Dopo vent' annì torna lo sciopero generale

Dopo vent' annì torna lo sciopero generale CGIL, CISL E UIL SCENDONO DI NUOVO IN PIAZZA PER CONTESTARE LE RIFORME DEL GOVERNO Dopo vent' annì torna lo sciopero generale Cortei e manifestazioni in tutte le grandi città. Domani paese paralizzato Raffaello Masti ROMA Domani Sergio Cofferati terrà il suo comizio a Firenze, Savino Pezzotta a Milano, Luigi Angeletti a Bologna. In tutti i capoluoghi di regione ci saranno cortei, in alcuni anche più d'uno, a Roma, per esempio, saranno ben sei, a Milano tre. Manifestazioni di grandi proporzioni sono previste a Torino, Bologna, Firenze, Napoli, Genova, Palermo e Cagliari. 170 treni e 6 voli saranno garantiti, così come i servizi sanitari e di pubblica utilità, ma per il resto domani l'Italia si fermerà per lo sciopero generale, il primo dopo vent'anni quando - era il 25 giugno dell'82 - il mondo del lavoro protestò contro la disdetta della scala mobile. A palazzo Chigi c'era allora Giovanni Spadolini e al vertice del movimento sindacale, la triade LamaCamiti-Benvenuto. Il governo allora tirò dritto, come conta di fare quello di oggi. Ma chi vinse è difficile dirlo: la scala mobile non fu ripristinata nella sua formulazione originaria, ma non fu neppure abolita, si «riformò», ma solo due anni dopo. I MOTIVI. Lo sciopero generale di domani è contro le deleghe al governo in materia di lavoro, con un accento particolare sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che regolamenta il licenziamento senza giusta causa e il conseguente reintegro del licenziato. Ma la protesta sarà estesa - ha spiegato il leader della Cisl Pezzotta - anche «al fisco, alla scuola, alle politiche sanitarie e dell'immigrazione». LE PIAZZE. Manifestazioni si terranno, si diceva, in tutti i capoluoghi di regione, dove sono state prenotate le più importanti (e capienti) piazze. Non saranno però sempre i big dei tre maggiori sindacati ad avere le platee più importanti e visibili, perché prenotate per tempo da altre organizzazioni. I Cobas, per esempio, avranno la storica piazza San Giovanni di Roma, quella del Duomo a Milano e quella del Plebiscito a Napoli. LE ADESIONI. Con Cgil, Cisl e Uil allo sciopero hanno aderito pressoché tutte le organizzazio- ni, compresa l'Ugl, vicina alla destra. Ma ci sono anche i duri dei Cobas, gli autonomi della Cisal, le Rappresentanze di base (RdB), la Confali. I temi sociali di rilevanza mondiale, come l'immigrazione, hanno catalizzato il consenso anche dei movimenti no-global. Ovviamente ciascuno di questi sindacati ha motivazioni e argomentazioni che li differenziano: lo Snals per esempio, il maggiore dei sindacati autonomi della scuola, precisa che «non aderisce» allo sciopero della «triplice» ma che ne proclama uno suo proprio, sia più- coincidente. Altri invece non aderiscono né si associano, come l'Unionquadri e il Sindacato Libero-Alleanza. I SERVIZI. I servizi essenziali di trasporto, sanità e utenze pubbliche saranno garantiti secondo quanto stabilito dalla legge di autoregolamentazione. Il giomo 16 non ci saranno organi di informazione (salvo brevi notiziari di non oltre 6 minuti per tg e gr) e per questo la carta stampata sciopererà il giomo precedente (cioè oggi). I NUMERI. Secondo le ipotesi degli organizzatori, a Roma e MUano sono attesi almeno 100 mila manifestanti, 200 mila a Firenze (per Cofferati), 80 mila a Napoli. I lavoratori che dovranno assicurare i servizi essenziali e non potranno scioperare, saranno al lavoro portando un cartellino adesivo con la scritta: «oggi sciopero anch'io: sono qui per garantire i servizi minimi previsti dalla legge e dagli accordi sindacali». I POLITICI. «Fino adesso il governo ha detto molte volte che voleva aprire un dialogo ma i comportamenti sono stati sempre improntati su un atteggiamento arrogante e su unilateralità di decisioni - ha commentato Piero Fassino, segretario dei ds martedì, milioni di lavoratori scenderanno in sciopero per difendere un diritto non solo sindacale ma di libertà e civiltà». Per quanto riguarda il dopo-sciopero, l'unico modo per uscire dall'impasse sarà, secondo l'ex sindacalista e ora esponente dell'Udo, Sergio D'Antoni «Tomare alla concertazione, senza la quale non si va da nessuna parte». Tutte le organizzazioni sindacali, compresa l'Ugl vicina alla destra, hanno aderito alle manifestazioni Treni, aerei e autobus dimezzati, servizi pubblici ridotti al minimo, niente giornali, stravolti i programmi tv

Persone citate: Cofferati, Di Nuovo, Giovanni Spadolini, Luigi Angeletti, Pezzotta, Piero Fassino, Savino Pezzotta, Sergio Cofferati, Sergio D'antoni, Treni