Tangenti sugli appalti, cinque arresti
Tangenti sugli appalti, cinque arresti INCHIESTA SUL PATRIMONIO DELL'ISTITUTO DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE: IN CELLA IL DIRETTORE LOMBARDO Tangenti sugli appalti, cinque arresti «Garetruccate all'lnpdap di Milano» MILANO La Porsche blu da 185 milioni al posto della bustarella in contanti, il frazionamento dell'appalto invece del bando di concorso. Dai tempi di Mario Chiesa in fondo è cambiato poco nel mondo delle tangenti e degli appalti pubblici. Cosi come è cambiato poco nello svolgimento delle indagini, visto che anche in questo caso, gli inquirenti sono riusciti a filmare e registrare in voce il momento in cui veniva truccata una gara d'appalto. E' quanto dimostra l'ultimo scandalo scoperto dalla procura di Milano che coinvolge la gestione del gigantesco patrimonio immobiliare dell'Inpdap (Istituto nazionale di previdenza dell'amministrazione pubblica) e che ieri ha portato in carcere 5 persone accusate a vario titolo di corruzione e turbativa d'asta. Si tratta del direttore regionale in Lombardia dell'Istituto, Fabio De Angelis, di due funzionari dello stesso, Gianfranco Cullo e Rocco Gioffre (finiti agli arresti domicihari) e di due imprenditori: Antonio Cesarini, titolare della Simi, un'impresa di pulizie e servizi, e Luciano Di Vincenzo, titolare della So.Ge.Di srl, società di ristrutturazioni. A svolgere l'operazione, il nucleo regionale di Polizia Tributaria che ieri all'alba ha eseguito i provvedimenti firmati dal gip Aurelio Barazzetta. Ma nell'inchiesta, coordinata dal pm Paolo lelo, sono finiti altri indagati per un'ipotesi di abuso d'ufficio: tra le carte sequestrate ieri mattina nell'ufficio del direttore generale De Angelis sono state infatti ritrovate lettere e documenti che paventerebbero presunte irregolarità nell'assegnazione degli alloggi Inpdap. Tra queste, un biglietto scritto da un magistrato, non milanese, che raccomandava una casa per i due nipoti. Una pratica risolta con «pronta esecuzione». E poi la richiesta di un altro magistrato per conto del figlio. Infine la domanda di una donna che si spacciava per sostituto procuratqre, senza ovviamente esserlo. Insomma, a quanto pare all'lnpdap erano molto sensibili al fascino delle toghe. Ma non solo. A portare in carcere De Angehs sono state anche le «spacconate» che lo stesso amava fare nel corso delle sue conversazioni ambientali e telefoniche, dimostrando di sentirsi «sicuro» nelle sue attività poco lecite. In un'intercettazione, ad esempio, il direttore regionale dell'Inpdap si vanta di aver ricevuto notizie - ma su un'indagine diversa da quella in corso - «da un magistrato definito di altissimo livello della procura della Repubbhca di Milano». Un bluffo qualcosa di più serio? Per il momento gli inquirenti mantengono un riserbo strettissimo. Nel corso delle indagini è emerso che un militare della Guardia di Finanza di Lodi si sarebbe messo in contatto con un cohega milanese per avere delle informazioni di prima mano sull'inchiesta condotta da lelo sempre per conto di De Angelis che avrebbe fatto anche un tentativo (ampiamente fallito) di fare pressioni sia su agenti di polizia giudiziaria che sullo stesso magistrato. E' un'indagine insomma che potrebbe riservare sorprese. Gli aspetti da accertare sono ancora tanti. Il pm vuole capire infatti come mai l'Inpdap riusciva ad eludere l'obbligo di inviare al Comune l'elenco degli stabih sfitti da assegnare agh sfrattati, concedendoli invece per via «discrezionale» ad altri richiedenti. Di sicuro per favorire i due imprenditori. De Angehs in un caso ha frazionato la ristrutturazione della sede del- l'Inpdap per aggirare le procedure di una gara d'appalto pubblica e nell'altro, per assegnare l'appalto deUe pulizie, ha addirittura cambiato la busta dell'offerta presentata dalla Simi, con la complicità dei due funzionari. In cambio la promessa di tangenti e una Porsche nuova fiammante dal valore di 185 milioni: un vizietto antico, questod ella Porche, visto che nel '97, il potente direttore regioanle era stato fermato dalla polizia stradale a bordo di un'altra potente vettura, sempre pagata dallo stesso imprenditore, [p. col.] Nel mirino dei giudici la gestione immobiliare dell'lnpdap di Milano
Persone citate: Antonio Cesarini, Aurelio Barazzetta, De Angelis, Gianfranco Cullo, Luciano Di Vincenzo, Mario Chiesa, Rocco Gioffre, Simi
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