratteristiche personali (un intellettuale raffinato e dichiaratamente gay), la sua posizione politica era un miscuglio di destra e di sinistra, e di centro: infatti non era razzista, ma critico dèlia cultura islamica, per certi suoi aspetti «arretrati», come sui diritti delle donne e appunto degli omosessuali, e soprattutto per questo ne temeva il «contagio» in una società tollerante e ultraliberale come quella olandese. E aveva lanciato i temi dell'ordine pubblico, ma an che della sanità, del sistema scolastico, della vivibilità urbana. In questo modo, aveva dato voce a sentimenti diffusi e lungamente inespressi, perché trascurati dall' «establishment» tradizionale, in una società comunque più che benestante, in termini strettamente economici. Naturalmente esagerava e in certi casi sbagliava, ma poneva un problema che vale anche fuori dall'Olanda, in Europa, il problema dell'insicurezza. Sbagliava anche perché poneva il problema nell'ambito nazionale e non in quello, appunto, europeo, dove soltanto può (potrebbe) risolversi. Il voto di ieri, sostanzialmente moderato, nelle circostanze date, dovrebbe rappresentare in questo senso una correzione di rotta. EFFETTO PIM, SINDROME EUROPEA Gli elettori fuggono dai grandi partiti Xenofobia, la sinistra fa autocritica Battista e Camullo ALLE PAGINE 6 E 7
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