Europa, compromesso sull'energia di Enrico Singer

Europa, compromesso sull'energia SUL SUMMIT DI BARCELLONA PESANO LE SCADENZE ELETTORALI. LA UE PROPONE DI FISSARE LA DATA DOPO IL VOTO A PARIGI E BERLINO Europa, compromesso sull'energia Jospin frena la liberalizzazione e vuole una svolta sui deficit Enrico Singer inviato a BARCELLONA Ne hanno parlato tutto il pomeriggio. Hanno intrecciato offerte, controproposte, mediazioni. Ma non ce l'hanno ancora fatta. La partita dell' energia, la più grossa sul tavolo dei capi dì Stato e di governo della Uè riuniti a Barcellona per rilanciare il progetto di fare dell'Europa r«area più competitiva del mondo», sarà chiusa soltanto ai tempi supplementari. Con un compromesso che, alla fine, si troverà oggi per evitare un fallimento che sarebbe funesto. Ma che andrà pesato con attenzione per stabilire chi ha vinto. Perché la Francia ha organizzato una vera e propria «linea della Marna» per difendere il suo mercato delle forniture di elettricità e di gas. E ha posto molte condizioni a quell'intesa che, alla vigilia, troppi davano per già acquisita. Che la liberalizzazione del mercato dell'energia avrebbe fatto comunque un passo avanti a Barcellona era scontato: l'apertura per le utenze industriali era stata proposta proprio da Parigi in cambio della «comprensione» degli altri partner e della Commissione - sul capitolo delle utenze private. Il problema era.1xovare.il.giusto. equilibrio tra posizioni sensibilmente distanti almeno su tre punti, jfrijDia di tutto sulla data dalla quale far scattare la fase-uno della liberalizzazione: il 2003 nel progetto originale, il 2005 secondo la Francia. Poi sul momento dell'apertura totale del mercato dell'energia per la quale i francesi hanno inventato una formula davvero bizantina: indicare soltanto «una data in cui sarà fissata la data». In altre parole, darsi un nuovo appuntamento per decidere. Il punto più delicato, però, è la definizione di utenza industriale. Stabilire da quale livello di consumo scatterà l'apertura. Una distinzione che può sembrare molto tecnica, ma che è decisiva per valutare quale quota reale di mercato sarà liberalizzata. Il 60 per cento - come si augura la presidenza spagnola e la Commissione Prodi - sarebbe raggiunto considerando «d'impresa» tutte le utenze che non sono semplicemente private. Ma Parigi vuole applicare un altro metodo: vuole mantenere il livello dei 22 gigawatt annui (22 miliardi di watt consumati) che è in vigore adesso. Questo lascerebbe fuori una grossa fetta di utenze di piccole e medie imprese. Una posizione sulla quale ieri si è schierata anche la Svezia complicando la mediazione. Anche sui tempi ci sono problemi. La Francia propone di far scatta¬ re la fase-uno della liberalizzazione due armi dopo l'approvazione da parte di Europarlamento e Consiglio di una direttiva della Commissione che definisca il contenzioso sui livelli di consumo. Come dire che per le utenze industriali bisognerà attendere fino al 2005. Per la liberalizzazione totale, poi, c'è un' ipotesi di compromesso di Romano Prodi: va bene fissare una «data per decidere la data», ma almeno che sia entro la fine di quest'anno. Dopo le elezioni francesi che tanto condizionano questa trattativa, quindi. Ma in tempi ragionevoli. I francesi ancora non hanno detto la loro ultima parola. Anzi, è apparsa chiara ima differenza di posizioni tra il presidente, Jacques Chirac, e il premier, Lionel Jospin. Anche questa in chiave elettorale: con Chirac sulla linea più dura. Ma Jospin si è preso la sua rivincita rilanciando su un altro terreno. Quello del coordinamento delle politiche economiche di Eurolandia, aprendo un altro fronte di dissenso. Il primo ministro francese ha proposto una «valutazione ex ante» delle linee di bilancio e l'armonizzazione del fisco nei Paesi della zona dell'euro senza trovare la sponda tedesca e facendo rabbrividire gli inglesi che vedono in. questo molto più di un «coordinamento». . ,,.Jospin,ha, ipotizzato anche ui^a diversa valutazione del deficit rispetto a quanto avviene ora in base al Patto di stabilità. Secondo il premier francese, sarebbe più «significativo» valutare il deficit dei dodici Paesi di Eurolandia in «forma aggregata». La logica è che, se l'area economica è unica, anche i risultati devono essere considerati in modo complessivo. Deficit compreso, senza fare scandali se qualche Paese «tira» meno di altri. Ma il rovescio delle medaglia di questa logica è che potrebbe favorire politiche «non virtuose» e il commissario europeo agli Affari economici, Fedro Solbes, si è mostrato piuttosto scettico. In questa giornata di trattative estenuanti, un risultato positivo è stato raggiunto. Un accordo - sia pure ancora «politico» - sul progetto di sistema di navigazione satellitare Galileo. «Ci sono ancora alcuni punti tecnici da mettere a punto, ma l'intesa è generale», ha detto il ministro delle Finanze spagnolo, Rodrigo Rato. Per fare dell'Europa entro il 2010 l'area «più competitiva del mondo», il progetto Galileo è strategico. Combina ricerca, innovazione e sviluppo tecnologico. Un buon segnale, insomma, anche se la strada fissata due anni fa a Lisbona è limga. Alcuni momenti degli incidenti di ieri a Barcellona tra polizia e «no global» in occasione del vertice europeo

Persone citate: Chirac, Combina, Jacques Chirac, Jospin, Lionel Jospin, Rodrigo Rato, Romano Prodi, Solbes