«Smantellata negli Usa rete di spie israeliane» Controllava Al Qaeda?

«Smantellata negli Usa rete di spie israeliane» Controllava Al Qaeda? ^ANTiTERROgliSMOPARALLgl.0 NUOVI INTERROGATIVI SULL'11 SETTEMBRE: Sì POTEVA EVITARE? «Smantellata negli Usa rete di spie israeliane» Controllava Al Qaeda? Un'agenzia specializzata in intelligence ha rivelato l'esistenza di un rapporto governativo sulle attività del Mossad in America Sylvain Cypel Un'ampia rete di spionaggio israeliana, operante sul territorio americano, è stata smantellata, rivela nel suo ultimo numero la newsletter «Intelligence Online», una pubblicazione specializzata nelle questioni di spionaggio. E' l'affaire più spettacolare sull'attività del Mossad (i servizi segreti israeliani) negli Stati Uniti da quando, nel 1986, Jonathan Pollard, un dipendente della Marina americana, fu condannato all'ergastolo per spionaggio a favore d'Israele. Oual era la portata reale di quella rete? I fatti evocati da un rapporto d'inchiesta americano non indicano se avesse avuto accesso a informazioni di prim'ordine o se le autorità siano riuscite a bloccarla nella fase iniziale. Secondo il caporedattore di Intelligence Online, Guillaume Dasquié, questa «vasta rete di agenti segreti israeliani è stata neutralizzata dai servizi di controspionaggio del Dipartimento della Giustizia americana», che avrebbero «catturato o espulso quasi 120 israeliani». Dasquié parla di un «rapporto finale di 61 pagine» del giugno 2001, curato da una «task force» di agenti della Dea (Servizio di repressione degli stupefacenti) e dell'Ins (Servizio immigrati), «ai quali si sono aggiunti l'Fbi e l'ufficio inchieste della Us Air Force» e consegnato al Ministero americano della Giustizia. Dopo gli attentati dell'I 1 settembre, informazioni poco dettagliate avevano parlato dell'arresto di una sessantina di israeliani. Tra 1' 11 e il 14 dicembre 2001, la rete tv Fox ha trasmesso, nel programma «Cari Cameron Investigates», un'inchiesta in quattro puntate sullo spionaggio israeliano negli Stati Uniti. L'ambasciata di Israele a Washington ha immediatamente fatto sapere che essa non conteneva «nulla di vero». Organismi ebraici americani l'hanno definita ima «macchinazione». E la Fox ha subito ritirato dal suo sito Internet tutto il materiale legato all'inchiesta. «Le Monde» ha chiesto tre volte al network tv di fornirgli le cassette della trasmissione. Invano. E' riuscito però a prendere visione del testo integrale dell'inchiesta. Cari Cameron parla di «un'ampia inchiesta tenuta segreta» concernente «140 israeliani che si facevano passare per studenti dell'università di Gerusalemme o dell'Accademia delle Belle Arti Betzalel. Costoro hanno cercato di entrare in contatto con funzionari della Dea, dell'Fbi e di altre Agenzie e di penetrare nei loro edifici». L'inchiesta della Fox si focahzza su due aspetti. Uno: era possibile che gli israeliani sapessero in anticipo degli attentati dell'11 settembre e non ne avessero informato gli americani? Le sue fonti, spiega Cameron, replicano: «La questione principale è: come avrebbero potuto non sapere?». Un altro giornalista dice in tramissione: «Alcuni rapporti confermano che il Mossad ha mandato dei rappresentanti negli Stati Uniti per avvisarli, prima dell' 11 settembre, dell'imminenza di un grosso attacco terroristico. Questo non va nella direzione di un mancato avvertimento». Risposta di Cameron: «Il problema non è l'assenza di allarme, ma di dettagli utili». E i servizi america¬ ni sospettano che Israele ne avesse. Il secondo aspetto dell'inchiesta riguarda società, israeliane o americane, che rubavano informazioni. Nel mirino ci sono i fabbricanti del software Amdocs, che mette in lista, per le prime 25 società telefoniche degli Stati Uniti, tutte le chiamate in transito sul territorio americano. Poi ci sono la Nice e Comverse Infosys, una società che fornisce programmi informatici alle amministrazioni americane auto- ' rizzate a procedere agli ascolti. Domanda a Cameron: «Ci sono motivi di credere che sia implicato il governo israeliano?». Risposta: «No, ma è in corso un'inchiesta top secret». Secondo il rapporto consegnato nel giugno 2001 al Dipartimento americano della Giustizia, al quale «Le Monde» ha avuto accesso, molti degli «studenti di arti plastiche» sospettati di attività illecita hanno un passato militare nei servizi segreti o nelle unità tecnologiche di punta. Alcuni sono entrati e usciti dagli Stati Uniti a più riprese, rimanendo ogni volta per brevi periodi. Molti sono legati alle società israeliane high tech Amdocs, Nice e Retalix. Si sa poi che due studenti sarebbero arrivati a Miami con un volo diretto da Amburgo per andare a trovare a casa un agente dell'Fbi e proporgli dei quadri. Sempre nello stesso giorno, i due sarebbero ripartiti per Chicago, lì avrebbero incontrato a casa sua un funzionario del Ministero della Giustizia e in serata avrebbero ripreso l'aereo per Toronto. Più di un terzo di questi «studenti» che, secondo il rapporto, si sono spostati in almeno 42 città americane, ha dichiarato di risiedere in Florida. Almeno cinque sono stati intercettati a Hollywood e due a Fort Lauderdale. Ora, almeno 10 dei 19 terroristi dell' 11 settembre avevano preso domicilio in Florida - parte a Hollywood, parte a Fort Lauderdale. Questa concordanza, insieme ad altre, è forse all'origine della convinzione americana che ima delle missioni degli «studenti» israeliani fosse quella di seguire le tracce dei terroristi di Al Qaeda sul territorio americano, senza informarne le autorità federali. Restano due misteri. Perché la rete israeliana pedinava innanzitutto agenti della lotta agli stupefacenti? Forse, è un'ipotesi, perché la Dea è il principale organismo che indaga sul riciclaggio del denaro sporco. Una rete come Al Qaeda usava filiere «sporche» e l'Afghanistan dei taleban era il primo esportatore di oppio al mondo. Ma perché una «copertura» di falsi studenti, piazzisti a domicilio di quadri scadenti? La rete israeliana sembra avere liste nominative. I suoi membri sapevano a quale ufficio o a quale residenza privata recarsi. L'obiettivo, pare, era quello di entrare in contatto, anche solo per un attimo. Secondo uno specialista israeliano di spionaggio, «questa storia è ima ridicola farsa». Il Dipartimento americano della Giustizia ci ha detto che «una dozzina» di ' questi «studenti» sarebbero ancora in carcere, mentre gh altri sarebbero stati liberati o espulsi. Cia, Fbi, Dea, Ins, Nsa, Ministero della Giustizia e Pentagono, tutti hanno un uomo che indaga su questo dossier. Copyright Le Monde Sarebbero stati catturati ed espulsi 120 cittadini di Israele entrati nel paese come studenti libro compito era di seguire le tracce dei terroristi e di rubare segreti tecnologici Dopo gli attentati dell'11 settembre riapre la Borsa di New York. E i controlli di polizia ai varchi che isolano il distretto finanziario sono severissimi

Persone citate: Cameron Investigates, Comverse Infosys, Guillaume Dasquié, Jonathan Pollard, Lauderdale, Nice