«Moira sperava di salvarlo lui l'ha uccisa come un folle»

«Moira sperava di salvarlo lui l'ha uccisa come un folle» t: E DOLORE Al FUNERALI DELLA RAGAZZA AMMAZZATA DAL FIDANZATO NEL BRESCIANO «Moira sperava di salvarlo lui l'ha uccisa come un folle» «Voleva sposarlo, invece il giovane passava le notti al tavolo di gioco» Ora è scomparso, è stallo aiutato da un amico che l'ha portato a Livorno reportage Fabio Foletti inviato a PASPARDO (Brescia) ELLA bara le hanno messo il vestito bello, quello chiaro, quello che piaceva anche a Luigi finito chissà dove, lontano con il suo rimorso e con i carabinieri che lo cercano da lunedì. «Qui non c'è, non ci sono nemmeno i suoi amici, non c'è nessuno di loro perchè se no...», dice con gh occhi rossi un ragazzino con l'orecchino che si fa il segno della croce, mentre passa la bara di Moira Squaratti, 27 anni, una ragazza della Valcamónica che sognava l'abito bianco e l'altare e invece davanti al prete della chiesa di San Gaudenzio arriva da sola, nella bara con le rose bianche e gialle che portano a spalla i suoi amici, i pugni stretti sulle maniglie di ottone. Non c'è. Luigi Marchetti, 32 anni di Severe, tra i mille e più che camminano in silenzio, dietro ai gonfaloni dell'Avis, allo stendardo giallo 'del comune di Paspardo, 1022 metri e il vento e il freddo. Non c'è tra la ^ente che viene dai paesi vicini e parcheggiano anche a un chilometro, tra gh ex compagni di scuola di Moira che piangono e là ricordano «per il suo sorriso», tra le amiche che da mesi raccoghevano le sue confidenze. Quelle che Moira affidava come una ragazzina anche a un diario, a cui raccontava i suoi sogni di diventare «moghe e madre» e sfogava il suo risentimento verso Luigi «che esce tutte le notti e ha il conto in rosso». Che era così diverso da lei, che sognava solo l'abito bianco. In chiesa don Giuho chiede «un'adeguata punizione che sia di monito a tutti». Ma invita a non dimenticare che anche Gesù sulla croce aveva «perdonato perchè non sapevano quello che facevano». Dice che ci vuole «comprensione e perdono». E dice che «Giustino, il papà di Moira, ha già perdonato». Giustino Squarattti guarda avanti immobile, con il volto che sembra di marmo. Sua moghe Piera lo tiene stretto al braccio e non si toghe gh occhiah da sole. L'altro figlio, Giambattista, si porta un fazzoletto di carta al viso e singhiozza in silenzio. Perché c'è soprattutto silenzio in questa chiesa affollata, sul sagrato, nei cento metri che vanno da qui al cimitero con il loculo bianco dove finisce Moira che aveva 27 anni e un fidanzato che cercava di amare, che il giorno dopo Pasqua secondo l'accusa - le ha stretto le mani alla gola e per almeno 15 volte ha affondato all'impazzata un coltellaccio da cucina. Dicono che c'entri la cocaina. Dicono che c'entri la vita balorda che faceva lui, svegha all'alba per andare al bar ristorante dei suoi a Severe òhe è in un'altra valle, in provincia di Bergamo. Dicono che c'entrino le troppe notti in giro, il poker e i dadi e il rosso in banca, con lei che voleva almeno unire i conti correnti in attesa di mettere insieme le loro vite. Dice un'amica di Moira: «Lei era il bene, lui era il male». Lei era Moira Squaratti che viveva in Valcamónica, aveva studiato da ragioniera, faceva l'assistente in uno studio dentistico e poi la volontaria all'Avis. Lui è Luigi Marchetti, che sognava una vita veloce e adesso di veloce gli è rimasto solo il Mitsubishi Pajero azzurro, con cui scappa tra la Toscana e il Lazio, ricercato per omicidio volontario aggravato. Sul coltello accanto al letto dell'appartamentino di lei, in via Roma a Paspardo, ci sono le sue impronte digitah. A casa i carabinieri gli hanno trovato una maghetta sporca del san- gue di Moira. E poi c'è la confessione, quella che vale più di ogni prova. Quella fatta a un amico lunedì sera, dopo troppa cocaina, dopo che Luigi Marchetti aveva prelevato 4000 euro dalla cassa del ristorante dei suoi: «Ho ucciso Moira, devi aiutarmi». F.N. non si tira indietro. Va con lui fino a Livorno sul Pajero azzurro, poi lo lascia. Luigi sparisce con i suoi incubi. F.N. va in treno dai genitori in Sicilia, ma poi si presenta ai carabinieri. E il suo racconto lo ripete ai magistrati di Brescia, al pm Savio e al gip Bianchetti che firma l'ordine di arresto per Marchetti. F.N. finisce nel regi-stro degli indagati per favoreggiamento, altri due amici perchè avevano la cocaina. Inseguito, braccato, solo con i suoi rimorsi e la sua paura. Luigi Marchetti non andrà molto lontano. La sua foto tessera, con la faccia di uno che vorrebbe fare il duro e i capelli lunghi che arrivano alle spalle, è sui giornali e ce l'hanno i carabinieri di tutta Italia. I tecnici della scientifica aspettano che usi il cellulare per localizzarlo esattamente. Lui non lo fa, ma telefona ai parenti e agli amici dalle cabine telefoniche. Loro gh chiedono di tomare, hanno già preso contatti con un legale. Lui per adesso dice no, ma lo sa che non potrà scappare per tutta la vita. Quando finiranno i soldi magari userà il bancomat o la carta di credito. E le tracce elettroniche saranno le briciole che i carabinieri aspettano di raccogliere per arrivare fino a lui: «Tanto è solo questione di tempo». La foto tessera dell'assassino è stata diffusa in tutta Italia Gli ìnàiùiìr&ntvasp&ttafìo che i soldi finiscano e che l'uomo usi il bancomat I funerali di Moira Squaratti a Paspardo, In Valcamónica

Persone citate: Fabio Foletti, Gesù, Luigi Marchetti, Moira Squaratti, Pasqua