Tremonti: «Le riforme sono già cominciate» di Roberto Giovannini
Tremonti: «Le riforme sono già cominciate» IL MINISTRO DELLTCONOMIA: POCHINI OTTO MESI DI TEMPO PER GIUDICARCI Tremonti: «Le riforme sono già cominciate» Maroni ai sindacati: dopo lo sciopero generale dobbiamo dialogare Roberto Giovannini Inviato a PARMA Giulio Tremontì, supermìnistro dell'Economìa, sa trovare gU argomenti e i toni giusti per scaldare la platea degli industriaU. E sfodera addirittura Margaret Thatcher per convincere gli imprenditori che «otto mesi dì tempo, agosto incluso, sono pochini» per esprimere un giudìzio sull'operato del govemo. Più volte interrotto da applausi a scena aperta, Tremontì spiega che «nel suo primo mandato la Thatcher non combinò un tubo, e ha evitato la sconfitta elettorale con la guerra deUe Falkland»; che «cercheremo di essere bravini come lei anche noi, ma dateci un po' dì tempo». E a proposito della questione dell' artìcolo 18 e dei Ucenziamentì conclude affermando che «se è vero che tutti possono sbagliare, può sbagUare persino U sindacato». Il ministro del Welfare Roberto Maroni, assai cauto, ribadisce che il govemo «non vuole lo scontro sociale» scommette suUa ripresa del dialogo dopo lo sciopero generale, ma avverte che sui licenziamenti non si tornerà indietro." Tremontì sapeva di trovare qualche freddezza,, qualche perplessità nei confronti del govemo. E per prepararsi aU' atteso «esame severo» ricorda il primo mandato della Lady di Ferro - tra il 1979 e U 1982 che allora venne giudicata «incoerente», con «molti passi indietro» e «pochi cambiamenti». Poi, avvenne quello che tutti ricordano: privatizzazioni, liberalizzazioni, riduzioni fiscali, l'abbattimento delle «Trade Unions». Il fatto è, spiega U ministro deU'Economia, che «ì meccanismi democratici richiedono tempo». E «tempo» serve anche al governo Berlusconi, che pure le cose ha cominciato già a farle. Segue la «lista» delle misure approvate, oltre a queUe annunciate, come U tagUo deUe tasse e le operazioni sul patrimonio pubblico e le infrastrutture. E una stoccata: «Per il centrosinistra la priorità era la rottamazione, per noi è la detassazione per tutti». Quanto ai temi del lavoro e deU'artìcolo 18, Tremontì strappa applausi a scena aperta quando afferma che «non si riducono le garanzie per ì lavoratori, che però vanno poste a carico della società, attraverso la for- inazione e gli ammortizzatori sociaU. Non può essere U piccolo imprenditore a doverci pensare». Anche Roberto Maroni, sia pure con un profilo meno polemico, difende la bontà della riforma del mercato del lavoro. «Non capisco che vuol dire "ripartiamo dal Libro Bianco" - dice - la delega che abbiamo approvato è il Libro Bianco di Biagì. E.lo abbiamo cominciato a tare il 15 novembre». «Non possiamo accettare U ricatto deUo sciopero generale», spiega Maroni, che pure rinnova la sua speranza in una ripresa del dialogo. Enrico Letta, della Margherita, afferma che il govemo suUa flessibilità «ha creato tensione sociale e provocato uno sciopero generale. Dopo lo sciopero generale - puntualizza - il govemo deve fare un passo avanti». Ma il titolare del Welfare ricorda che «se ci propongono di dialogare a condizione che U dialogo non ci sia, ponendo la pregiudiziale di togUere dì mezzo l'argomento di cui sì deve discutere, non ci siamo». nministrodeii'EconomiaGiuiioTremonti
Persone citate: Berlusconi, Enrico Letta, Giulio Tremontì, Margaret Thatcher, Maroni, Roberto Maroni, Thatcher, Tremonti
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