L'Spd: solo una sconfìtta regionale di Francesca Sforza

L'Spd: solo una sconfìtta regionale DOPO IL CROLLO ELETTORALE IN SASSONIA-ANHALT ULTIMO APPUNTAMENTO PRIMA DEL VOTO NAZIONALE L'Spd: solo una sconfìtta regionale Ma l'effetto Jospin moltiplica i guai interni Francesca Sforza corrispondente da BERLINO La Germania socialdemocratica si è data appuntamento domani sera davanti all'Università Humboldt di Berlino per manifestare contro l'ascesa della destra di Jean Marie Le Pen in Francia e per contrastare, sul fronte intemo, la disfatta del partito di governo nello stato della Sassonia-Anhalt, dove si è svolto l'ultimo grande appuntamento elettorale prima delle elezioni federali di settembre. Anche se non esiste alcun collegamento diretto tra le dimissioni del premier francese Lionel Jospin e quelle del ministro socialdemocratico della Sassonia-Anhalt Reinhard Hòppner - che ha visto il suo partito sprofondare ali 9,9 per cento, contro il 37,4 per cento degli avversari cristiano democratici - il canceUiere Gerhard Schroeder ha incassato ieri un doppio colpo durissimo: prima all'interno, quando si è visto ritirare la fiducia dagli abitanti del Land più povero e in crisi del proprio paese, poi all'esterno, quando ha ricevuto la notizia dell'addio alla pohtica di Lionel Jospin, l'alleato socialista con cui si era augurato, nel vertice franco-tedesco del 12 aprile scorso a Friburgo, "«di gettare le basi per'una nuova Europa». In un'intervista rilasciata ieri sera da tv5 schroeder ha- dichiarato f che «bisogna stringersi intorno alla Francia per fronteggiare l'avanzata della destra». Si minimizza, in casa Spd sui risultati elettorali in Sassonia^ Anhalt: il cancelliere ha preferito non presentarsi alla conferenza stampa, e ai giornalisti che ne hanno chiesto la ragione, il segretario generale del partito Franz Muentefering, che lo ha sostituito, ha risposto non senza imbarazzo: «Anch'io posso parlare». Muentefering ha descritto la sconfitta in Sassonia-Anhalt come «un secchio d'acqua gelata sulla faccia, che fa paura; però sveglia»/ ma ha dovuto riconoscere di non riuscire a ricordare «almeno così, su due piedi» una sconfìtta di queste proporzioni. Il risultato nella SassoniaAnhalt è stato al momento classificato dai vertici dell'Spd come «espressione di voto a carattere regionale», ma se si pensa che le difficoltà della Sassonia-Anhalt sintetizzano con cifre drammatiche quelle di ratto il paese disoccupazione al 20 per cento, tasso di crescita sotto il 3, fuga degli investitori e scontento sociale - ecco che il problema, per Schroeder, evade dai confini di questo land un po' arretrato e diventa, suo malgrado, una questione di sopravvivenza pohtica. Cosa opporrà il cancelliere ai venti di destra che sembrano colpirlo da ogni direzione? Quale sarà la sua carta per giocare lapartita elettorale? Inaspettata e secca, la risposta è arrivata ieri: «Gli elettori si troveranno di fronte a una scelta fra persone - ha dichiarato ad alcuni giornalisti televisivi - O Gerhard Schroeder o Edmund Stoiber». La scelta di personalizzare la campagna elettorale, dunque, è da ieri un fatto ufficiale: secondo alcuni l'unica mossa possibile per sperare di vincere le elezioni, secondo altri un errore fatale. Unica mossa, perché i sondaggi continuano ad assegnare preferenze alla coppia Schroeder-Fischer e perché il carisma di Schroeder è senz'altro superiore a quello del suo avversario; errore fatale, perché la Germania non è l'America, e sperare che sia un uomo a trascinare una coalizione può essere molto pericoloso, oltre che suonare come imperdonabilmente arrogante. Il ministro degli esten Joschka Fischer, che ha visto il suo partito precipitare nella competizione elatorale del Sachsen-Anhalt al 2 per cento, ha commentato il risultato con una certa amarezza: «Il raccolto dell'autunno sarà mighore di quello di primavera, ne sono sicuro». Sull'ascesa della destra di Le Pen ha aggiunto che «La quota di voti ottenuta dal suo partito è allarmante». Il voto in Francia «deve far molto riflettere», anche si è detto certo che «il successo di Le Pen non sarà riconfermato al secondo turno». Della stessa opinione è il leader dei liberali Guido Westerwelle - 11 luce da un sorprendente successo in SassoniaAnhalt (130Zo), dove entrerà a far parte della coalizione di governo insieme alla Cdu. «Ho molta fidu- c .iella Francia e nei francesi-ha dichiarato - e sono sicuro che i valori dell'Unione Europea usciranno rinsaldati dal secondo turno». Anche se un paragone diretto tra gli.insuccessi di Schroeder e quelli di Jospin non è pienamente sostenibile - ci ha detto ieri lo scrittore e politologo Ulrich Wickert - «inutile nascondersi dietro un dito: la crisi della sinistra europea è tanto multiforme quanto indiscutibile». E' fatta di erróri delle1 singole politiéhe HÉtóióMIl; «ma anche di un mancato ascolto verso le nuove paure nate dopo 1' 11 settembre, come se la sinistra non avesse avuto sufficiente coraggio nell'indicare l'Europa e la coo¬ perazione intemazionale come risposta forte a quelle paure». Ha buon gioco, adesso, l'opposizione cristiano democratica tedesca, che è oltretutto immune dalle critiche di razzismo e xenofobia che colpiscono altre destre europee. «Questo è il risultato del cattivo governo .'.ella sinistra, che ha trascurato le questioni legate allo sviluppo economico e non ha offerto, allo stesso tempo, né sufficienti garanzie sociali né rispóste adeguate sul temia della sicurezza» osservava ieK'^'tìiSffitìàtaH^tlàtìtt democratico alla cancelleria Edmund Stoiber. Ed era difficile capire se parlasse della Germania di Schroeder, o della Francia di Jospin. Il leader Cdu Angela Merkel (a sinistra) e il candidato per la Cancelleria Edmund Stoiber (a destra) con Wolfgang Boehmer