«Eravamo appena scesi a terra il velivolo è decollato di colpo»

«Eravamo appena scesi a terra il velivolo è decollato di colpo» TUTTI IN VAL D'AOSTA PER I CAMPIONATI DI SCI Dì FORZA ITALIA «Eravamo appena scesi a terra il velivolo è decollato di colpo» I drammatico racconto degli altri deputati azzurri rimasti illesi Berlusconi in contatto da Trieste. Scajola con il ferito in ospedale le testimonianze Vincenzo" inviato a COURMAYEUR FINCHÉ non ti sfiora, quella falce pare un'invenzione letteraria. Ma quando te la trovi così vicina che sembra di non poterla evitare, allora cambiano anche i colori del mondo. «Ma sì, la morte. Non ho voglia di parlarne». Ma poi ne parla: «Come quando facevo l'inviato di guerra e capitava di vederla. Ma era diverso, era un'altra cosa». Antonio Tajani con gli occhi fruga la penombra che abbraccia l'ospedale di Aosta. Ora è presidente degli eurodeputati di Forza Italia e c'era anche lui sul «Gazelle» francese, che volteggia^ va su Courmayeur per la festa della neve: considerato sicuro, ieri l'elicottero ha dato un segno chiaro di foUia. E ha rischiato d^ far scempio di una parfe robusta della nomenMatura del partitp: perché con Tajani c'erano .pupa Giuseppe Vegas, sottosegretario all'Economia, Mario Pescante; sottosegretario alla Cultura con delega allo Sport per via del éào passato come presidente del Coni, Giovanni Dell'Elee, 56 anni, sottosegretario alle Attività produttive e tesoriere di Forza Italia, imo degli uomini che «hanno fatto» il partito e sul quale il Cavaliere ha sempre contato a occhi chiusi. Ed è lui che rimane imprigionato nell'elicottero impazzito^ lui che ora è ricoverato al Centrò; traumatologico di Torino in cóndiziepi serie: «La massima assistenza, mi raccomando», telefona Silvio Ber-: lusconi a Enzo Ghigo, presidente della Regione. Il Cavaliere dal vertice itelo-tedesco di Trieste ha seguito con trepidazione ilconvulso dopo incidente. Una questione di attimi! Tajani e gli altn avevano appena toccato terra: «Cinque secondi, mica di più. Mi sono voltato, ho scolto il pilota, che stava aiutando Dell'Elee a scendere. Poi quel salto, -io 5 metri. Il pilota si è aggrappa^ al velivolo: cercava di prende^ i comandi, ma è rimasto appèso, fuori. L'elicottero è partito in avanti e ha fatto un balzo di una ventina di metri. Nel tragitto le pale hanno tranciato il cavo di un elettrodotto, poi hanno urtato il: muro di una villetta e quello si è Schiantato». Gioi^giù Pirovano, 57 !anm, di Milano, da anni vola sugli elicotteri. È uno con grande esperienza, dicono, imo che non avrebbe mai commesso un'imprudenza. Ora lui pure è ricoverato, ad Aosta, in stato di choc. Nessuno riesce a dissimulare la tensione, e il volto di Pescante appare ancora più affilato. Sono passate due ore e lui dice: «In questo momento lo spavento vissuto è la preoccupazione minore, ora mi sta a cuore soltanto conoscere le condizioni di Giovanni». Che è un amico di vecchia data. Poi il ricordo toma a «quel» momento. «Siamo scesi noi che eravamo seduti nei posti inferiori. Dopo qualche secondo è ripartita la pala, ignoro il motivo per cui il pilota sia ripartito di nuovo: Poi, l'elicottero è piombato al suolo». Di Dell'Elee dall'apparecchio ormai spezzato in due, spuntavano soltanto i piedi. Con cautela l'hanno tirato fuori, poi con l'ambulanza, all'ospedale di Aosta, dove sono corsi tutti, con le staffette che facevano strada alle auto blu. No, per fortuna quella falce aveva mancato l'obiettivo. Susanna, la moglie di Dell'Elee, si stringe a Maria Teresa Scajola, accanto c'è il marito, il ministro, e non gli è facile rispondere a quella donna che chiede con disperata monotonia: «Com'è potuto accadere? Come?». «Non pensiamo a questo. La spina dorsale è intatta, non è in perìcolo». Ma non basta, non può tastare. «Ma in che condizioni si trova?» E Claudio Scajola,,quasi a scacciare dubbi funesti: «È giovane, si riprenderà». «Ma quanto tempo, quanto per essere sicuri?» «Forse tutto si risolverà in 48 ore». Ma è meglio esser prudenti, in questi casi, e Antonio Cerniti, il responsabile del pronto soccorso, butta lì: «Magari qualche giorno in più». Un quarto d'ora dopo il crack è arrivata la prima di una robusta serie di telefonate di Berlusconi: forse mai come in quei minuti Trieste gli è sembrata tanto lontana da dove avrebbe voluto essere. Voleva sapere, e voleva sapere da tutti. Parla con Tajani, richiama Scajola. Minuti interminabiH e convulsi. «Antonio, Antonio, Berlusconi ti vuole parlare», dice il ministro. «L'ho appena sentito, gli ho detto che Giovanni è vivo, parla». Fa presto, una notizia del genere, a rimbalzare lungo la Penisola e da Roma il presidente della Repubbhca Carlo Azeglio Ciampi telefona ad Augusto Giovanforte, il questore di Aosta, e vuol conoscere ogni dettaglio dell'incidente. E come sempre^ queste vicende si trascinano dietro guai e polemiche. L'elicottero in quel parcheg¬ gio alle spalle del Palazzetto dello Sport non avrebbe dovuto atterrare, dichiara a muso duro Romano Blua, sindaco di Courmayeur. Troppi rischi, eppoi, ci sono almeno tre luoghi per l'atterraggio e il fatto che il palazzetto sia il cuore della festa non giustifica niente. «È stata commessa un'imprudenza grave», dice. Perché è sceso proprio lì? viene domandato a Scajola, e lui: «Non voglio parlare di queste cose». Ma di queste cose si parlerà e, oltre al sindaco Blua, ha già fatto sentire la propria voce anche l'Ansv, agenzia nazionale per la sicurezza del volo, che ha aperto un'inchiesta tecnica «dovuta per legge», si sottolinea subito. Rimane un brivido, quando ti sfiora quella falce che pare un'invenzione letteraria.