«Una scelta presa fuori di qui» di Maria Grazia Bruzzone
«Una scelta presa fuori di qui» «Una scelta presa fuori di qui» Donzelli: avevamo avuto garanzie dai Presidenti intervista Maria Grazia Bruzzone ROMA LA cosa più incredibile è che le maggiori perplessità sul signor Sacca le avevano i consigheri della maggioranza. "Noi questa decisione la dobbiamo subire - ci hanno detto chiaramente, sia pure informalmente -, ma da adesso in poi potremo esercitare un mandato in condizioni di autonomia"». Carmine Donzelli, consighere di amministrazione Rai di minoranza ed editore, nominato è sconcertato, amareggiato, e ancora teso dopo la riunione del Cda che ha designato, a maggioranza. Agostino Sacca direttore generale. Come è andata, dottor Donzelli? «A un certo punto abbiamo chiesto di sospendere la seduta. E abbiamo deciso di chiedere ai presidenti di Camera e Senato di riceverci per esprimere loro il senso del nostro profondo disagio. Doveva essere un consiglio dell'autonomia, del distacco dai partiti. L'atto iniziale più importante è stato un atto di sottomissione a una volontà estema precostituita». Da Pera e Casini avevate avuto delle assicurazioni? «Durante la cena a cui ci avevano cortesemente invitato, avevamo chiesto se esistevano condizionamenti, decisioni o indirizzi che riguardavano il direttore generale. E ci era stato esplicitamente assicurato che non esistevano e che il consiglio era autonomo e sovrano». Oggi avete avuto un'impressione contraria? «Non oggi. In questi giorni è progressivamente cresciuta prima l'impressione, poi la sensazione e infine la certezza chf non ^ fossero margini per discutere di una decisione che era già stata definitivamente e irrevocabilmente presa al di fuori e al di sopra del consiglio». Come si è manifestato tutto ciò? «Nel corso di incontri informali con i consigheri della maggioranza è venuto fuori che non noi, ma loro per primi; esprimevano dubbi, tentennamenti e in alcuni casi contrarietà a una nomina che si presentava tuttavia come preconfezionata e che loro stessi dovevano subire». Lei non aveva perplessità? «Sacca non lo conosco. Non ho pregiudizi di sorta. Ma se dovessi aveme uno - non so cosa ne penserebbe Albertoni - dovrebbe essere positivo per il fatto che è calabrese come me. Non condivido fra l'altro i giudizi trancianti sui programmi di Rai Uno che lui gestisce espressi dal nostro presidente. Detto questo la sua recente intervista in cui dichiarava di votare ^Fonia Italia l'ho trovata incredibile e preoccupante». I il i 191 1 Le perplessità da cosa dipendevano? «Dalla congruità della persona per il molo. Si trattava di capire quale fosse il miglior direttore generale possibile per una Rai che volesse effettivamente essere svincolata dai partiti, equilibrata, in grado di modificare alcuni aspetti della linea editoriale, di essere competitiva e concorrente. Su questi criteri eravamo tutti d'accordo» E poi? «Poi Albertoni ha proposto Sacca. Zanda ha avanzato altre due candidature e c'è stata una lunga e approfondita discussione che ha messo anche molto in imbarazzo i consigheri di maggioranza per la forza di questi due nomi. Che sono stati ritirati per correttezza dopo che è stato evidente che doveva essere comunque votato Sacca». E adesso? Parteciperete all'assemblea to t aht ari a per formalizzare la nomina? «La maggioranza del Cda avrebbe voluto procedere immediatamente. Noi abbiamo detto che avremmo avuto prima il piacere di parlare con Pera e Casini. Ma quando ci è stato fatto notare che una nostra assenza all'assemblea comporterebbe una procedura che ritarderebbe di 21 giorni la nomina, con danni per l'azienda, abbiamo detto che non giocheremo alla ripicca. Dopo di che, gi deve davvero essere un'inversione di tendenza. Perché se le cose dovessero continuare ad andare avanti in questi termini, la partita sarebbe definitivamente persa».
Persone citate: Agostino Sacca, Albertoni, Carmine Donzelli, Casini, Donzelli, Pera, Zanda
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