L'EUROPA FANTASMA di Gian Enrico Rusconi

L'EUROPA FANTASMA L'EUROPA FANTASMA Gian Enrico Rusconi PER mancanza di credibilità politica e militare l'Europa ha perduto l'occasione di intervenite come mediatrice nel conflitto tra Isltótlé e i palestinesi. E' una mortificazione per noi cittadini europèi che facevamo credito àt «governo europeo» di essere capace di una iniziativa autonoma ed efficace. Puntavamo sul prestigio dell'Europa presso i rappresentanti politici dei due popoli in conflitto, che consideriamo amici a diverso titolo storico ma con pari dignità. Invece all'intensità con cui l'opinione pubblica ha assistito alle tragiche vicende dei giorni scorsi ha corrisposto, a livello delle istituzioni europee, un'iniziativa diplomatica impacciata, tardiva, mal preparata. Abbiamo sentito parole accorate e raccomandazioni pressanti. Ma la missione dei rappresentanti europei in Israele ha avuto soltanto l'effetto di mettere più crudamente in luce il dissidio tra il governo Sharon e l'autorità palestinese. Soprattutto si è avuta la sgradevole sensazione che agli occhi israeliani l'Unione europea non ha né l'autorevolezza né le risorse per influire sulla situazione. Ài sospetto di scarsa omogeneità politica intema dell'Unione si accompagna l'assenza di strumenti e di risorse militari per organizzare rapidamente un'eventuale operazione di interposizione 0 di controllo del territorio. A questo proposito viene da sorridere (qualcuno magari con una punta di orgoglio), se il ministro italiano della Difesa non esclude di mandare i nostri Carabinieri nell'area di crisi, mentre a livello europeo l'Unione non è in gradò di disporre di unità di pronto intervento. Se ne parla da anni, in vista sia di operazioni «umanitarie» sia di vere e proprie azioni di guerra. Ma tutto si è insabbiato. L'impotenza militare - in questo caso - è solo l'altra faccia dell'impotenza politica. Un attivo ruolo politico dell'Europa nella composizione del conflitto israelo-palestinese avrebbe potuto cancellare anche l'impressione di una certa dissimmetria di giudizio e di atteggiamento verso le due comunità in conflitto. In alcuni settori sociali e politici europei, infatti, le reazioni e le voci di protesta contro il comportamento del governo e dell'esercito israeliano sono sembrate più alte e più forti che non le voci contro il terrorismo praticato da g ruppi palestinesi. Solo un lineare e attivo impegno dell'Unione europea avrebbe potuto cancellare o correggere questa impressione. Naturalmente adesso l'Europa fiancheggerà l'iniziativa di mediazione degli Stati Uniti, affidata a Colin Powell, a sua volta sostenuta dall'Onu, in collaborazione con i paesi arabi e con la Russia. Pòrse è bene che la composizione del conflitto in Medio Oriente sia l'opera congiunta di molti soggetti e istituzioni internazionali. Ma è inutile negare che tutto si è messo in moto soltanto per un chiaro segnale di Washington. L'Europa fora certamente la sua parte, ma da questa vicenda esce ridimensionata politicamente e moralmente. Chissà se imparerà la lezione, per dotarsi rapidamente di organi decisionali efficienti e di una forza d'intervento militare credibile.

Persone citate: Colin Powell, Europa Fantasma

Luoghi citati: Europa, Israele, Medio Oriente, Russia, Stati Uniti, Washington