Bush: ora è Arafat a dover agire di M. Mo.

Bush: ora è Arafat a dover agire Bush: ora è Arafat a dover agire «Sharon sta mantenendo la promessa di ritirare le truppe» dal corrispondente da NEW YORK «Israele sta mantenendo la promessa di ritirare le proprie truppe dai Territori, sta ora a Yasser Arafat di agire contro il terrorismo». Questo il giudizio del presidente americano, George Bush, sugli sviluppi della mediazione americana in Medio Oriente. Bush ha ricevuto ieri mattina alla Gasa Bianca il Segretario di Stato, Colin Powell, dal quale ha ricevuto un particolareggiato rapporto sulla missione durata dieci giorni. «Israele ha iniziato il ritiro subito dopo che glielo abbiamo chiesto - ha detto Bush - e ora ci ha dato una scadenza precisa per il ritiro». E' vero che restano le truppe a Ramallah e Betlemme, ma Bush mostra di comprendere le ragioni di Israe¬ le: «L'assedio a Ramallah è comprensibile perché gli israeliani ritengono che nell'edificio dove si trova Arafat vi siano gli assassini del ministro del Turismo Rehavam Zeevi e capisco che Sharon voglia portarli di fronte alla giustizia per giudicarli». Nelle parole del presidente c'è anche la replica alle proteste sollevate da Arafat per il fatto di essere ancora sotto assedio. A Betlemme invece è in atto una mediazione della Cia «che registra progressi» e dunque Bush non si sbilancia. Lo stesso vale per le denunce palestinesi di crimini che sarebbero stati commessi dai soldati israeliani nel campo profughi di Jenin: «Aspettiamo di avere le prove a disposizione». Seduto a fianco di Powell, Bush ha concentrato la pressione politica sul leader palestinese Yasser Arafat: «Ha sottoscritto una condanna del terrorismo: ci aspettiamo che faccia seguire i fatti alle parole e mantenga gli impegni presi». Il capo della Cia, George Tenet, dall'inizio della prossima settimana sarà in Medio Oriente per continuare il negoziato con Arafat affinchè «agisca». La Casa Bianca respinge le critiche ricevute sul fallimento della missione Powell e ribadisce che «progressi» ci sono stati grazie all'inizio del ritiro delle truppe di Gerusalemme e al testo contro il terrorismo firmato da Arafat. Per sottolineare la differenza di giudizio degli Stati Uniti nei confronti dei due protagonisti della crisi in Medio Oriente, Bush ha sottolineato che «Ariel Sharon è un uomo di pace», perché «qui alla Casa Bianca parlando con me ha accettato la prospettiva di due Stati fianco a fianco in pace e sicurezza». Altrettanto il presidente non può dire di Arafat, a causa delle sue persistenti esitazioni a combattere il terrorismo di chi «è un assassino e non un martire». Al fine di esercitare pressioni su Arafat ieri è andato a Ramallah un inviato del governo giordano mentre Bush discuterà della situazione in Medio Oriente con il principe ereditario saudita Abdallah giovedì prossimo, nel faccia a faccia in programma nel ranch in Texas. [m. mo.]