L'Italia tutta muscoli e noia non sa festeggiare il Trap

L'Italia tutta muscoli e noia non sa festeggiare il Trap DOPO LA FIRMA DEL TECNICO FINO AL 2004 UN MODESTO PARI CONTRO L'URUGUAY L'Italia tutta muscoli e noia non sa festeggiare il Trap Panucci trova un gol nel finale, Toldo favorisce la replica sudamericana su tiro di Abreu Grave distorsione al ginocchio per Pessotto: campionato finito e addio al Mondiale Marco Ansaldo inviato a MILANO Un gol di testa di Panucci quando la partita era già stravolta dai cambi e l'Uruguay aveva perso la bella consistenza del primo tempo, ha illuso l'Italia su una vittoria che non è arrivata e che ha lasciato spazio a qualche fischio, ingeneroso per quanto si è visto nel secondo tempo, del tutto giustificato invece per la serata in generale. L'l-1 non la appagato il pubblico e, dopo la sconfitta con l'Argentina, l'unica della gestione Trapattoni, conferma le difficoltà degli azzurri con i latino americani, segnale poco rassicurante per chi avrà nel girone mondiale Messico ed Ecuador. Adesso ci diranno che i calciatori italiani non hanno la mentalità giusta per le amichevoli. Allora cosa le giocano a fare? Forse ha ragione Capello e queste scomode finestre che si aprono nel campionato servono al Trap (che ieri ha firmato il prolungamento del contratto fino al 2004) per sentirsi bello é vivó;; oltre che alla Federazióne per rispettare gli accordi con la tv e coitìf|»ltsponsor. Altri motivi non se ne vedono, per come vanno le cose. I giocatori appena possono se la battono, il pubblico pure. Poche volte avevamo visto San Siro con meno di 17 mila spettatori, gli afghani non risolveranno alcuna delle loro miserie con i proventi che arriveranno dalla metà dell'incasso, come era stato pattuito. Una delusione che non fa bene alla Nazionale. Trap ha dovuto incollarne i cocci senza il mastice dell'entusiasmo. La corsa al forfait aveva prodotto nelle ore di vigilia quello di Coco che ha accontentato il suo Barcellona, preoccupatissimo per la sfida di Champions League della prossima settimana contro il Real Madrid. Entrava Pessotto, e 11 suo era un appuntamento con il destino: dopo tre minuti, in uno scontro con il velenoso Verela, lo juventino chiudeva la sua stagione con un danno serio al legamento crociato del ginocchio destro. Addio corsa scudetto, addio al Mondiale, che sarebbe stato l'ultimo della sua carriera di calciatore non straordinario ma prezioso e intelligente. Meglio allora i furbi, che sfruttando le polemiche presidenziali sulle «nocchiette» e quant'altro hanno messo il et nella scomoda posizione di centellinare gli impegni di chi si batte per lo scudetto: c'erano solo due romanisti (Tommasi e Panucci) e un interista (Di Biagio) nella formazione iniziale. Erano invece cinque gli juventini, prima dell' uscita di Pessotto rilevato da Adani. L'Italietta che mai giocherebbe al Mondiale con questa squadra ha tenuto ritmi basse e idee confuse. Si ricostituiva la coppia d'attacco Del Piero-Inzaghi, senza fluidità negli scambi: Del Piero, un po' più vivo, sbatteva contro gli avversari che provava a saltare e il milanista falliva l'unica palla gol che capitava all'Italia nel primo tempo, al 27': un tocco sballato a porta vuota da tre metri, la sua distanza preferita, dopo che Carini aveva smanacciato un diagonale di Zambrotta. Quelli che si giocavano in un colpo le ultime carte mondiali, come Tacchinardi (e nella ripresa Ambrosini e Fiore), ci mettevano convizione ma pure loro dicevano messa nel deserto. L'Uruguay aveva molti emigrati nel nostro calcio. Gente di successo come Recoba, altri sparati via a palla come l'ex granata Mendes, altri ancora confusi nella marmellata delle loro squadre, come Pablo Garcia che prende lo stipendio dal Venezia e pochi lo sanno. Per indole grintosa o per rivalsa parevano tutti un po' più bravi di come li vediamo ogni domenica: persino O'Neill giocava da sano, e bene. In contropiede i sudamericani creavano l'occasione migliore al 19', sprecata da Dario Silva che appoggiava a Verela invece di tirare, e permetteva a Tacchinardi un prodigioso recupero. Poi Recoba sfiorava il palo. Nella ripresa si cambiava troppo. L'Italia aveva la pericolosità di Montella (sempre più lanciato verso un ruolo da titolare anche se gli era più facile affrontare avversari slabbrati dalle sostituzioni) e la penetrazione di Di Vaio, che al 44' avrebbe colpito il palo. Gli azzurri crescevano, fino al gol di Panucci al 28' su calcio d'angolo di Fiore. ;Era l'illusione di una vittoria che Toldo cancellava quattro minuti dopo con un gesto goffo: la deviazione a colpo sicuro di Abreu, smarcatissimo, era alla portata del difensore nerazzurro che nella foga però smanacciava la palla in rete. iliiMill'lilM (3-5-2) <| BUFF0N 6 (Vs.t.Toldo) 5 PANUCCI 6.5 NESTA 6 CANNAVARO 6.5 Ol's.t. Bonera) s.v. ZAMBROTTA 6 Ol's.t.Zanetti) s.v. T0MMASI 5 (IS's.t.Ambrosini) 6 Dl BIAGI0 5.5 (IS's.tFiore) 6 TACCHINARDI 6 (1's.t. Gattuso) 6 PESSOHO s.v. (7' p.t. Adani) 5.5 INZAGHI 5 (Vs.t.Montella) 6.5 DELPIER0 5.5 (Ts.t.DiVaio) 6 All.TRAPATTONI 6 (3-4-1-2) 4| CARINI 5.5 (18's.t. Munua) 6 LEM80 6 (Vs.tGuigou) 5.5 BIZERA 6 RODRIGUEZ 6 (41's.t. Egueren) s.v. MENDEZ 5.5 (29's.t. Regueito) s.v. VERELA 6.5 (28's.t. Forian) s.v. GARCIA 6 (13's.t.De Los Santos) 6 MAGALLANES 6 (22's.t. Perez) s.v. O'NEILL 6.5 (22's.t.Olivera) s.v. DARIO SILVA 6 (13's.t.Abreu) 6 REC0BA 6.5 (13's.t. Morales) 6 All. PUA 6 Arbitro: BRE'(Fra) 6 Reti; s.t.: 28' Panucci, 32' Toldo (aut.). Ammoniti: Lembo. Spettatori: 16.773, incasso 331.134 e Del Piero in azione, contrastato da Garcia, durante la partita di ieri sera a Milano fra l'Italia e l'Uruguay