Ultimatum dei militari al Raìss: consegnate le armi

Ultimatum dei militari al Raìss: consegnate le armi PALESTINESI: L'ESERCITO MINACCIA DI ENTRARE NELL'UFFICIO DEL PRESIDENTE ANP A RAMALLAH Ultimatum dei militari al Raìss: consegnate le armi Un altro kamikaze si fa esplodere in un caffè di Tel Aviv, trenta feriti AldoBaquis TELAViV Ullimalum di Israele ad Arafat e alla sua coorte asserragliala nel bunker di Ramallah, secondo fonti palestinesi: consegnate le armi e arrendetevi. Nel secondo giorno dell'assedio i soldati israeliani cercavano ieri di entrare nel «cervello» dell'Intifada, per requisire nella Muqata documenti di intelligence ma soprattutto per catturare non tanto il leader palestinese, del quale lo stesso primo ministro Sharon ha garantito l'incolumità alla Casa Bianca, quanto i dirigenti dei gruppi radicali palestinesi che avrebbero trovato rifugio nell'edificio. Con loro ci sarebbero anche gli assassini del ministro Zeevi, che da tempo Arafat viene accusato di proteggere. Soltanto una porta blindata separava ieri sera il presidente Anp dai militari, in un crescendo di tensione acuito dall'ennesimo gesto terroristico. Un kamikaze, infatti, si è fatto esplodere nel centro di Tel Aviv, in un caffè, provocando numerose vittime. Poche ore prima due altri kamikaze erano stati intercettati e uccisi in territorio israeliano mentre si accingevano a compiere un'altra strage: militanti delle Brigate dei martiri di al-Aqsa, un gruppo legalo ad al Fatah. Obiettivo del premier Ariel Sharon è dimostrare in maniera inconfutabile, in primo luogo agli Stati Uniti, che la grande offensiva terroristica da cui Israele è stato inseguinato in queste settimane è slata concepita proprio negli uffici di Arafat, che ieri sono slati passali al setaccio sebbene da New York il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite avesse invocalo la cessazione immediala dell'operazione militare e il ritiro incondizionalo delle forze israeliane. Da Gerusalemme, invece, Sharon ha dato ai suoi comandanti altro tempo affinchè completino la missione assegnala loro. Questi, in serata, hanno dunque stretto d'assedio anche il comando della sicurezza preventiva a Betunya (Ramallahl dove avrebbero trovalo riparo decine di ricercali palestinesi fra cui il leader di Tanzim, Marwan Barghuti, a cui hanno lancialo un ultimatum affinchè si arrenda. Reparti militari israeliani si sono spinti inoltre a Betlemme (in seguilo a un attacco di mortai contro il vicino rione ebraico di Ghilò) e nel nord della striscia di Gaza. Il richiamo di circa 20 mila riservisti e stalo completalo nella serata di ieri. Subilo dopo lunghe colonne di automezzi militari sono state viste dirigersi verso la Cisgiordania meridionale e verso il Nord della striscia di Gaza. Malgrado le pressioni delle Nazioni Unite, degli Stati Uniti e della diplomazia europea l'Operazione Muraglia di Difesa è dunque destinala a proseguire con l'invasione di altre città palestinesi. In serata un dirigente della Anp ha fatto appello alla mobilitazione generale di tutti i militanti di al Fatah. Fra i dirigenti palestinesi catturati ieri a Ramallah figurano Sakher Habbash, un membro del comitato esecutivo dell'Olp ritenuto anello di collegamento fra Arafat e i gruppi massimalisti della lolla armala. Con lui sono stati catturati anche un dirigente del Fronte democratico (Abu Leila, ossia Kayes Abdel Rahim) e due dirigenti delle Brigale dei Martiri di al Aqsa. Uno di questi, Abdel Karim Awes, è ritenuto il numero due dell'organizzazione ed è scampato a due tentativi di eliminazione fisica da parte di Israele. Secondo alcune informazioni, sarebbe alle dipendenze del colonnello Tawfiq Tirawi, uomo di fiducia di Arafat. L'altro è Khader Debaya: responsabile delle Brigate al Aqsa nella zona di Jenin, è sospettato di aver lancialo in Israele numerosi kamikaze. Con la loro cattura, e con i loro prevedibili interrogatori, Israele vuole dunque preparare una documentazione che sostenga le proprie accuse contro Arafat di essere lui slesso la mente dietro al terrorismo palestinese. Ma mentre Sharon colpiva nelle retrovie palestinese, i palestinesi hanno colpito a loro volta nelle retrovie israeliane. Erano le 21.30 quando un kamikaze è entrato al My Coffee Shop, un caffè mollo frequentato in particolare il sabato sera. Come in casi analoghi in passato, la devastazione è stala enorme. L'esplosione - la seconda in due giorni in Israele, dopo quella di una kamikaze pale¬ stinese a Gerusalemme - ha provocato decine di feriti. A quanto pare, il kamikaze era un militante delle Brigate al Aqsa giunto da Nablus. Nel frattempo un altro fronte, quello al confine con il Libano, è rientralo in attività quando guerriglieri libanesi Hezbollah barino attaccato a sorpresa tre postazioni israebane alle pendici del Monte Hermon. La reazione israeliana è stata immediata. Elicotteri israeliani hanno bombardato obiettivi della guerriglia nel Libano meridionale. In seguito il ministro della Difesa Ben Eliezer ha accusato la Siria di essere responsabile dell'aggressività degli Hezbollah. Sharon ritiene che nel bunker si celino capi del terrorismo e gli assassini del ministro Zeevi. Vorrebbe dimostrare in maniera inconfutabile che il cuore del terrore è in quell'edificio Palestinesi arrestati dall'esercito israeliano a Ramallah con le mani dietro la nuca accanto a un carro armato: Sharon ha ordinato una grande retata di terroristi nei territori dell'Autonomia