«Bìn Laden voleva avvelenare Israele» di Gian Antonio Orighi

«Bìn Laden voleva avvelenare Israele» «Bìn Laden voleva avvelenare Israele» Un ex terrorista di Al Qaeda: mercurio nell'acqua per irrigare Gian Antonio Orighi MADRID Fin dalla sua nascita, nel 1990, Al Oaeda (La Base, in arabo), l'organizzazione terroristica di Bin Laden, aveva in cantiere un'immensa strage contro Isreale: avvelenare con il mercurio l'acqua che irrigava le sue campagne. E' una delle tante, esplosive rivelazioni - pubblicate ieri dal settimanale lusitano «Expresso» - del portoghese Paulo José de Almeida Santos, uno dei primi terroristi di Al Qaeda, l'autore del fallito omicidio, nel '91 a Roma, dell'ex sovrano dell'Afghanistan Zahir Shah. Santos è il primo ex militante della «Base» che parla, spontaneamente, dei suoi incontri con Bin Laden e dei suoi terrificanti piani. Almeida Santos, 37 anni, musulmano, nome di battaglia «Abdullah Yusuf», residente in un imprecisato Paese dell'Africa Orientale dopo aver scontato nove anni di galera a Rebibbia per il tentato regicidio (e non ricercato da nessun Paese), ammette subito di essere stato arruolato nel 1990 in Arabia Saudita e durante un pellegrinaggio alla Mecca: «Sapendo che ero un neo-maomettano, dei compagni di fede afghani mi invitarono a combattere gli invasori sovietici». Dal Pakistan, il portoghese entra in Afghanistan e, dopo aver giurato fedeltà ad Al Oaeda, viene subito spedito in un campo di addestramento militare a Paktia. «Nel campo c'era gente di tutte le nazionalità: arrivavano dai Paesi Arabi, musulmani, neri americani, inglesi. Il capo della «Base» era un egiziano, che noi chamavamo "Abu Hafs" - continua l'ex terrorista, che dice di non saper nulla di Al Oaeda dopo quegli anni -. Bin Laden, che arrivò nell'ottobre del '91, lo incontrai tre | volte». Il racconto di Almeida Santos, che ancora prega per il «principe della morte», descrive il terrorista saudita con simpatia. «La prima volta lo incontrai per dargli il benvenuto in Afghanistan. Non era il classico arabo, era una persona umile. E la sua unica aspirazione era il martirio». Il responsabile delle future stragi dell'I 1 settembre dice subito ai membri di Al Oaeda: «Noi siano un gruppo che segue le predicazioni di Maometto, la "Jiihad" (la guerra santa, ndr) e la lotta contro l'oppressione». «Il Bin Laden che io ho conosciuto era una persona assolutamente etica - prosegue Abdullah Yusuf, che adesso ha una moglie e un figlio piccolo e ha appena visitato senza problemi il suo Paese natale per incontrare la madre -. Ma non era il capo, che invece era Abu Hafs -. Al Oaeda era divisa in cellule indipendenti. Io facevo parte del reparto tecnologico». Ed arriviamo alle azioni all' estero. Prima Almeida riconosce di aver combattuto i sovietici e di aver tagliato la testa ad un afghano «traditore». Poi, l'ex terrorista - che giudica le stragi dell'I 1 settembre contro le Twin Towers «un errore strategico», ma un «atto di guerra legittimo», invece, l'attentato al Pentagono - racconta di essere stato in Kashmir per addestare alle armi i mujahedin, in Egitto per finanziare Al Oaeda, in Turchia per attingere informazioni sulle armi Usa. «Godevo di grande considerazione presso i vertici di Al Qaeda, a cominciare da Bin Laden», sottolinea. E' lo stesso «principe della morte», il cui obiettivo era quello di instaurare un «califfato» in tutti i paesi maomettani, a dargli l'ordine di uccidere Zahir Shah. Tre le ragioni addotte dal lusitano: «Non fu mai un buon musulmano, non applicò la sharia, e inoltre uno dei gruppi che combattevano i sovietici, quello di Hekmatyar, minacciava una nuova guerra civile se l'ex sovrano fosse tornato in Afghanistan». A questo punto, arrivano le rivelazioni più choccanti: «Avevamo un piano diabolico per fare una strage di israeliani, che poi fu messo da parte. Bin Laden diceva che qualsiasi cittadino di Israele, uomo o donna, poteva essere assassinato. Il progetto consisteva nell'avvelenare le loro acque col mercurio, che a sua volta avrebbe contaminato i loro raccolti e poi ucciso la popolazione - assicura Almeida -. Quando venni arrestato avevo in un quaderno un disegno di una bomba atomica portatile. Ma i poliziotti italiani,non se ne accorsero». Il portoghese Almeida Santos, autore dell'attentato a Roma contro reZahir, nel 1991 «Osama ci disse che qualsiasi cittadino dello Stato ebraico poteva essere assassinato» Una delle grotte usate dai terroristi di Al Qaeda in Afghanistan