Riapre il Tunnel tra attentati e contestazione

Riapre il Tunnel tra attentati e contestazione Riapre il Tunnel tra attentati e contestazione A Chamonix esplode un ordigno sotto un mezzo della società di gestione Stefano Sergi inviato a CHAMONIX Alle 12,44 di ieri la sbarra biancorossa, abbassata dalla mattina del 24 marzo '99, si è alzata per far passare ima Ford Escori cabriolet bianca con targa inglese. Sull'auto c'erano due ragazzi dai lunghi capelli e dai tanti orecchini, che 200 giornalisti e cineoperatori hanno trasformato nei divi del giorno, prima di vederli sparire nel Tunnel accompagnati da clacson, flash e applausi. Semaforo verde. Il traforo del Monte Bianco è stato riaperto sotto i riflettori di mezzo mondo. Sul lato itahano, il primo a entrare è stato Leo Garin, ex assessore al Turismo di Couraiayeur e proprietario del celebre ristorante «Maison de Filippo». Nel 1965, quando fu inaugurato il Tunnel dai presidenti De Gaulle e Saragat, entrò per terzo. Stavolta gli è andata meglio. Dietro di lui il cantante Memo Remigi, che si è divertito come un pazzo alla guida del suo fuoristrada: «Sono fehcissimo di essere arrivato secondo» ha detto a Chamonix di fronte a gendarmi perplessi che lo invitavano a proseguire per non intralciare il traffico. La riapertura del principale collegamento stradale tra l'Italia e il Nord Ovest europeo ha fatto tirare un sospiro di sollievo a politici e industriali italiani, ma in realtà il futuro della galleria è pieno di incognite. A cominciare dai tir, che sono ancora off-limits per una settimana, poi dovrebbe¬ ro viaggiare con un senso unico alternato, 45 minuti in un senso, pausa di un quarto d'ora, poi 45 minuti nell'altro senso. Gh ambientalistihanno dichiarato guerra aperta al ritomo dei camion e il sindaco di Chamonix, Michel Charlet, è sempre stato al loro fianco. Non scherza, il partito dell'aria pulita. Estremisti francesi, ieri notte, hanno fatto esplodere un candelotto utilizzato per far brillare le valanghe sotto un furgone .della Società francese di gestione del Tunnel, lasciando sull'asfalto la scritta «No ai tir». AlTinaugurazione di ieri, con i vertici delle due società di gestione e le maggiori autorità valdostane e savoiarde, c'erano anche Vito Gamberale, amministratore delegato di Autostrade, e il ministro dell'Interno, Claudio Scajola. Per scelta delle società, non era prevista la partecipazione di componenti di governo. Ma Scajola, già a Courmayeur per un convegno, ha presenziato alla prima parte della cerimonia, pur evitando di incontrare i francesi per non violare le regole del protocollo. Il ministro ha annunciato che il governo Berlusconi investirà 13 mila miliardi nei valichi alpini, di cui almeno 10 mila miliardi per collegamenti ferroviari. Le cifre del traforo del Monte Bianco: 300 milioni di euro spesi per la ricostruzione, di cui l'SO per cento per la sicurezza; 3 anni di lavori; 240 tir all'ora come limite massimo; 9 mila luci in galleria, con una potenza elettri¬ ca sufficiente a illuminare una città di 50 mila abitanti; 28 mila punti di allarme, 200 telecamere. L'elettronica è ovunque, tanto che ieri la quarta auto in transito e la prima moto sono state bloccate dalla polizia per eccesso di velocità. L'ultima cifra del tunnel è la più impressionante, quella che ieri ha fatto dire a una coppia di romani «Come fai a non pensarci quando entri qui dentro?»: i 39 morti. Lontano dai riflettori dell'inaugurazione, i famighari delle vittime fanno i conti con il dolore di tutti i giorni. Ettore Marcoz, presidente della Rav, il Raccordo Autostradale Valdostano che gestisce l'autostrada del Monte Bianco, è imo di loro. E non riesce a nascondere l'amarezza: «Io non faccio polemiche, dico solo che in 3 anni non è accaduto nulla. Nulla. Capisce? Una cosa un po' strana, non trova? C'è chi ha perso moglie, figli, madri, padri, eppure non ha ancora avuto nulla. E non mi riferisco alle lapidi, ma alla giustizia. La Francia, per certi versi, si è rivelata assai peggio dell'Italia. A chi ha perso una figlia di 20 anni hanno offerto 9 mila 200 euro. Mi capisce? Parlar di soldi è fuori luogo in certe occasioni. Ma a volte serve per far capire alla gente cosa può essere la giustizia». Il 23 marzo i famighari delle vittime si riuniranno in assemblea a Chamonix. Parleranno con i loro avvocati, parleranno di morte e di dolore, di ritardi e di indifferenza. Non ci saranno sorrisi, in quella sala. II ministro dell'Interno Scajola annuncia che il governo investirà sette miliardi di euro per i valichi alpini I familiari delle vittime del rogo del '99 «Sono passati tre anni e nessuno ha ancora ricevuto nulla»

Luoghi citati: Courmayeur, Francia, Italia