Spara alla moglie e ai vicini e poi si ammazza in salotto di Fabio Poletti

Spara alla moglie e ai vicini e poi si ammazza in salotto TERRORE A SEGRATE, L'UOMO ERA IN CURA PER UNA FORTE DEPRESSIONE Spara alla moglie e ai vicini e poi si ammazza in salotto Fabio Poletti MILANO «Ma chi, il Michelino?», chiede la signora con il bambino per mano e i capelli in aria per l'elicottero che sta portando via i feriti. «Ma sì, il tipografo die adesso è in pensione», le spiega un altro con il giubbotto blu e gli occhiali, fermo all'inizio di via Tevere, una stradina di Segrete vicino alla provinciale, con le villette a schiera e i mattoni rossi, un pezzo di giardino davanti, qualche albero, una statua di gesso. Un angolo tranquillo a un passo da Milano, dove ieri alle tre del pomeriggio, «il Michelino» ha preso il fucile, ha sparato alla moglie ferendola gravemente, ha tirato a due vicini e meno male che la mira è quella che è, poi è rientrato in casa, si è seduto in poltrona e dopo aver appoggiato le canne del sovrapposto al cuore, ha tirato il grilletto ma non è morto subito, ma sotto i ferri all'ospedale Niguarda durante un ultimo disperato tentativo dei medici di tenerlo in vita. I carabinieri di Segrete, San Donato e quelli della scientifica di Milano, tirano i nastri rossi e bianchi tra una villetta e l'altra, segnano con il gesso una macchia di sangue sul vialetto, e aprono il verbale: «alle 15 circa, Rella Michelino di anni 59, originario di Roma, tipografo in pensione, al termine di una Ute con la consorte /agenti Silvana, apriva il fuoco contro la suddetta ferendola gravemente. Subitaneamente sparava contro due vicini, accorsi in soccorso della donna. Torri Giuseppe di 57 anni e Sagaria Mariano di 42, attingendo il pruno al capo e il secondo alla spalla». «Ero in casa, quando ho sentito uno sparo...», racconta il signor Mariano, il vicino della casa di fronte, dopo la Tac all'ospedale di Cemusco, prima dell'intervento per rimuovergli i paUini dalla spalla. «Sono uscito, non ho visto nulla, ho pensato che fosse un petardo...». E invece ara «il Michelino», che aveva iniziato il suo minuto di follia, quello in cui si è mangiato la vita. «Quando ho sentito Il luogo d gridare, sono tornato in strada. Ho visto la donna che si teneva il ventre e camminava a fatica. Ho urlato "aiuto", ma non si è mosso nessuno. Ho scavalcato il cancelletto e l'ho visto con il fucile in mano. Non ha detto niente, ha preso la mira eda tre metri mi ha sparato». Conclusione, prima dell'anestesia: «Questa è l'ultima volta che aiuto qualcuno». Davanti alle telecamere e ai giornalisti tutti dicono che «il Michelino era un uomo tranquillo». Un vicino: «Un tipo gentile, buongiorno e buona sera». Un altro: «Stavano qui da dieci anni, da quando la cooperativa aveva costruito le villette». L'ennesimo: «Mai sentito gridare, mai saputo di litigi. Gente normale, come siamo tutti...». Gente riservata che alla privacy ci tiene. Alle finestre delie villette con i mattoni rossi a vista, ci sono le grate che non si sa mai, i ladri, gli zingari, gli extracomunitari. E invece «il Michelino» era uno per bene. 11 vigile del quartiere nemmeno lo conosceva. Qualcuno dice che era in cura da anni per una forte depressione, altri vicini sostengono che era rimasto traumatizzato da un intervento chirurgico, poi perfettamente riuscito, a cui era stato sottoposto suo figlio di 24 anni che ieri era fuori per lavoro. ((Andavano d'accordo in famiglia, al sabato lui e lei andavano anche fuori a ballare», raccontano in via Tevere, microcosmo di normalità dove per un minuto è arrivata la follia senza perché. Perché non c'è voluto più di un minuto «al Michelino» per perdere la testa. Un minuto e cinque passi. Che iniziano nel salotto con il divano, la lampada di tessuto a stelo lungo, i quadri astratti alle pareti, come si vede dalla porta semi aperta, dove vanno e vengono quelli della scientifica con i guanti bianchi. E' qui che il «signor Michelino» e sua moglie hanno inziato a discutere. E' qui che lei dopo la sfuriata, gli ha voltato le spalle. E lui è andato nello sgabuzzino, dove teneva il Beretta calibro 12 che non usava da venti anni. Un colpo a pallini, forse due, uno dietro l'altro alla schiena della donna. In ospedale i medici non sarmo se ce la farà, il rene sinistro è rimasto spappolato, la milza glierhanno dovuta togliere. Il «signor Michelino» ricarica il sovrapposto, infila altre due cartucce. Una dovrebbe essere per farla finita. Ma dalla strada c'è chi grida. Mariano Sagaria, via Tevere 6, sta già scavalcando il cancelletto chiuso sotto la tettoia. Il «signor Michelino» gli spara da im mente, dall'alto verso il basso. Un altro grido, alla sua destra. Dietro la siepe c'è Giuseppe Torri, via Tevere 5. Una volta si dicevano «buon giorno, sta bene?, mi saluti la signora...». Adesso la signora è già a terra. E lui prende lamira.Unpo' altachec'è la siepe. Giuseppe Torri viene colpito dalla rosa di pallini in testa, per fortuna di striscio. Altri due passi e lui toma dentro. Si siede in poltrona, ricarica, appoggia il fucile al petto e tira il grilletto. Qualcuno ha già chiamato i carabinieri. Arriva anche l'elicottero che attira quelli delle case di fronte: «Ma chi, il Michelino?». Uno dei due feriti «Volevo aiutare la donna ma lui mi ha preso a fucilate» Il luogo dove l'uomo ha ferito la moglie e due vicini

Persone citate: Beretta, Giuseppe Torri, Mariano Sagaria, Rella Michelino, Sagaria Mariano, Torri Giuseppe

Luoghi citati: Milano, Roma, Segrate