Framura: la bellezza del paese che non c'è di Maurizio Ternavasio

Framura: la bellezza del paese che non c'è LA LIGURIA Al PIEDI DEL PASSO DEL BRACCO. DIETRO L'ANGOLO: LE CINQUE TERRE Framura: la bellezza del paese che non c'è WEEKEND Maurizio Ternavasio — RAMURAèilpaesechenon esiste. L'unico cartello che ne riporta il nome è quello della stazione ferroviaria, ad un tiro di schioppo dal mare. lì però, a parte una villa sulla scogliera, non c'è traccia di case. I pochi treni che fennano quaggiù, lasciano perplessi i viaggiatori. Dove sarà mai Framura? L'Amelia corre a dodici chilo- metri di distanza e il casello autostradale più vicino, quello di Deiva, è a oltre quindici chilometri. Framura è un posto fuori dal mondo, ha poco più di ottocento abitanti ed è suddivisa in quattro nuclei abitati, che da un'altezza di 250 metri scendono sino al litorale. Eppure questo nascosto angolo di Liguria è bellissimo in tutte le stagioni, strano, unico, irripetibile. Anche perché il mare è sempre straordinariamente selvaggio, nitido e gorgogliante, e tutt'intomo la collina s'meipica luminosa, fertile di calore e di colore. Se si decide di usare l'auto, si giunge a Costa, la frazione posta più in alto, dal Bracco, dopo essersi lasciati alle spalle l'agglomerato di Castagnola. Dalla suggestiva balconata a picco sul mare nei pressi della torre medievale della chiesa di San Martino, si scopre l'arcano: Framura, la cui origine risale alle popolazioni liguri preromane, il cui principale centro fortificato era costituito dal castelliere posto sul Monte Vigo, è composta da una serie di frazioni (Costa, Setta - dove ha sede il Comune - Ravecca e Anzo) che paiono del tutto a sé stanti. E se gli alberghi scarseggiano, sono cinque i campeggi: nel periodo di maggior afflusso fanno sì che il numero di presenze arrivi quasi a triplicare. Le prime notizie su Framura risalgono al 1128. Un secolo e mezzo più tardi la podesteria passò prima sotto il dominio dei Da Passano e quindi sotto la protezione della Repubblica di Genova, che provvide a migliorarne le difese erigendo diverse torri tuttora in buono stato di conservazione. La vita economica del luogo è stata a lungo legata a filo doppio all'agricoltura. Se nel 1773 il celebre cartografo Matteo Vinzoni scriveva che (di territorio è produttore di vini generosi, ottimo olio, castagne, sontuose frutte, pascoli, qualche biade, boschi, aranci e cedri, e limoni e ortaglie per il suo bisogno», negli ultimi trent'anni anche in questa desolata landa ligure il turismo è cresciuto d'importanza. Ma la configurazione orografica, il limitato numero di infrastrutture e la scarsa propensione degli abitanti a snaturare il loro gioiello, hanno di fatto preservato fl contesto paesaggistico. Le vestigia più importanti, in particolare la pieve di San Martino di fondazione preromanica a Costa, al cui intemo sono conservate pregevoli tele di Bernardo Strozzi, e la torre di guardia genovese del XV secolo di Anzo, fanno da cornice ad uno splendido panorama, che si apprezza in particolare proprio dall'affaccio di Costa, che da su un suggestivo declivio di mille sfumature ripidamente declinante verso il mare. In questa frazione vi è un'unica stretta via impreziosita da balconi fioriti, da basse case dai tipici colori liguri, da armoniosi portoni inframmezzati da piccoli orti e da muretti a secco. La vita che vi si respira sembra di altri tempi. Scendendo lungo una profumata scalinata immersa nel verde che, toccando tutti i nuclei abitati, conduce sino al mare, si giunge a Setta, il centro nevralgico del sistema-Framura: qui vi sono un paio di bar con rivendita di tabacchi e giornali, una pizzeria, l'ufficio postale, qualche bottega ed un emporio. Poco più in basso si trova invece Ravecca, la frazione più piccola: l'unica stradina è impreziosita da bei caseggiati e da rigoghose piante di aranci. Anzo, il nucleo abitativo più vicino al litorale, ricorda di primo acchito un borgo medievale in miniatura, con quelle scalette, le arcate e i sottopassi; a metà del paesino soi^ge una curiosa casa rinascimentale ricca di orpelli decorativi. Angoli suggestivi esaltano portali inaspettati, gradoni particolari e improvvisi scorci che lasciano intravedere rigogliose porzioni di campagna. Intanto il mare è sempre più vicino. La scalinata e la carrozzabile si congiungono finalmente nei pressi della ferrovia, la cui arcata funge da rimessaggio per un porticciolo protétto dal grande scoglio su cui svetta ima Madonnina. Tra la stazione e la punta Apicchi si aprono piccole spiagge in parte riparate da dighe appena accennate. Il bagno a Framura è meta fissa per chi, con la barca, proviene da Ponente come da Levante. I rossastri basalti verso Punta dei Marmi costituiscono un'anteprima deUe grotte, delle calette, degli anfratti, delle scogliere e delle baiette che accompagnano i navigatori verso l'incanto delle Cinque Terre, che paiono proprio dietro l'angolo. Ghardaia, l'ultima delle città della pentapoli ad essere fondata nel 1053. La prima fu El Atteuf, "il tornante", nell 011 ; poi Bou Noura, "la luminosa", nel 1048; Beni Isguen, "la pia", e Melika, "la regina", nel 1050. Uno scorcio di Framura TAGLIATELLE CON SCAMPI E ZUCCHINI a Vale la pena un saito al Meri, in localrtàCosta 0187/823059). Con circa 40 mila lire, vini discreti e un buon ibridotra la cucina di maree di terra. Funghi, tagliatelle con scampi e zucchini e grigliata mista di pesce. E poi Silvia, (sempre a Costa. 0187/810021): con circa 35 euro si gustano ottimi piatti di pesce fresco locate, bevendo bottiglie degne di menzione.

Luoghi citati: Amelia, Framura, Genova, Liguria