La Corte Suprema blocca le sepolture a Jenin di Aldo Baquis

La Corte Suprema blocca le sepolture a Jenin PREOCCUPAZIONE PER QUANTO AVVENUTO NEL CAMPO PROFUGHI ESPRESSA DA UNIONE EUROPEA, COLIN POWELL E LONDRA, CHE CONVOCA L'AMBASCIATORE ISRAELIANO La Corte Suprema blocca le sepolture a Jenin Su richiesta dei palestinesi che denunciano stragi. Oggi la decisione finale Aldo Baquis TEL AVIV La Corte Suprema di Gerusalemme dovrà oggi affrontare una dehcata questione umanitaria dai risvolti politici esplosivi. Su richiesta di due organizzazioni per i diritti civili, Adala e Law, tre giudici devono stabilire se consentire alle forze armate israeliane di procedere alla sepoltura delle vittime palestinesi della battaglia nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, oppure come richiedono le organizzazioni umanitarie arabe - affidarne l'incarico alla Croce Rossa e alla Mezzaluna rossa. «Abbiamo richiesto più volte alle autorità militari di consentirci l'ingresso a Jenin, ma finora abbia¬ mo ottenuto solo rifiuti», ha detto un portavoce della Mezzaluna rossa palestinese. Il numero complessivo dei morti non è ancora noto. Israele ritiene che a Jenin «centinaia di palestinesi siano morti o rimasti feriti». «Non c'è stata comunque ima strage, ma un accanito scontro a fuoco in cui non pochi militari israeliani sono rimasti uccisi», ha spiegato il portavoce militare Ron Kitrey. I palestinesi parlano invece di un massacro. Forte apprensione viene manifestata dalla Gran Bretagna (l'ambasciatore di Israele ha dovuto fornire spiegazioni al Foreign Office) e dall'Unione europea. Lo stesso Colin Powell ha espresso preoccupazione. Israele teme che i cadaveri delle vittime vengano allineati su uno sterrato e che queste immagini abbiano un effetto talmente drammatico da cancellare i successi politici scaturiti dall'operazione «Muraglia di difesa» Dalla fine della battaglia di Jenin, i soldati hanno esaminato con l'aiuto di artificieri i cadaveri rimasti sul terreno per controllare che non avessero addosso esplosivi. Quindi li hanno in parte sotterrati, in parte caricati su camion frigoriferi nell'intenzione di seppelirli in un cimitero nella valle del Giordano. Con l'approssimarsi del riposo sabbatico, queste attività sono state accelerate. Consultato da ufficiali impegnati a Jenin, l'ex rabbino capo Mordechai Eliahu ha autorizzato i rabbini militari impegnati nel recu- pero dei cadaveri a lavorare anche di sabato. Questo per ridurre al massimo la permanenza dei soldati nel campo profughi e non esporli a pericoli non necessari. A questo punto sono intervenute le oi^anizza- zioni umanitarie arabe, che nella serata di venerdì hanno chiesto al presidente della Corte suprema di fermare i soldati israeliani. A recuperare i cadaveri - hanno sostenuto dovranno essere la Croce rossa e la Mezzaluna rossa. Medici imparziah devono poterli esaminare e ai familiari delle vittime deve essere consentito di riconoscere i loro cari e di dare loro una sepoltura decorosa. Sfidando la collera dell'estrema destra israeliana, il presidente della Corte Suprema Aharon Barak ha ordinato all'esercito di bloccare tutte le operazioni a Jenin e ha fissato un dibattito per oggi. Ma secondo la Mezzaluna rossa, tre camion carichi di cadaveri hanno egualmente lasciato il campo e le ruspe militari hanno continuato a demolire case e a scavare fosse. Secondo il ministro palestinese Yasser Abed Babbo, a Jenin le vittime palestinesi potrebbero essere «molte centinaia». Si scava fra le macerie anche a Nablus, dove ieri sono state recuperate le salme di un'intera famiglia di otto persone. Il più anziano era Omar Shuabi, 85 anni. Accanto a lui c'erano i cadaveri dei nipotini Abdallah, Azem, Anan. A Betlemme un palestinese impegnato in un turno di sorveglianza è stato ferito all'interno della Basilica della Natività da due colpi esplosi probabilmente da un cecchino israeliano. Ma l'operazione «Muragha di difesa» non conosce sosta e ieri, nel piccolo villaggio di Tubas, una unità di elite israeliana ha registrato uno dei maggiori successi della campagna militare catturando vivo Nasser Awes, capo delle Brigate dei martiri di Al Aqsa nella Cisgiordania settentrionale. Giomi fa era stato dato per morto dagli abitanti della zona, nella speranza di depistare i servizi segreti israeliani. Ad Awes Israele attribuisce ima lunga serie di attentati Nel materiale distribuito dal portavoce militare israeliano (sulla base di documentirequisiti negli uffici dell'Autorità palestinese a Ramallah, Betlemme e Jenin) si afferma che Awes riceveva istruzioni da Arafat attraverso la persona di Marwan Bai^huti, il leader di al Fatah in Cisgiordania tuttora braccato dall'esercito israeliano. A Nablus trovati i corpi di una famiglia di otto persone tra le macerie di una casa. Ancora spari contro la Natività, un ferito