L'omertà di quartiere nasconde tre assassini

L'omertà di quartiere nasconde tre assassini PALERMO, OMICIDIO IN UN MERCATO POPOLARE PER DIFENDERE L'ONORE DI UNA RAGAZZA L'omertà di quartiere nasconde tre assassini Due ragazzi sono stati massacrati a coltellate ma nessuno ha il coraggio di denunciare i killer Litio Abbate PALERMO Il silenzio di decine di commercianti e abitanti della zòna di Borgo Vecchio, il mercato popolare di Palermo, protegge dal 23 apnleitre persone accusate di duplice omicidio. Sono state individuate dalla polizia, ma nessun testimone vuole accusare. Tutti sanno il nome degli autori della brutale uccisione di due giovani, uccisi perché uno di loro aveva insidiato una ragazza. Nessuno vuole fare «ufficialmente» i nomi alla polizia, nessuno vuole scalfire il muro di omertà che persiste in questa zona del centro storico di Palermo, dove le bancarelle del mercato restano aperte 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno. Così i tre autori del delitto restano liberi. Gli investigatori hanno individuato i.presunti autori, che sono stati iscritti nel registro degli indagati, grazie ai «confidenti» e alle soffiate dei commercianti che hanno descritto la scena dell'agguato, senza però far mettere a verbale le dichiarazioni. L'omertà e l'uccisione dei due giovani massacrati a coltellate in pieno giorno, per difendere l'onore di una ragazza, fa rimbalzare la città in un antico duello rusticano. L'uccisione di Vincenzo Chiovaro, 37 anni, sposato e padre di cinque figli, e Antonino Lupo, 35 anni, suo complice in scorribande aiminali, sarebbe maturato nel tentativo di ((lavare l'onta» di una diciannovenne del Borgo Vecchio. Una storia d'altri tempi. La polizia ha indicato ai pm, basandosi sempre su fonti confidenziali (e su queste basi la procura non può chiedere l'arresto), i nomi dei presunti assassini: sono il padre della ragazza, che non è fidanzata e lavora come commessa, e i suoi due fratelli. Qualche mese fa Chiovaro, un bel ragazzo col fisico da atleta, avrebbe conosciuto la giovane. L'uomo avrebbe incontrato più volte la ragazza e gli appuntamenti sarebbero avvenuti anche nel Borgo vecchio: tutti, quindi, avrebbero visto l'uomo sposato con la jiovane. Secondo gli investigatori però a ragazza non voleva andare al di là dell'amicizia, mentre Chiovaro avrebbe spinto le proprie avances fino al tentativo di violenza. La giovane ha raccontato la storia al padre, che avrebbe deciso di convocare il pretendente della figlia al Borgo vecchio. Dalle indiscrezioni non è ancora emerso il ruolo di Lupo nella vicenda: il giovane potrebbe essere rimasto vittima del regolamento di conti solo per caso. I due uomini, che abitavano entrambi nel quartiere Brancaccio, il 23 aprile sono andati alle 13 all'appuntamento in corso Scinà, vicino alla piazza che segna il cuore del mercato popolare del Borgo. Chiovaro e Lupo, con precedenti penali ed un ricco curriculum criminale, non si sarebbero sentiti in pericolo. Il «chiarimento» invece dopo le prime battute si è trasformato in un massacro: padre e figli con armi da taglio avrebbero colpito decine di volte i due uomini. Gli investigatori stanno ancora cercando di capire quali armi hanno usato gli assassini: un coltello, o un rudimentale ((pugno di ferro» realizzato con alcune lame. Gli investigatori della squadra mobile, hanno messo sotto assedio l'intero Borgo Vecchio, scoprendo che il genitore della ragazza, che dal giorno del massacro non era più tornato a casa, è stato trovato su un lettino del reparto di Psichiatria dell'ospedale Cervello. Gli investigatori sarebbero stati avvisati dal tam tam sotterraneo partito dal Borgo vecchio. Il papà che voleva lavare l'onta è un imbianchino di 47 anni, incensuralo e ha sostenuto di essere ricoverato perché soffre di turbe psichiche. L'uomo presenta graffi e tagli sul corpo e sulle braccia e dice di esserseli procurati in momenti di depressione. Secondo gli inquirenti le ferite sarebbero state provocate da piccole lame ed hanno escluso che potrebbero essere il risultato dello scontro con Chiovaro e Lupo. Il rapporto della Mobile è in mano ai magistrati: gli indizi sono tanti ma le prove non sono certe.

Persone citate: Antonino Lupo, Chiovaro, Vincenzo Chiovaro

Luoghi citati: Borgo Vecchio, Palermo