007 infiltrati per 12 mesi, sgominata banda di narcos di Francesco Grignetti

007 infiltrati per 12 mesi, sgominata banda di narcos OPERAZIONE CONGIUNTA DELLA POLIZIA E DELL'FBI: «UN ECCEZIONALE LAVORO DI SQUADRA IN DUE CONTINENTI» 007 infiltrati per 12 mesi, sgominata banda di narcos I boss albanesi barattavano l'eroina in cambio della cocaina, 9 arresti in tutta Italia Francesco Grignetti ROMA Si sono insediati in Italia da anni. Hanno fatto affari con il traffico di immigrati. Poi con l'eroina. Ora pensavano di allargarsi al mercato della cocaina, che è monopolio dei sudamericani, e che passa ancora per le mani degli italiani. Stavano perciò mettendo in piedi un baratto in piena regola, eroina contro cocaina, per rifornirsi in Nordamerica e inondare l'Italia. Fino a ieri. Il servizio centrale operativo della polizia, con le squadre mobili di Lecce e Venezia, in collaborazione con la agenzie federali statunitensi Fbi e Dea, ha sgominato una pericolosa banda di trafficanti albanesi che stava sperimentando una nuova maniera di fare affari (sporchi). L'indagine è durata un anno. Coinvolti, oltre gli italiani, agenti turchi, albanesi, americani, canadesi. Un eccezionale lavoro di squadra in giro per il mondo, coordinato dalla procura di Lecce. Il gruppo albanese era imperniato su un clan di Fier, nell'Albania meridionale. Da lì venivano i due fratelli terribili Besnikie Gramos Murataj, insediati a Jesolo (Venezia), in contatto con le mafie turche dell'eroina, ma anche con boss italoamericani di Miami (Florida). L'Italia per i Murataj è terra di conquista. Hanno cominciato con l'hashish di produzione nazionale, portato in Italia con i gommo¬ ni dell'immigrazione clandestina. Lo spacciavano non solo in Veneto, ma anche in Liguria (è stato arrestato a Imperia un tale Sali Edison, bagnino in un campeggio di Diano Marina), Bologna (fermato un certo Xhafaj Agron), Treviso (tre cittadini albanesi abitavano a Castelfranco Veneto) e Lecce. Dall'hashish sono passati velocemente all'eroina. E però, crescendo di livello, hanno attirato l'attenzione della polizia. «Un'intercettazione telefonica - spiega Giuseppe Capoccia, pm di Lecce - ha permesso di scoprire che gli albanesi erano in contatto con un italoamericano residente a New York interessato a una partita di eroina». Si trattava di un tal Frank Morello, che era disposto a barattare partite da quaranta chili di eroina turca per altrettanta cocaina colombiana, valore dello scambio almeno 800 mila dollari. Da quel momento, agenti americani e italiani hanno seguito Frank Morello ad ogni passo. L'hanno visto scendere a Jesolo per incontrarsi con i fratelli Murataj. Hanno filmato e intercettato i suoi incontri. E l'hanno poi fatto arrestare quando è arrivato a Tirana. Il secondo tempo dell'inchiesta s'è fatto pericolosissimo. Al posto di Frank Morello si sono presentati altri aspiranti compratori. Erano agenti di polizia sotto copertura. Ci sono stati diversi incontri: in Italia, Albania, Turchia e Stati Uniti. Gh albanesi volevano stringere. Da parte italiana, invece, si tirava per le lunghe. Volevano incastrare più gente possibile. «Questi gruppi criminali si organizzano su base di clan - spiega Vittorio Rizzi, dirigente della squadra mobile di Venezia - e perciò sono i più difficili da sgominare. Ogni volta che individuavamo una cellula in qualche città italiana partiva un'altra inchiesta». Alla fine, ieri mattina all'alba, sono scattati gli ordini di cattura tutti assieme, finora nove, eseguiti anche in Polonia, dove un paio di malviventi cercavano di importare piccole quantità dell'eroina «italo-albanese», e in Nordamerica. «E' stata un'operazione ben fatta», il commento secco di Joe Genovese e Richard Fiano, responsabili in Italia per l'Fbi e la Dea. ((Abbiamo disarticolato una organizzazione di grosso spessore», secondo Maria Luisa Pellizzari, dirigente dello Sco. Diverse questure, a sera, stava¬ no facendo terra bruciata attorno agli albanesi, arrestando i piccoli spacciatori che si rifornivano dagli uomini del clan Murataj. A Venezia hanno fermato anche un italiano, Rino Gerardi, 32 anni, un gregario. Perché ormai va così, nel mondo della malavita. I gruppi albanesi sono diventati maggiorenni. E sempre più spesso fanno valere su tutti, anche sugli italiani, la loro supremazia criminale. Numerosi incontri sotto copertura sono serviti a identificare i padrini In ballo un business da 800 mila dollari Uno degli scambi di droga tra narcotrafficanti filmati dagli inquirenti