Genova, la sfida per il Comune avvelenata dal ricordo del G8

Genova, la sfida per il Comune avvelenata dal ricordo del G8 DUE CANDIDATI POLISTI CONTRO PERICU, IL DIESSINO USCENTE Genova, la sfida per il Comune avvelenata dal ricordo del G8 Forza Italia ha fatto di una foto degli incidenti l'immagine simbolo della campagna «Volete trasformarci nella città no global». La replica: «Propaganda delinquenziale» reportage Gigi Padovani inviato a GENOVA IN piazza Alimonda il taxista Lino Scalerà rallenta di fronte alla cancellata della chiesa dove campeggia lo striscione un po' scolorito con la scritta «Carlo vive». Più in là, graffito con la bomboletta, l'urlo «sbirri infami». E ancora tante foto rigate dalla pioggia, poesie, fiori freschi. «Me lo ricordo quando girava con il suo cane alla Foce», racconta l'autista. Accelera per infilarsi nel traffico di Genova e aggiunge : «Povera ragazzo, ho rispetto per la tragedia della famiglia, ma suo padre poteva evitare di mettersi in lista per le elezioni. Non andrò a votare, stavolta: il vecchio sindaco non mi piace, ma neppure gli altri. Anche Berlusconi, non so se stavolta ha scelto bene...... Dieci mesi dopo, l'ombra del GB continua a condizionare la vigilia elettorale della più grande città che il 26-27 maggio andrà a votare ad un test da undici milioni di voti. Perché nelle liste della sinistrapZurieHe, ma unita, che sostiene il sindaco uscente Giuseppe Pericu - dai diesse a Rifondazione e Di Pietra - ci sono importanti esponenti del Genoa Social Forum, dal portavoce Massimiliano Morettmi (presidente Arci, nei Ds) all'avvocato Laura Tartarini (Prc) a Giuliano Giuliani, padre del giovane ucciso durante gli scontri intomo alla Land Rover dell'Arma. E perché Forza Italia ha subito risposto con un volantino in cui compare la foto di un furgone dei carabinieri jreso a sprangate dai manifestanti e o slogan: «Non riconsegnare Genova a questa gente». Così la sfida un po' sonnacchiosa tra i tre candidati con più possibilità di sedersi sulla poltrona di Palazzo Tursi, la bella sede cinquecentesca del Comune sull'antica «Via Aurea», rischia di incattivirsi proprio su quei giorni che portarono Genova alla ribalta del mondo. Contro Pericu, sindaco 64enne uscente che si trovò a gestire quell'emergenza e che viene dato favorito (potrebbe evitare il ballottaggio ed essere eletto al primo turno) la Casa delle libertà scende in campo divisa, con due candidati, entrambi intomo ai settant'anni: Rinaldo Magnani, physique alla Jean Gabin, voce roca, un ex socialista protagonista della vita politica genovese per trent'anni, e il dottor Sergio Castellaneta, il medico-tribuno che arringa i telespettatori ogni martedì sera da Telegenova e che con la sua lista civica per poco nel '97 non portò via il municipio ai «rossi». Il primo, voluto dal ministro Scajola anche contro il presidente polista della Regione Biasotti, ha il sostegno di Forza Italia, An e Udc. Il secondo, di «Liguria Nuova» (la sua formazione autonomista) e della Lega. Obiettivo dichiarato di entrambi: riuscire ad arrivare al ballottaggio con Pericu. A meno di venti giorni dal voto la campagna elettorale non è affatto decollata. Anche Castellaneta forse ha perso un po' dello smalto tribunesco e così, mentre dal suo camper va in onda la canzone popolare «Piccon daghe cianin», l'inno del movimento - «Piccone colpisci piano», nata contro le demolizioni del centro storico degli Anni 50 a PiCcapietra - e il . cane Camilla porta a spasso i «santini» sul collare, sono poche le massaie che si fermano con il candidato, al mercato di Marassi. «Mi hanno tolto la tv, con la par condicio», lamenta lui, sguardo alla Dean Martin dai capelli argentati: «Ho scritto a Gasparri e Berlusconi, non mi lasciano parlare ai genovesi». Anche Castellaneta torna sul G8: «Spero che i miei concittadini borghesi si accorgano che Pericu ha fatto l'accordo subito con Prc, che lo ricatterà, e vuole trasformare Genova nella capitale dei "no global"». Sicurezza, marciapiedi sporchi, raccolta rifiuti sono i suoi cavalli di battaglia. Magnani gira invece i circoli-bene, come la Motonautica di Boccadasse, stringe mani e partecipa a cocktail con fave e acciughe. Ha l'appoggio di parte dell'imprenditoria, e a Berlusconi - che gli rimprovera il sovrappeso, avrebbe preferito un candidato più giovane - promet¬ te: «Non sono un candidato di bandiera, l'agnello sacrificale della Casa delle libertà. Se combatto, combatto per vincere». Del volantino di Forza Italia dice, tra un battuta e l'altra da self-made-man che da giovane «care¬ nante» (dipingeva le navi) è airivato ad avere tutte le cariche più importanti con il Psi, compresa la guida dell'ente porto: «Quel manifestino non l'ho fatto io, ma mi sembra ima buona idea». Di Pericu: «Sul GB mente, quando dice che la colpa degli scontri è tutta di Scajola e Berlusconi». Poi la frecciata: «Quando Pericu era avvocato della Regione e io il presidente, lasciava sempre a me la scelta nei suoi rapporti di consulenza, non prendeva mai una decisione». Insomma, una sfida tra ex socialisti, come in Provincia combattono due ex democristiani - il popolare Alessandra Repetto per l'Ulivo e il forzista Roberto Bagnasco per tutta la Cdl, mentre corre da solo, senza Lega, l'tmutsider» di Liguria Nuova, Marco Fallabrini - anche se Pericu, nello splendido ufficio da sindaco con il soffitto a cassettone nega: «Mai stato iscritto al Psi né frequentato Craxi, sono un socialista liberale fin da giovane...». Oggi Pericu sta nei Ds, Fassino l'ha convinto a presentarsi invece di tornare al suo avviato studio professionale di avvocato amministrativista a Milano. Sul volantino azzuiro il sindaco però va oltre il proverbiale low profile da gentleman sardo: «Propaganda delinquenziale, squalifica chi la fa». E aggiunge: «Ho la stessa maggioranza che aveva Prodi e che ha Veltroni in Campidoglio. Questa coalizione è la dimostrazione che la sinistra può stare unita e lavorare insieme: il programma è concordato. Puntiamo sulla qualità delle vita, sulle periferie, su un rilancio di Genova che è già incominciato. I disoccupati erano l'I! per cento nel '97, ora sono al sette. E' una città complessa, non si governa con gli slogan». Si vedrà se la gente li ricorderà.

Luoghi citati: Genova, Liguria, Milano