Tutto pronto per il nuovo Unicredìt

Tutto pronto per il nuovo Unicredìt VIA UBERA ALLA STRUTTURA DIVISA IN TRE ATTIVITÀ. II. GRUPPO PUNTA ANCORA VERSO EST Tutto pronto per il nuovo Unicredìt Profumo e Salvatori guidano il progetto S3 Flavia Podestà inviata a GENOVA Scende Francesco Cesarmi, con un caldo applauso promosso e guidato da Achille Maramotti, patron della Max Mara, che lo ringrazia a nome di tutti gli azionisti; sale Carlo Salvatori. Non meraviglia, perché il tum over alla presidenza dell'UniCredito Italiano, da qualche anno ha ima certa velocità, nonostante questo non soddisfi gli azionisti. Salvatori, appena eletto presidente, esprime la sua soddisfazione per l'aggregazione «a Profumo e alla sua squadra che è di prim'ordine» e scommette sulla capacità di Unicredit «che è già leader per qualità e redditività», di perpetuare e di incrementare nel tempo questa sua supremazia. L'uomo forte del gruppo bancario, che ha il quartiere generale a Milano in Piazza Cordusio e la sede legale a Genova, resta comunque Alessandro Profumo, cui sono state confermate le deleghe dopo il rimpasto del consiglio di amministrazione (i cui membri sono saliti da 18 a 20) cui sono usciti Cesarmi, Carlo Delaini, Leonardo Del Vecchio, Candido Pois, Franzo Grande Stevens, Maurizio Lotti, Luca Remmert, e in cui sono entrati Salvatori, Carlo Pesenti, Ambrogio Dalla Rovere, Giovanni Desiderio, Guidalberto di Canossa, Gianfranco Negri Clementi, Vincenzo Calandra Buonaura, Piero Gnudi. E con piglio deciso Profumo fa sapere che l'istituto per qualche tempo lavorerà a testa bassa alla realizzazione del progetto S3 - deliberato ieri dai soci in assemblea straordinaria, con l'approvazione della fusione per incorporazione in UniCredito Itahano di Crt, Cariverona, Cassamarca, Caritro, Caritrieste, Rolo Banca, Credit, Carimonte - con cui il gruppo perfeziona «il passaggio dal modello federale geografico a un modello federale oi'ganizzato per clientela», suddivisa in corporate private retail. Con l'operazione - che sotto il profilo del capitale produrrà una diluizione del 1807o, ma consentirà di spuntare sinergie di costo e di ricavo per complessivi 720 milioni di euro - il gruppo, secondo l'amministratore delegato, «avrà ora la possibilità di crescere per via estema sia a livello di holding che delle banche controllate». Nel breve, però, Profumo esclude che ci siano alle viste acquisizioni o alleanze sull'estero simili a quelle studiate ma poi abbandonate con Commerz Bank. Nello stesso modo non esiste più un dossier IntesaBci (dove ieri è approdato Corrado Passera). Unicredit, insomma, per ora prosegue da sola: e, fuori dai confini nazionali, completa solo il suo già ricco posizionamento nei paesi dell'Est europeo, accendendo i riflettori sulla Slovenia (dove dovrebbe essere privatizzata una banca a Maribor) e nella Repub¬ blica Ceca; e in Turchia, dove sembra ormai in dirittura d'arrivo lajoint venture con la famiglia Koc. In sede straordinaria i soci hanno deliberato la delega al consiglio per aumentare entro l'anno il capitale per massimi 35 milioni di azioni al servizio di un nuovo piano di stocfc option e la destinazione di 10 milioni di euro di utili a scopi sociali, la cui erogazione verrà affidata ad una apposita Fondazione. Sulla falsa riga di quanto è tipico di tante società americane e degli orientamenti che vanno maturando a Bruxelles, dunque, UniCredito Italiano si propone ufficialmente di perseguire anche finalità etiche, accanto alla missione tradizionale di massimizzare la creazione di valore per gli azionisti. «La nostra identità non è fatta solo di profitti, ma anche di un insieme di valori», tiene a sottolineare Profumo; e, di rincalzo, Cesarmi - prima di scendere dalla plancia di comando sottolinea come sia corretto per una banca «avere responsabilità anche verso la realtà sociale in cui è inserita». Il bilancio, che insieme al rinnovo del consigho è il piatto forte dell'assemblea ordinaria, passa senza particolari eccezioni grazie al fatto che, UniCredito Itahano ha chiuso, con il 2001, un altro anno record. L'esercizio salda, infatti, con tutti gli indicatori in crescita, a partire dall'utile netto di gruppo pari a 1454 mihoni di euro (H-4,207o). I soci approvano tutto. Approvano anche la distribuzione di un dividendo unitario di 0,141 euro alle ordinarie e di 0,156 euro alle risparmio in pagamento dal 23 maggio. Gli amministratori, inoltre, vedono rosa anche per l'anno in corso e scommettono su una crescita della redditività tale da consentire, sul risultato del 2002 una maggiorazione del dividendo del 5-607o, nell'ipotesi di conferma della politica di payout adottata nel 2001. In margine all'assemblea Pietro Modiano - amministratore delegato di Unicredito Banca Mobiliare - si candida «ad avere un molo nella organizzazione della Ipo, se la Ferrari dovesse essere avviata a quotazione». L'ad di Unicredit, Profumo

Luoghi citati: Bruxelles, Canossa, Genova, Milano, Rolo, Slovenia, Turchia