Sequestro-lampo per un dodicenne

Sequestro-lampo per un dodicenne OSTUNI, IL PADRE E IN UN CLAN DI CONTRABBANDIERI. IL RAGAZZINO HA CHIAMATO I GENITORI E POI IL 113 Sequestro-lampo per un dodicenne Liberato dopo 24 ore, forse un regolamento di conti Tonio Aitino BRINDISI Rapito mercoledì sera a Ostuni da un commando che ha agito in stile militare, il figlio dodicenne di un personaggio vicino ai clan del contrabbando è stato rilasciato ieri alle 21.15 a Nardo (Lecce), accanto a una cabina telefonica. Ha così potuto avvertire i genitori e subito dopo il 113: una volante l'ha raggiunto in pochi minuti. Un sequestro-lampo concluso dopo che carabinieri e polizia avevano scatenato una caccia all'uomo. Il ragazzino, strappato ai genitori da una banda di malviventi armati di pistole e mitragliette, era stato portato via in pochi secondi. In azione sette uomini col volto coperto e che indossavano tute aderenti. Erano le 22.30 di mercoledì. Ieri sera il giovane ha telefonato a casa, ha detto ai genitori di essere stato liberato. I parenti hanno chiamato la polizia. Il ragazzino - le sue condizioni di salute sono buone - è stato condotto in commissariato e ha potuto raccontare la vicenda. Ha detto di essere stato tenuto prigioniero da una decina di persone. Volevano soldi, cinquantamila euro di riscatto. Poi hanno rinunciato avendo capito di essere braccati. Il sequestro sarebbe stato compiuto da uomini affiliati alla Sacra Corona Unita: è l'ipotesi del pm della Dda di Lecce, Leonardo Leone de Castris. Il padre del ragazzino, 34 anni, fa il contrabbandiere di sigarette da tempo e sarebbe stato in grado di racimolare in poche ore il danaro per pagare il riscatto: nel corso degli ultimi anni avrebbe messo insieme una piccola fortuna. Si è chiuso così un sequestro che aveva molto preoccupato gli investigatori: temevano, per le modalità, la notorietà del padre e i precedenti poco confortanti, che la vittima potesse rischiare la vita. Il 12 settembre '99 fu rapito a Tuturano, nella sua abitazione, Giovanni Maniglio, autista di bus a Brindisi; il 17 maggio 2001 Giuseppe Scarcia, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Azioni spettacolare, eseguite davanti ai congiunti. Uccisi entrambi. Questo si temeva. Ma sul sequestro c'è molto da capire. Soprattutto chi vi sia dietro, chi esigeva un riscatto certo non esorbitante. Questo garbuglio si potrà dipanare nelle prossime ore. Era stato il magistrato a parlare subito di «probabile sequestro di persona». Probabile, perché si capiva fin dalle prime battute che c'era qualcosa di strano. E tutto ruotava, fin dall'inizio, attorno alia figura del padre e al suo ruolo nelle organizzazioni contrabbandie¬ re. Il figlio - si pensava - poteva essere stato rapito per vendetta. Di qui il timore per la sua vita. Sono le 22.30 di mercoledì, periferia di Ostuni, dove la famiglia vive in una masseria. Il ragazzino sta rincasando insieme col padre, la madre, il fratello e la sorella. I rapitori, che hanno seguito l'auto, un'Opel station wagon, la bloccano prima che arrivi a casa e dopo avere esploso in aria alcunicolpi 1- ingaggiano ùna'òollùttazione col capofamiglia: gli chiedono danaro, poi prendono come ostaggio il dodicenne e scappano. L'allarme non scatta immo¬ diatamente. Il padre del ragazzo denuncia il rapimento alcune ore dopo, alle cinque del mattino, avendo evidentemente cercato nella notte, invano, di venire a capo del sequestro. La chiave del giallo è lui. I suoi rapporti con i clan contrabbandieri, i suoi (eventuali) debiti o difficili relazioni con qualcuno che conta. L'uomo viene ascoltato per quattro ore dal magistrato che incontra anche la madre e altri parenti. Se il padre del rapito',' òbriàiderato molto vicino al boss del contrabbando Francesco Prudentino, è una vecchia conoscenza degli investigatori (fu arrestato un anno fa), lo «io. proprietario della masseria vicino alla quale è avvenuto il rapimento e in cui vive la famiglia, fu sorpreso tre anni fa con un arsenale, pistole e fucili che aveva nascosto in un casolare. Siamo veramente di fronte a un semplice sequestro per estorsione? A un atto dimostrativo? A una vendetta trasversale? Scatta un'imponente ricerca con centinaia di uomini impegnati nella provincia Èrindisina. Il capo della polizia è in boriante contKltlo'gbr^uèistore, si prepara l'arrivo in Puglia dei reparti speciali di polizia, carabinieri e guardia di finanza. Poi, ieri sera, il dodicenne viene liberato. la casa dove vive il bambino di 12 anni rapito mercoledì sera

Persone citate: Castris, Francesco Prudentino, Giovanni Maniglio, Giuseppe Scarcia, Leonardo Leone

Luoghi citati: Brindisi, Lecce, Ostuni, Puglia