DEMOCRAZIA, UNAFORZA PER L'EUROPA di Aldo Baquis
DEMOCRAZIA, UNAFORZA PER L'EUROPA L'ALLARGAMENTO DELLA UE DEMOCRAZIA, UNAFORZA PER L'EUROPA Lorenzo Bini Smaghi L» ALLARGAMENTO dell'Unione è un tema che dovrà essere affrontato presto dalla Convenzione europea, e che finora è stato ignorato. Fin qui, le modalità, le condizioni, la sequenza dei successivi allargamenti a nuovi paesi, sono state detenninate dalle esperienze precedenti, sviluppate in una fase in cui l'Unione aveva una connotazione soprattutto doganale. Esperienze non più adeguate a un'Unione che è diventata ora, soprattutto, politica. La procedura attuale prevede cinque tappe: 1. Un paese fa domanda di adesione all'Unione. 2. La Commissione esprime un'opinione sull'ammissibilità del paese ad essere candidato, in base a una valutazione sulla sua "capacità di avere vocazione europea", di soddisfare le condizioni di democrazia e di reggere la concorrenza sul mercato interno (i «criteri di Copenaghen»). 3. Il Consiglio Europeo decide sulla proposta della Commissione. 4. La Commissione negozia con il paese il trattato di adesione, in particolare i trasferimenti di bilancio. 5. Il trattato di adesione viene ratificato dai paesi membri. Secondo questa prassi, i Parlamenti nazionali vengono coinvolti solo alla fine, con il potere residuo di ratificare o no il trattato di adesione. In teoria, i Parlamenti potrebbero essere coinvolti prima, ad esempio quando il Consiglio Europeo decide sull'ammissibilità del paese ad essere candidato. Questo però non avviene. Il Parlamento italiano non ha mai discusso, né preventivamente né successivamente, le conclusioni del Consiglio Europeo di Helsinki del dicembre 1999, nel quale venne decisa la lista dei paesi candidati, estendendola alla Turchia. Nell'Unione attuale, in cui le competenze vanno espandendosi e in cui si decide sempre più a maggioranza, la scelta dei propri partner diventa fondamentale. Decidere a maggioranza significa infatti accordare ad altri paesi il potere su questioni es- senziali della nostra vita quotidiana. E implica la possibilità che queste decisioni vengano prese contro la propria volontà, nel caso in cui si viene messi in minoranza da chi rappresenta cittadini di altri paesi. La configurazione dell'Europa del futuro non dipende solo dalle competenze che le verranno attribuite - tema sul quale il dibattito è ormai lanciato - ma anche dalla scelta dei partner con i quali vogliamo esercitare, in comune, queste competenze. I due aspetti sono peraltro strettamente legati. Si può voler condividere la sovranità su tutta una serie di politiche, dalla moneta alla difesa o alla giustizia, con alcuni paesi ma non con altri. Questo non dipende da criteri oggettivi, ma dal sentire dei cittadini di questi paesi di far parte di un'entità pohtica comune. Ai cittadini dell'Unione dovrebbe dunque essere posta espUcitamente la domanda: ((Accettate voi di dare il potere di decidere su questioni fondamentali della vostra vita quotidiana anche ai cittadini di altri paesi, in particolare ai tedeschi, ai francesi, agli spagnoli?... ai cittadini polacchi, agU ungheresi... ai turchi?». Se l'Unione europea vuole diventare unione pohtica, il processo di allargamento dovrebbe essere pienamente democratico, da subito. A decidere se l'Europa debba andare dall'Atlantico agli Urali, come diceva De Gaulle, o fermarsi ai Carpazi, o al fiume Oder - come è attualmente il caso - non dovrebbero essere né gli storici, né i funzionari, né gh intellettuali; dovrebbe spettare ai cittadini stessi dell'Unione. La Convenzione dovrebbe ridare loro questo potere. L'elitarismo è un rischio e le elezioni francesi sono lì a ricordarcelo. ARAFAT PROCESSA I KILLER DI ZEEVI Sharon non è soddisfatto «Dovete consegnarli a noi» Aldo Baquis A PAGINA 11
Persone citate: Arafat, De Gaulle, Lorenzo Bini Smaghi, Zeevi Sharon
Luoghi citati: Copenaghen, Europa, Helsinki, Turchia
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