RAMALLAH Infuria la battaglia non ci sono più tombe di Aldo Baquis

RAMALLAH Infuria la battaglia non ci sono più tombe CONTINUA L'OCCUPAZIONE PROG RAMALLAH Infuria la battaglia non ci sono più tombe Aldo Baquis TEL AVIV NEL tentativo di decapitare i vertici militari della Intifada ingenti reparti israeliani, assistiti da elicotteri da combattimento, hanno bombardato ieri per dodici ore consecutive alla periferia di Ramallah (Cisgiordania) il comando della Sicurezza preventiva del colonnello Jibril Rajub dove si barricavano centinaia di mihtanti palestinesi, assieme con donne e bambini. Per tutta la giornata Ramallah - che resta sottoposta a un rigido coprifuoco - ha assistito impotente all'infuriare della battaglia di Bitunia che ha avuto momenti altamente drammatici. Ad esempio quando il palazzo principale è stato avviluppato da alte fiamme dopo essere stato centrato da numerosi razzi. O quando i palestinesi sono riusciti a bloccare a lungo un cingolato israeliano penetrato nel cortile interno, minacciando la vita dei mihtari E quando, più tardi, centinaia di combattenti palestinesi sono stati costretti ad arrendersi agli attaccanti, con le mani sulla testa. Anche ieri il presidente Yasser Arafat è rimasto bloccato nel suo ufficio nel quartier generale di Ramallah. Il premier Ariel Sharon ha detto che il Rais potrebbe riguadagnare la libertà se accettasse «un biglietto di sola andata», ossia l'esilio. Dalla sua cella; ii" presidente palestinese ha respinto sdegnato la idea. «Da qua usciremo o a testa alta, o in barella», ha detto il capo della sicurezza generale, colonnello Tawfiq Tirawi, che si trova assieme ad Arafat. Il ministro degli esteri Shimon Peres ha prospettato ad Arafat un'altra via di,uscita. «Dovrebbe una buona volta accettare la proposta di cessate il fuoco avanzata dal mediatore statunitense Anthony Zinni senza alcuna riserva. Allora la Commissione di sicurezza israelo-palestinese potrebbe riunirsi e le violenze cesserebbero». In caso contrario, «a malincuore», Israele sarà costretto a proseguire le massicce perlustrazioni della Cisgiordania per smantellare la infrastruttura terroristica palestinese. Intanto i guerriglieri libanesi Hezbollah hanno cercato di venire indirettamente in soccorso ai palestinesi attaccando due volte l'Alta galilea. Per ora Sharon si è accontentato di lanciare un monito e di ordinare un raid aereo. In futuro, ha avvertito, la reazione israeliana potrebbe essere molto più pesante. Iniziata con la cattura di Ramallah e proseguita con la occupazione di Kalkilya e di Betlemme, ieri la Operazione «Muraglia di Difesa» è proseguita con la occupazione graduale di altre città cisgiordane: Jenin e, parzialmente, Nablus. Oltre un milione di palestinesi si trovano costretti sotto coprifuoco. I viveri scarseggiano, i malati non possono ricevere cure adeguate, a Ramallah si cominciano a temere le epidemie. Nell'ospedale generale di Ramallah, ad esempio, molte scorte mediche sono finite. Agghiacciante a dirsi, c'è il tutto esaurito anche nell'obitorio che avendo solo 20 celle frigorifere non può più ospitare - secondo lo staff locale - i munerosi cadaveri giunti dalle zone di combattimento. Per questa ragione è stato disselciato il parcheggio dell'ospedale e nel campo così sterrato sono stati sepolti i cadaveri che non potevano più essere conservati altrimenti. Fonti locali hanno riferito di un clima di terrore diffusosi fra la popolazione per gli spari dei cecchini israeliani che, a breve distanza dall'ospedale, hanno colpito una donna palestinese di 55 anni uscita allo scoperto con la borsa della spesa. Un convoglio di automezzi diplomatici, che ha cercato di raggiungere la zona dei combattimenti anche per accertarsi che i pacifisti europei impegnati a Ramallah fossero ancora incolumi, non è stato ammesso nella zona dei combattimenti ed è stato obbhgato a tornare a Gerusalemme. Con Arafat