Un giallo quel volo mortale I moschettoni erano intatti

Un giallo quel volo mortale I moschettoni erano intatti JUMPING DAL PONTE DI TERNI DOVE SONO PRECIPITATI I DUE RAGAZZI Un giallo quel volo mortale I moschettoni erano intatti Secondo le immagini del video si sarebbe rotto il tratto che unisce la corda rigida e la fune elastica. Si aspettano le conclusioni dei periti, soltanto allora partiranno gli avvisi di garanzia. Qualcuno potrebbe essere intervenuto sulle attrezzature Elisabetta Masso ROMA Si infittisce il mistero sulle cause della morte di Tiziana Accorrà e Alberto Galletti, i due fidanzati schiantatisi dopo un lancio dì «bungee jumping» dal ponte Canale che unisce Arrone con Pelino, in provincia di Terni: un volo di 70 metri. S'indaga per capire come sia stata possibile la tragedia: dai primi rilievi si è accertato che i moschettoni, ai quali erano legati i due giovani, sono stati trovati intatti. Si sta valutando il video che ha ripreso le fasi del drammatico lancio. Sono due le ipotesi: i moschettoni sequestrati non sono gh stessi della tragedia (qualcuno potrebbe averli sostituiti dopo il tragico lancio) oppure non sono stati chiusi in modo corretto. Il magistrato, Cesare Martellino e il sostituto procuratore Barbara Mazzullo, hanno affidato ai periti l'incarico di fare chiarezza su quei ganci ai quali i due giovani erano assicurati. Due esperti, professori dell'Università di Roma, dovranno verificare il «comportamento» di queste sicurezze in fase di trazione con un carico adeguato al peso della corda e dei due corpi. Le indagini hanno appunto permesso di accertare che i moschettoni non avevano subito danneggiamenti, sia quelli che legano le corde elastiche alla piattaforma di lancio, sia quelli che uniscono la parte rigida della corda a quella elastica, sia, infine, quelli che legavano l'imbracatura dei due giovani. L'avvocato Alberto Orsini, legale del gestore dell'impianto insiste nel sostenere che «a chi li ha visti, i moschettoni apparivano come piegati». Il tenente Marco Rovaldi e il maggiore Roberto Spirito del comando provinciale di Temi, ieri, hanno interrogato fino a tarda sera i quattro istruttori, presenti al mo¬ mento della disgrazia. Oggi saranno esaminati i materiali sequestrati. Gh inquirenti avranno l'appoggio di esperti di sport estremi (in arrivo da Milano) e dei colleghi della Scientifica di Roma. I periti e gli esperti dovranno dare una spiegazione al tragico incidente nel quale sono morti il caporalmaggiore Alberto Gahetti e la sua fidanzata Tiziana Accorrà. Soltanto allora potrebbero partire gh avvisi di garanzia. Potrebbero essere tre o quattro le persone interessate. L'eventuale ipotesi di reato è omicidio colposo plurimo. «È certo che la frattura - sostiene il procuratore Cesare Martellino - è avvenuta tra la corda rigida legata alla piattaforma e l'elastica alla quale erano stati legati con imbragature i due giovani». Il video darebbe questa prima certezza. Sarà comunque necessario attendere la conclusione delle perizie anche perché le attrezzature dovranno essere visionate con apparecchiature speciali. Intanto è stato disposto il sequestro delle cassette audio-video dell'intervista resa dal gestore dell'impianto Lorenzo Illuminati. L'uomo aveva sostenuto che i due moschettoni, per un difetto, si erano aperti e richiusi. Ma la cosa per alcuni esperti sarebbe impossibile. Non si esclude invece, che la procura verifichi se subito dopo l'incidente qualche persona abbia potuto effettuare interventi sulle attrezzature del jumping, prima del sequestro dell'impianto di Marmore. «Sono profondamente sdegnato per le voci e le illazioni che si stanno facendo sulla vicenda». Questo il commento di Lorenzo Illuminati, gestore dell'impianto di bungee jumping. «Credo - aggiunge - dì avere sempre operato per il meglio e mi sento, malgrado il dolore, sereno. I magistrati sapranno certo fare piena luce sulla vicenda». Anche h suo difensore, l'avvocato Alberto Orsini, ha smentito in maniera decisa «ogni ipotesi di manipolazione delle attrezzature dell' impianto dopo l'incidente». Temi è sotto choc per questa tragedia. «Una società crudele indirizza igiovani verso attrazioni fata¬ li come quella del jumping, perché non sa offrire le emozioni vere della vita», dice monsignor Vincenzo Paglia, vescovo di Ternì-NamiAmelia, già guida spirituale della Comunità di Sant'Egidio, che ieri era a Nami in occasione della ricorrenza del patrono San Giovenale e ha dedicato l'omelia alla tragedia dì Arrone. Monsignor Pagha, in conclusione, ha condannato «ima società incapace di far apprezzare le vere emozioni come il sorriso sul volto deUe persone che ci sono accanto..Quei due giovani, con la loro tragedia, ci dicono che non basta essere giovani e fidanzati per essere davvero felici. La felicità non sta nel far crescere i propri affari e le proprie emozioni». || " si Tiziana Accorrà e Alberto Galletti Il ponte dove sono morti i due ragazzi

Luoghi citati: Arrone, Milano, Roma, Sant'egidio