Non ha il posto fìsso, sì uccìde

Non ha il posto fìsso, sì uccìde PADRE DI TRE FIGLI SI E' IMPICCATO. CINQUE MESI FA ERA ARRIVATO A MODENA DA FOGGIA Non ha il posto fìsso, sì uccìde Muratore non riusciva a mantenere la famiglia Anna Langone FOGGIA Si è ucciso per il lavoro che non c'è. Si parla di lavoro virtuale, in affitto, flessibile, ma un muratore di 48 anni di Foggia ha deciso di farla finita alla maniera più antica: un cappio appeso ad un albero, nel piccolo giardino accanto alla propria abitazione. Quando i carabinieri sono arrivati, allertati dai familiari, vicino al corpo che penzolava hanno trovato un biglietto con su scritte poche, semplici parole, per spiegare l'ultima drammatica decisione di una vita difficile. Sposato, con tre figli, l'uomo aveva lavorato negli ultimi tempi in una coooperativa sociale, di quelle dove il turnover è velocissimo e il licenziamento sempre dietro l'angolo. Così, stanco di quei quattro soldi troppo sudati a guardare macchine al gelo e all'afa dalla mattina alla sera, cinque mesi fa, intomo al periodo delle feste di Natale, il muratore ha deciso di cambiare città, di provare ad emigrare a Modena, per lavorare di giorno in un cantiere e, di notte, condividere una casa affittata con altri pendolari come lui. Non c'è voluto molto per capire però che i soldi guadagnati in più se ne andavano per i viaggi per tornare a casa e per l'affitto dell'appartamento e il cibo, ieri mattina, ha preferito farla finita. Per uno che getta la spugna però ne rimangono altri cento, mille a combattere con la precarietà: tanti sono, appunto mille, sostengono i sindacati di categoria, i foggiani pendolari nei cantieri delNord. Sono dati delle organizzazioni sindacali del settore. Il segretario provinciale della Filca-Cisl, Enzo Gallo, ha sottohneatò come «nell'ultimo anno la percentuale dei lavoratori edili che si trasferiscono altrove per lavorare si è ridotta per l'apertura di cantieri per la realizzazioni di nuove opere». Ma «nonostante questo dato, i pendolari del lavoro, in edilizia, restano ancora oltre un migliaio e la meta principale è quella dell' Emilia Romagna». In provincia di Foggia, secondo le organizzazioni sindacali di categoria di Cgil, Cisl e Uil, i lavoratori iscritti alla «Cassa Edile di Capitanata» sono circa novemila anche se ci sarebbero altre seimila persone che lavorano senza contratto. «Esistono due categorie di lavoratori pendolari - ha aggiunto Gallo - ci sono quelli che si trasferiscono con le imprese e quelli invece che si trasferiscono da soli e chiedono occupazione alle aziende del Nord. E sono proprio questi ultimi che hanno maggiori difficoltà ad integrarsi in quelle realtà». La gran parte dei lavoratori edili che, in provincia di Foggia, lavorano senza essere contrattualizzati sono coloro che si dedicano alle «piccole ristrutturazioni», oppure lavoratori in cassintegrazione che preferiscono non essere assunti. «In coloro che si trasferiscono al Nord da soli - prosegue Gallo - scatta una sorta di meccanismo di disagio considerato che devono comunque preoccuparsi dei propri familiari. È pur vero, però, che esistono problemi anche tra coloro che decidono di trasferirsi con la famiglia visti gli elevati ' costi da sopportare». Le organizzazioni sindacali della provincia di Foggia fanno un appello al govemo affinchè venga finanziata la realizzazione di nuove opere che contribuirebbero ad eliminare il numero dei disoccupati nel settore edile. Onnani ciò che si trova su piazza sono le prestazioni in nero, e quasi sempre riguardano interventi di ristrutturazione, cantieri che garantiscono guadagno soltanto per qualche armo.

Persone citate: Anna Langone, Enzo Gallo, Gallo

Luoghi citati: Emilia Romagna, Foggia, Modena