«L' Inchìesta non sì ferma, Anna Maria resta indagata»

«L' Inchìesta non sì ferma, Anna Maria resta indagata» LA REAZIONE DEI MAGISTRATI DI AOSTA. IL PM CUGGE: «NON CE L'ASPETTAVAMO» «L' Inchìesta non sì ferma, Anna Maria resta indagata» Il procuratore Bonaudo: «L'arresto della donna? La mia coscienza è tranquilla» «No, certo che no, non me l'aspettavo, ma sono serena, tranquilla, come sempre. Adesso aspetto le motivazioni». Stefania Cugge, sostituto procuratore di Aosta, magistrato inquirente sul «caso» Cogne, è in vacanza per il ponte di Pasqua. E' sorpresa dell'ordinanza del Tribunale del riesame, così come lo sono Maria Del Savio Bonaudo, procuratore capo, e Fabrizio Gandini, il giudice delle indagini preliminari che ha firmato l'ordinanza di arresto, in calce a 85 pagine di argomentazioni. Tre magistrati accomunati dalla convinzione phe l'inchiesta ha raccolto indizi sufficienti per indagare Anna Maria dell'omicidio del figlio e per deciderne l'arresto. Li abbiamb"sentiti tutti fftre. ^ Procuratore D'el Savio Bo- naudo, è amareggiata? «No, soltanto un po' sorpresa, questo sì. L'amarezza non è un sentimento di reazione a quanto accaduto perché qui non si tratta di parti che vincono, né di quelle che perdono. Insomma, non ci sono in un processo vincitori e vinti, c'è soltanto la Giustizia che deve vincere. Così deve essere. Vede, esistono per fortuna i mezzi di impugnazione di una decisione e la difesa ha esercitato questo suo diritto e c'è stata una decisione da parte del Tribunale del riesame». Che cosa non ha convinto i giudici di Torino? «Non posso certo saperlo, non conosciamo le motivazioni della decisione, sappiamo soltanto che Anna Maria Franzoni è stata scarcerata perché è stata annullata l'ordinanza di custodia cautelare. Forse gli indizi che sono stati da noi interpretati come gravi hanno avuto un'altra valutazione, oppure le esigenze cautelari non sono state ritenute tali. Ogni congettura è comunque prematura, bisogna leggere le motivazioni, quindi decidere il da farsi, se ricorrere in Cassazione». Anna Maria è stata quindici giorni in carcere. Questo le crea problemi di coscienza? «Neppure uno. Noi cerchiamo la verità e per noi c'erano esigenze cautelari importanti da mettere in atto. Guai se fossimo tormentati da questo tipo di problemi. Per questo abbiamo chiesto l'arresto della signora Franzoni. L'abbiamo fatto in coscienza, sulla base di un'inchiesta. Voglio dire che c'erano le ragioni. La richiesta che abbiamo fatto, dico quella di carcerazione, era da noi sentita come una profonda responsabilità. Ripeto che cerchiamo la verità, non vittorie». La perizia psichiatrica ad Anna Maria verrà fatta? «Certo, le indagini non si fermano. La signora resta indagata per omicidio volontario e noi abbiamt) il dovere di proseguire e concludere l'inchiesta». Forse i giudici hanno ritenuto poco convincente la spiegazione scientifica dell'indizio del pigiama. Anche il gip nella sua ordinanza ha dedicato poche pagine a questo aspetto. «Il gip ha dimostrato di non aver preso troppo in considerazione la relazione del Ris perché non l'ha elaborata. Però la collega Stefania Cugge ha chiarito il punto durante l'udienza di venerdì. Non credo che tutto ciò sia stato determinante». E le altre piste d'indagine? Potrebbe aver pesato il fatto che la difesa ha insistito sulla scarsa con- siderazione che hanno avuto nella vostra inchiesta? «Mi sorprenderebbe se ci fosse tutto ciò nelle motivazioni. Mi pare una congettura inverosimile». Fabrizio Gandini, giudice delle indagini preliminari, aveva detto «sì» alla richiesta d'arresto della Procura. Aveva argomentato con sicurezza perché riteneva che ci fossero fondati e gravi indizi per la misura cautelare del carcere. Come commenta la decisione dei giudici torinesi? «Non è mio compito farlo e sui fatti di inchiesta non ho nulla da dire. Le indagini spettano alla Procura, io continuo a fare il gip, anche per questo caso. Questa è un'occasione per ricordare che cosa significa il principio di non colpevolezza». Cioè? «Intendo dire che tutto ciò ci deve far riflettere sulla valenza del concetto di non colpevolezza, un principio che va difeso una volta di più e che dimostra come sia difficile il percorso dell'accertamento della verità. Come sia difficile anche nei casi più semplici». Crede siano stati fatti er- rori? «L'errore è sempre possibile. Se io ne ho fatti me ne assumerò la responsabilità. Certo è che io ho firmato l'ordinanza, quindi gli errori, per lo meno di controllo, se ci sono stati, sono soltanto miei. Non mi autocrocifiggo, sia chiaro, è una semplice quanto logica constatazione. Se c'era un errore formale nell'inchiesta io non me ne sono accorto, dunque l'ho fatto anch'io. Ho ordinato la custodia in carcere di Anna Maria Franzoni perché ero convinto». [e. mar.] ÉLÉL II gip Gandini: "" credo che gli errori siano sempre possibili Se io ne ho fatti risponderò per questo e me ne assumerò di certo tutta fò A la responsabilità 77 jmtg* Di sicuro ™" ho firmato io l'ordinanza e quindi il controllo dipendeva da me Non voglio autocrocifiggermi, questa è soltanto una tìkfò constatazione 77 é6 II procuratore: chiedendo la custodia cautelare siamo stati scrupolosi Ritenevamo che ci fossero tutte le ragioni E poi cerchiamo delle verità, non vittorie 99 ^Ék Evidentemente "" non è stata . presa troppo in considerazione la relazione scientifica Adesso bisogna leggere con attenzione le motivazioni per decidere Atf| se fare ricorso 77 Il gip Fabrizio Gandini Il procuratore capo Maria Del Savio Bonaudo e il pm Stefania Cugge

Luoghi citati: Aosta, Cogne, Torino