Sharon: il ritiro al massimo entro una settimana di Aldo Baquis

Sharon: il ritiro al massimo entro una settimana APPELLO DI AMNESTY PER I CAMPI PROFUGHI DEVASTATI: CE ANCORA GENTE VIVA SOTTO LE MACERIE Sharon: il ritiro al massimo entro una settimana Ma i carri armati israeliani non lasceranno né Betlemme né Ramallah Aldo Baquis TEL AVIV La Operazione Muraglia di difesa volge al termine. Il premier Ariel Sharon ha assicurato ieri al segretario di stato Colin Powell che presto le forze israeliane lasceranno le principali città cisgiordane, ad esempio Nablus e Jenin. «Questione di giorni, una settimana al massimo», ha previsto il premier. Sharon ha tuttavia avvertito che nessuna soluzione è invece in vista per Ramallah e Betlemme, dove l'esercito israeliano non intende ritirarsi fintanto che non abbia catturato i ricercati che si trovano negli uffici di Yasser Arafat e nella Chiesa della Natività. Ieri unità di elite hanno perlustrato a lungo, presso Nablus, il campo profughi di Ascar, alla ricerca di dirigenti di Hamas. Analoghe perlustrazioni sono avvenute in diversi villaggi della Cisgiordania, nel rione di Issawya a Gerusalemme est, a Ramallah e a Jenin. In serata un portavoce militare israeliano ha riferito di ingenti quantità di materiale esplosivo così recuperate, e di due corpetti per kamikaze pronti per l'uso ritrovati un appartamento di Ramallah. In serata alcune unità israeliane hanno iniziato-un ritiro parziale da Jenin, nella previsione di assediarla presto dall'esterno. «Quella che non molto tempo fa era una città - ha detto ieri da Jenin Javier Zuniga, un rappresentante di Amnesty International ha adesso \\n aspetto lunare. Abbiamo visto qua una delle scene più gravi di devastazione che mai ci sia accaduto di documentare». Da giorni la Mezzaluna rossa palestinese cerca di assistere i sopravvissuti e gli sfollati, ma si sente impotente di fronte alla enormità delle necessità. «Occore l'intervento di mezzi pesanti per rimuovere le macerie, ma l'esercito israeliano ci impedisce le attività», ha affermato un portavoce della organizzazione umanitaria. Secondo Amnesty International è por.-.ibile che diverse persone siano ancora vive sotto le macerie. «Abbiamo ricevuto - ha aggiunto Zuniga - la telefonata di un palestinese che diceva di essere assieme con altri nove congiunti sotto terra, impossibilitati ad uscire. Chiedeva disperatamente aiuto». Su istruzione della Corte Suprema, Israele ha inviato a Jenin - nel luogo dove per una settimana è infuriata una battaglia fra militari e attivisti della Jihad islamica, conclusasi complessivamente con decine di morti (secondo prime stime provvisorie) - una unità specializzata nel prestare soccorsi in zone disastrate. Ancora non è noto se essa abbia iniziato le operazioni e con quale esito. Intanto il fallimento della missione di Colin Powell ha accresciuto il nervosismo a Gaza dove sono stati notati spostamenti di truppe israeliane. Secondo gli abitanti potrebbero preludere a una vasta offensiva contro le roccaforti locali di Hamas e della Jihàd islamica, rimaste finora mentre l'esercito israeliano era impegnato «a smantellare la infrastruttura terroristi¬ ca palestinese» in Cisgiordania. Per tutta la giornata a Gaza la popolazione ha dunque accaparrato vettovaglie e si è preparata al peggio. Un aumento della tensione è stato segnalato anche nella Alta Galilea dove uomini armati, infiltratisi probabilmente dal Libano, hanno cercato di dare l'assalto al Kibbutz di Sasa, a est di Naharya. Nel tentativo di sedare il fuoco appiccato lungo il confine israelo-libanese dai guerriglieri sciiti Hezbollah, Powell si era brevemente recato anche a Beirut e a Damasco. La sua richiesta di bloccare i guerriglieri di Nasrallah è stata tuttavia respinta. Secondo il premier libanese Rafie al Hariri Hezbollah ha pienamente diritto di cercare di liberare con la forza «le terre libanesi occupate nella zona della fattoria Shaba». Si tratta delle propaggini del monte Hermon che, secondo Israele, fanno parte delle alture occupate del Golan, la cui sorte deve essere discussa con la Siria e non con i guerriglieri Hezbollah. Nel tentativo di alleviare la pressione militare israeliana sui palestinesi in lotta in Cisgiordania, i guerriglieri libanesi hanno aperto una vasta offensiva, e non solo nella zona del monte Hermon. I razzi degli Hezbollah sono caduti in profondità anche nelle alture del Golan, nella zona di Kiryat Shmona (Alta Galilea),* a Shlomi, a.est di Naharya. Una situazione" talménte esplosiva che Powell ha voluto visitare di persona la zona di confine. Soldati Israeliapi pattugliano la città vecchia di Betlemme. Non si è ancora risojto l'assedio alla basilica della Natività