Il terremoto francese scuote la sinistra italiana

Il terremoto francese scuote la sinistra italiana IL TRAUMA POTREBBE ANCHE FAVORIRE IL RIAVVICtNAMENTO DELL'ULIVO CON R1FONDAZIONE COMUNISTA E CON DI PIETRO Il terremoto francese scuote la sinistra italiana Bertinotti: fine del centrosinistra, si discuta della rifondazione. I Ds: divisi si perde Claudio Tito ROMA La sconfitta di Lionel Jospin mette a soqquadro anche la sinistra italiana. Sono soprattutto i Ds a leggere i risultati delle presidenziali francesi con un misto di incredulità, angoscia e autocritica. La responsabilità è tutta da rintracciare nelle divisioni emerse nella gauche d'oltralpe, proprio come è successo di recente in Italia, dicono gli uomini della Quercia. Perché i voti dispersi tra i vari candidati della sinistra ammontano a circa il 20Vo. E tutto questo accade mentre il centrodestra canta vittoria senza nascondere una qualche punta di preoccupazione per le posizioni estremiste di Le Pen. E mentre il leader della Fiamma, Pino Rauti, il referente italiano del Front National, è talmente «contento» da lanciare un avvertimento a Gianfranco Fini: «La coerenza paga, chi tradisce le proprie radici invece perde». Anche se per qualcuno il trauma potrebbe velocizzare il riavvicinamento dell'Ulivo con Rifondazione e Di Pietro. Gli exit poli francesi toccanno direttamente il punto dolente della sinistra italiana. Che nei mesi scórsi, anche con i girotondi, aveva fatto da cassa di risonanza agli attacchi dei cugini socialisti contro il governo Berlusconi. Tocca allora al coordinatore della segreteria diessina. Vannino Chiti, fare il punto della situazione. «La sinistra - avverte - se divisa perde. Tanto più c'è una spinta emotiva e culturale per la destra, tanto più ci vuole la capacità di far prevalere le ragioni dell'unità a sinistra e nel centrosinistra». L'esponente della Quercia non nasconde che questa è solo l'ultima conferma di una spinta «partita dagli Usa, passata prima per l'Italia, poi per il Portogallo e ora investe la Francia». Una spinta sulla quale pesa in primo luogo la «preoccupazione per la sicurezza». Un'altra diessina, Livia Turco, invece, quasi non crede a quello che è successo: «Non riesco a pensare che Jospin non faccia neanche il ballottaggio grazie alla frantumazione del voto a sinistra. C'è una vocazione al martirio». Secondo l'ex ministro, «Le Pen ha usato lo stesso leit motiv del centrodestra italiano: ha sfruttato gli umori profondi della società centrando la campagna elettorale sulla criminalità». Il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto, arriva a definire addirittura «terrificanti» questi dati che danno «il segno dell'ondata della destra che sta avanzando. E questo perché prevalgono paure irrazionali, in particolare contro gli immigrati». Ma Diliberto offre anche un'altra lettura: l'Ue, con il Trattato di Maastricht, è basata su «parametri economici così rigidi da portare tutti i paesi europei ad adottare politiche sociali restrittive». Sull'altra sponda della sinistra italiana,, quella di Rifondazione comunista. Fausto Bertinotti fa un'analisi spietata del voto francese: «Il crollo del centrosinistra in Europa, di cui si chiude definitivamente la storia». Bertinotti non rinuncia alludo l'avevo detto», e ora «per la sinistra in Europa si apre in maniera irrinviabile il tema della rifondazione e della alternativa di società». Nella Margherita, invece, si condivide l'analisi della Quercia. «Le divisioni tra le forze riformiste - osserva il capogruppo della Margherita alla Camera, Pierluigi Castagnetti - facilitano questo processo che porta a destra: la paura degli immigrati, il clima di guerra porta in questa direzione». Di tutt'altro tenore i commenti provenienti dalla Casa delle libertà. Per il centrodestra si tratta soprattutto di una rivincita sul governo Jospin che a ripetizione aveva polemizzato con i colleghi dell'esecutivo Berlusconi. Secondo Antonio Tajani, capogruppo di FI a Strasburgo, allora, «in Europa vince il Ppe, vince il centrodestra e escono sconfitte le sinistre». Soddi¬ sfatto sì, ma anche allarmato, invece, il ministro per le politiche comunitarie. Rocco Buttigliene. Il successo di Le Pen è «oggetto di qualche preoccupazione soprattutto se collegato agli episodi di antisemitismo e agli attentati dei mesi scorsi in Francia». Nello stesso tempo Buttiglione ritiene che la sinistra francese «stia pagando i suoi errori anche per l'atteggiamento tenuto nei confronti dell'Italia. L'antiberlusconismo non paga, e questo vale anche nel nostro paese». E poi lancia un ringraziamento a Gianfranco Fini: «poteva essere il Le Pen italiano, e invece ha fatto altre scelte». Proprio nel partito del vicepremier, comunque, le presidenziali d'oltralpe stanno suscitando un bel po' di entusiasmo. «C'è un fantasma che si aggira per l'Europa ironizza il ministro delle comunicazione, Maurizio Gasparri - è la sinistra». Anche se, subito dopo aggiunge: «si gioisce per Chirac, meno per Le Pen». Per Gasparri, però, l'aspetto più rilevante sta nel «naufragio» del Psf e «Jospin naufraga dopo anni di governo ed ex ministri che hanno insultato il governo italiano». Questa; dice, è anche - e l'allusione è alla Tasca una lezione per «quei ministri che hanno insultato il governo italiano». Adesso, dice sorridendo Francesco Storace, Governatore del Lazio, «alla sinistra non resta che fare un girotondo intomo all'Eliseo o alla Tour Eiffel». Il segretario di Rifondazione comunista Fausto Bertinotti