Sciopero generale, per otto ore l'Italia si è fermata

Sciopero generale, per otto ore l'Italia si è fermata SECONDO I SINDACATI SONO SFILATE NEI CORTEI OLTRE DUE MILIONI DI PERSONE Sciopero generale, per otto ore l'Italia si è fermata Partecipazione alta alla protesta in piazza, massiccia nelle fabbriche ROMA Stavolta) rièllai consuèta «guerra dei numeri» sullo sciopero generale vengono chiamati in causa persino i consumi elettrici. «I primi dati dicono che la giomata di oggi è paragonabile a una domenica: il paese è fermo», dice Sergio Cofferati. Per Silvio Berlusconi, in Italia il calo invece è stato del 20 per cento, contro un meno 38 per cento tipico delle normali domeniche. Dunque, non è risolutivo nemmeno lo «scioperometro» elettrico, che comunque mostra che l'azienda Italia oggi ha divorato moltissimi megawatt in meno. Ma a parte il braccio di ferro sui numeri, non c'è dubbio che lo sciopero generale di otto ore proclamato da Cgil-Cisl-Uil abbia registrato un notevole successo: nelle piazze; affollate oltre l'epiù rosee previsioni degli organizzatori, e nei luoghi di lavoro. I sindacati parlano di 2,3 milioni di persone in piazza, elO milioni di lavoratori a braccia incrociate, con adesioni pressoché totali nell'industria e nei trasporti, e del 75 per cento nella scuola e nel pubblico impiego. Anche considerando i dati molto inferiori, diffusi da fondi datoriali e governative - 600Zo nell'industria, 45-50 per cento nel lavoro pubblico, 3-5 per cento nelle aziende artigiane - il risultato non cambia moltissimo. Erano vent'anni che CgilCisl-Uil non proclamavano un'astensione dal lavoro di otto ore. Stavolta, alla prote¬ sta hanno aderito anche sindacati^autonomi e l'Ugl, il sin3arato-vicino ad /ffi^WTnmolte città i cortei e i comizi delle confederazioni sono state affiancate da iniziative parallele dei sihdacati «di base», che alla critica al governo su articolo 18 e pensioni hanno aggiunto la parola d'ordine del «no» alla concertazione. Le manifestazioni si sono tenute in oltre trenta città italiane: le più nutrite quelle di Firenze (con Cofferati), Milano (Pezzotta), Bologna (Angeletti), Roma (Musi) e Napoli (Epifani), ma a quanto pare i successi maggiori si sono registrati nei centri medi e piccoli, da Ancona a Perugia. Inutile, forse, riportare le stime di presenza in piazza, viste le differenze dei dati diffusi da organizzatori e questure. Paradossale^è il raffronto per làonrai-efòveu sindacati parla-" no di 200.000 in Piazza del Popolo (effettivamente stracolma) e la questura di soli 40.000. Da ricordare i cortei di Cobas, RdB e altre organizzazioni sindacali «di base» di Milano e di Roma, che hanno «sottratto» a Cgil-Cisl-Uil piazze storiche come Piazza Duomo e San Giovanni. Diverse migliaia i partecipanti alle manifestazioni dell'Ugl, a Caserta e Pescara. Cortei e comizi si sono svolti in modo pacifico e sereno, anche se in alcune città gruppi del movimento noglobal hanno sigillato le serrature o danneggiato agenzie di lavoro interinale o McDonald's. A Torino, un gruppo di persone ha imbrat- tato le sedi dei partiti del centrodestra. ^ . ^C3gg5)OSsibile:«vere-'un quadro esatto delle adesioni allo sciopero. Secondo i dati della Cisl complessivamente si sono fermati 13 milioni di lavoratori, quasi il 90 per cento dei 15 milioni di lavoratori dipendenti. Adesioni altissime in Lombardia e in Piemonte (90 per cento alla Fiat, del 48,7 per cento in tutto il gruppo secondo l'azienda). In Veneto secondo i sindacati le adesioni hanno raggiunto il 95 per cento nell'industria e il 75 per cento nel pubblico impiego. Nel Lazio sono rimasti fermi soprattutto i trasporti (quasi l'SS per cento secondo i dati della società Trambus) ma anche l'industria (95 per cento) e il settore pubbli¬ co (80-85 per cento). Adesioni molto alte secondo i sindacati anchein Campania e in Sicilia (circa il 90 per cento). Molto diverse le cifre diffuse da Confindustria, Confartigianato e governo: nell'industria si sarebbe fermato in media il 60 per cento dei lavoratori, e solo il 40 per cento circa a Torino e Milano. In sciopero solo il 5 per cento dei dipendenti delle piccole imprese. Circa del 40-45 per cento le adesioni nella scuola e nel pubblico impiego, dicono i ministeri. In generale, hanno chiuso i battenti banche e uffici, mentre sono stati pressoché azzerati voli, navi, treni e bus; sono rimasti invece aperti molti negozi e supermercati, e metà dei cinema. [r. gi.l il nzi », u o e e. di li i di e a - -^ i consumi elettrici sono stati quelli di una domenica Hanno incrociato le braccia 10 milioni di lavoratori Per gli imprenditori l'astensione è arrivata al 60oZo nell'industria e al 50oZo nel lavoro pubblico Un momento della protesta contro la riforma dell'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Bandiere e braccia alzate a Napoli in piazza Dante

Persone citate: Angeletti, Cofferati, Epifani, Inutile, Pezzotta, Sergio Cofferati, Silvio Berlusconi