neutralizzato nel suo ufficio, gli israeliani vogliono adesso catturare i suoi luogotenenti che - questa è la convinzione a Gerusalemme - rappresentano lo stato maggiore della intifada e della offensiva terroristica. Uno dei primi nomi della Usta dei ricercati è quello di Marwan Barghuti, leader locale di al Fatah e indicato di fatto come il comandante delle Brigate dei martiri di al Aqsa. Vorrebbero catturare anche il colonnello Tirawi, nonché un noto esponente di al Fatah, Rashid Abu Shabak. Ieri intanto a Betlemme una unità israeliana di élite ha eliminato Yihia Dahamashe, indicato come il principale confe¬ zionatore di ordigni delle Brigate al Aqsa. E nell'ufficio del contabile di Arafat agenti israe.liani affermano di aver trovato un documento con le richieste di finanziamento avanzate dalle Brigate al Aqsa a Fuad Shubaki, il consigliere economico di Arafat già coinvolto nella vicenda della Karine A, la nave con armi iraniane catturata nel Mar Rosso. Secondo Israele, potrebbe essere questa una prima prova del legame istituzionale fra l'entourage di Arafat e le Brigate al Aqsa che sono state protagoniste di ripetuti attentati, anche suicidi. Dalla sua prigionia Arafat ha forse seguito con apprensione la trattativa condotta con la mediazione della Cia fra il generale israeliano Gershon Yitzhak e il colonnello Rajub per por fine all'assedio di Bitunia. In seguito all'accordo centinaia di militanti si sono arresi agli israeliani che hanno subito vagliato la loro identità nella speranza di trovare ricercati. In serata Mahmud a-Zahar, un dirigente di Hamas, ha apertamente accusato Rajub di aver aggirato Arafat e di aver raggiunto l'accordo con gli israeliani senza consultarsi con nessuno. In passato il colonnello era stato sospettato più volte di voler defenestrare Arafat e un giornale israeliano aveva scritto che per la sua insolenza era stato schiaffeggiato dal presidente in persona. Rajub aveva allora respinto ogni addebito. Ieri Hamas lo ha comunque minacciato. «Se qualcosa dovesse accadere ai militanti di Hamas, della Jihad islamica o anche di al Fatah caduti a Bitunia nella mani di Israele ha avvertito a Zahar - sapremmo a chi fame pagare il conto». IL SUPER TANK MERKAVA Il Merkava è il principale mezzo blindato in servizio nelle Forze israeliane. L'ultimo modello, l'MK3, è entrato in servizio all'inizio del 1990. Le sue principali caratteristiche sono un nuovo sistema di sospensioni e di trasmissione, il cannone potenziato e una particolare corazza di protezione. E' proprio quest'ultima caratteristica che fa dell'MKS un' mezzo che offre maggiore sicurezza per l'equipaggio. La protezione e data da speciali moduli blindati, attaccati al tank da particolari bulloni. Non solo: anche il motore è posto anteriormente per fare da scudo all'equipaggio. C'è uno speciale «ombrello» protettivo per II comandante, che lo métte al riparo dai proiettili di rimbalzo quando il portello d'entrata è aperto. Una speciale aifnataraS posta lungo la fiancata per proteggere il serbatoio del carburante e il comparto delle munizioni. CARATTERISTICHE TECMICHE Peso 61 tonnellate Lunghezza 7600 mm Lunghezza con il cannone in posizione anteriore - - ' .:' '- - - - ^ '"'?s: - 8780mm Larghezza massima 3700 mm Altezza massima 2760 mm Raggio di azione su strada 500 km Velocità massima Velocità media 55 km/h Retromarcia Motore 38 km/h 25 km/h 8B2kW TCM diesel WDS^f790-9AR Altezza degli ostacoli che è in grado di scavalcare 1 m Larghezza massima superabile Prbronclità del guado 3.5 m 1.38 Serbatoio 1 m 12S0 Irtri Arma principale cannone: 120 mm Mitragliatrice coassiale Mitragliatrice anti-uomo" 7j62mm Mitragliatrice del comandante 2 x 7.S2mm 12.7 mm Mortaio leggero 60 mm La sede della Sicurezza palestinese a Ramallah in fiamme: 300 palestinesi che vi erano asserragliati si sono arresi

Luoghi citati: Betlemme, Cisgiordania, Gerusalemme, Israele, Tel Aviv