Come si cancellano le ustioni

Come si cancellano le ustioni | UNA BANG A DELL A PELLE Come si cancellano le ustioni PROGRESSI E RICERCHE GRAZIE ALLA FONDAZIONE PER LA CURA DELLE CICATRICI CREATA A TORINO DA SIMONE TEICHALASIA, PIONIERE DELLA CHIRURGIA PLASTICA Vittorio Ravizza ANCORA non molti anni fa, pur dopo importanti progressi nella terapia delle ustioni, le vaste cicatrici che segnavano il corpo dei pazienti dopo la guarigione dovevano essere considerate delle patologie secondarie, pressoché fatalmente connesse con le ustioni stesse. Sono cicatrici che spesso provocano nei pazienti angosciosi riflessi psicologici, devastanti sentimenti di esclusione, non di rado sottolineati dall'atteggiamento di repulsione da parte degli altri; ma sono anche causa di gravi invalidità perché impediscono, ad esempio, certi movimenti degli arti, delle mani, della testa. Questo tipo di danno è stato progressivamente hmitato con il mighoramento deUe terapie ma non ancora interamente risolto; la genesi eh queste "cicatrici patologiche", o cicatrici ipertrofiche, non è ancora del tutto chiara; nella fase di guarigione dell'ustione la cre¬ scita del tessuto riparatore pare sfuggire a ogni controllo e proliferare oltre misura. Tuttavia le ricerche più recenti, in cui sono coinvolti immunologi e genetisti, hanno consentito di individuare alcuni dei processi biologici all'origine di questo evento; è stato cioè messo in luce un rapporto molto stretto tra le cicatrici patologiche e il sistema immunitario. Su questo terreno stanno muovendosi anche i ricercatori della Fondazione Piemontese per gli Studi e le Ricerche sulle Ustioni che ha sede al Centro Traumatologico di Torino (Cto). In una recente ricerca (Castagnoli et al.), pubblicata da "The journal of investigative dermatology", ad esempio, si legge che «esistono numerose evidenze che processi immunologici come l'infiltrazione di linfociti T attivati o l'alterata produzione di citochine possono avere un ruolo nella formazione di cicatrici ipertrofiche». La Fondazione è nata nel 1983 per impulso del professor Simone Teich Alasia, un pioniere della chirurgia plastica, lo stesso che già nel 1967 ha potuto aprire, sempre al Cto, il Centro Grandi Ustionati, il primo in Italia, progettato con i più moderni criteri dell'epoca. «Fino ad allora - ricorda Teich Alasia - non esisteva nel nostro paese alcun centro ospedaliero organizzato per un trattamento specifico. Gli ustionati erano trattati nei comuni reparti traumatologici o qualche volta in quelli di rianimazione. Anche quando si riusciva a salvare la vita a qualche ustionato grave le conseguenze dovute alle cicatrici erano sempre disastrose». Il Centro Grandi Ustionati ha fatto compiere alla terapia progressi fondamentali, ottenendo la sopravvivenza di persone che altrimenti sarebbero state condannate; l'esperienza del Centro ha messo in evidenza i vantaggi di un trattamento interdisciplinare delle grandi ustioni in cui concorrono la rianimazione, la chirurgia, la riabilitazione (tanto da far emergere una figura nuova, l'ustionologo, che assomma le conoscenze prima ripartite tra vari speciahsti) e l'utihtà deh' apporto degh studi istologici, farmacologici, biologici e biochìmici per affrontare situazioni complesse; in questa ottica assumevano particolare rilievo le cicatrici ipertrofiche. Quando nacque la Fondazione Piemontese per gh Studi e le Ricerche sulle Ustioni «con lo scopo - come ricorda Simone Teich Alasia - di approfondire aspetti ancora poco conosciuti della complessa tematica delle ustioni e per svolgere ricerche mirate a rendere meno gravose le conseguenze dei suoi ancora inevitabili esiti», il problema delle cicatrici patologiche fu subito in primo piano; così come divenne subito evidente ai medici che per primi in Itaha, nel 1986, avevano utilizzato nei reparti del Centro la cute coltivata, lutilità di disporre di una banca della pelle che consentisse di intervenire fin dal momento dell'arrivo al pronto soccorso di pazienti gravi, con il corpo ustionato per il 75-80 per cento. La banca della pelle è ormai una realtà pienamente funzionante anche grazie all'aiuto scientifico ed economico della Fondazione; la quale nel frattempo ha finanziato fino a oggi 70 progetti di ricerca, molti dei quali hanno portato a risultati innovativi riconosciuti anche all'estero, e prodotto oltre 150 pubblicazioni su riviste specialistiche nazionali e intemazionali. Oltre agh studi sulle cicatrici, ha affrontato numerosi altri temi che vanno dal recupero della sensibilità delle parti ustionate al trapianto della cute coltivata in vitro, allo studio dei fattori ormonali nella fase acuta della malattia. Ha svolto una capiUare opera dì informazione e prevenzione considerato il gran numero dì persone che continuano a ustionarsi in casa o sul lavoro per disattenzione o ignoranza delle norme di sicurezza. Soprattutto ha assunto un ruolo centrale nell'intera problematica della cura delle ustioni. Indipendente, ma affiancata anche logisticamente al Centro Grandi Ustionati, la Fondazione rende possibile una stretta collaborazione tra ricercatori di base (tra i quah molti giovani che possono usufruire di borse di studio in Itaha e all'estero) e i clinici impegnati nelle sale operatorie e negh ambulatori; ciò favorisce un efficace, reciproco, continuo scambio dì conoscenze, con ricadute immediate nella diagnostica e neUa terapia. Un esempio piuttosto raro in Itaha, che dura e cresce da vent'anni.

Persone citate: Castagnoli, Simone Teich Alasia, Teich, Vittorio Ravizza

Luoghi citati: Cto, Italia, Torino