Ucciso in Colombia l'arcivescovo di Cali di Marco Tosatti

Ucciso in Colombia l'arcivescovo di Cali VITTIMA DI DUE KILLER DAVANTI ALLA PARROCCHIA DOVE AVEVA SPOSATO SETTANTA COPPIE Ucciso in Colombia l'arcivescovo di Cali Denunciava i legami droga-politica Marco Tosatti CITTA'DEL VATICANO Un nome eccellente si aggiunge alla lista dei martiri cristiani del nuovo millennio: l'arcivescovo di Cali, in Colombia, mons. Isaias Duarte Canoino, è stato assassinato a colpi di pistola mentre usciva da una parrocchia dove aveva celebrato la messa. Il presule della città colombiana aveva pronunciato omelie coraggiose contro i legami fra la droga e la politica ed era stato minacciato più volte. Ieri, all'«Angelus» di piazza San Pietro, Giovanni Paolo II lo ha ricordato con parole commosse. «Pastore generoso e coraggioso - ha detto il Papa - ha pagato a così alto prezzo la sua energica difesa della vita umana, la sua ferma opposizione a qualunque tipo di violenza ed il suo impegno alla promozione sociale con radici nel Vangelo. Mentre rivolgo preghiere per retemo riposo del prelato - ha continuato - esprimo vicinanza alla Chiesa colombiana che piange la sua tragica scomparsa ed esorto ancora una volta i colombiani a proseguire sulla via del dialogo, escludendo qualunque forma di violenza e sequestri di persona, impegnandosi fermamente in autentici cammini di pace». La morte di mons. Duarte, non può non riportare alla mente il martirio di mons. Oscar Amulfo Remerò, ucciso all'altare dagli «squadroni della morte», e l'assassinio del cardinale messicano Juan Jesus Posadas nel maggio 1993, in quello che fu definito «omicidio di Stato». Ieri l'arcivescovo di Bogotà, Pedro Rubiano, ha detto di essere «devastato» dall'ucci- sione dell'arcivescovo di Cali: «E inconcepibile che un uomo buono, un uomo che aveva dedicato la vita all'amore di Dio e a servire i suoi fratelli, sia divenuto vittima della terribile violenza che sta lacerando questo Paese». Isaias Duarte Cancino era stato nominato arcivescovo di Cali, una città a circa 300 km da Bogotà, il 19 agosto 1995. Di recente l'arcivescovo ucciso aveva dichiarato pubblica¬ mente che denaro proveniente dal traffico di droga stava inquinando la campagna per le elezioni presidenziali del 26 maggio. Il presidente uscente, Andres Pastrana, lo aveva invitato a fare specifici nomi di candidati, ma Isaias Duarte Cancino aveva taciuto. Il presule, nei mesi scorsi, si era espresso con molto vigore contro le violenze compiute dai ribelli colombiani di estrema sinistra, condannandoli più volte soprattutto per i sequestri di persona. Gli attentati della Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Fare) si sono intensificati nelle ultime settimane dopo il fallimento, il 20 febbraio scorso, dei colloqui di pace con il governo. Un gruppo ribelle di dimensioni minori, l'Esercito di Liberazione Nazionale (Eln), era stato anch'esso più volte duramente attaccato dall'arcivescovo per i sequestri di massa. L'Eln tuttavia non ha interrotto i colloqui di pace col governo colombiano, che proseguono attraverso rappresentanti a Cuba. Nessuno finora ha rivendicato l'uccisione del presule, che è stato il bersagho di una coppia di killer. Mons. Duarte aveva appena sposato settanta coppie. Un prete che gli era accanto, ha detto la polizia, è stato colpito da alcuni proiettili, ma è fuori pericolo. Racconta il suo autista, Edilberto Ceballos, testimone dell'omicidio: «Due persone hanno aperto il fuoco contro di lui e lo hanno colpito tre o quattro volte, forse anche sei», ha detto l'uomo: «Io l'ho visto morire». Il presule è giunto senza vita all'ospedale. La televisione colombiana ha mostrato gruppi di fedeli che piangevano davanti aÙ'in- gresso dell'ospedale. Al termine di un consiglio straordinario di sicurezza svoltosi a Cali, il presidente Andres Pastrana ha annunciato che lo Stato offre una ricompensa di un miliardo di pesos, circa 550 mila euro, a chi fornisce informazioni che consentano la cattura dei killer. Cali è tristemente famosa per il suo «cartello», che nei primi anni '90 era la più potente organizzazione di narcotraffico del mondo. Erede me¬ no cruento del famigerato «cartello di Medellin» di Fabio Escobar, ucciso nel '93, il «cartello di Cali» arrivò a controllare il 75 per cento del traffico mondiale di cocaina. Dopo il '95, grazie all'arresto di molti dei suoi principali esponenti, l'importanza del «cartello» è progressivamente diminuita, ma la Colombia è rimasta il crocevia delle rotte della droga: ha superato l'Asia come maggior fornitore di eroma del mercato Usa. Monsignor Isaias Duarte Cancino aveva ricevuto numerose minacce dopo le sue coraggiose prese di posizione nella capitale della cocaina Il Papa lo ha ricordato in piazza San Pietro: «Pastore generoso e coraggioso, ha pagato la sua energica difesa della vita umana» L'ultimo saluto dei fedeli all'arcivescovo di Cali, ucciso da due killer

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