La Svizzera entrerà all'Onu di Francesca Sforza

La Svizzera entrerà all'OnuLa Svizzera entrerà all'Onu Nel referendum la maggioranza ha detto «sì» Francesca Sforza corrispondente da BERLINO Svolta storica per la Svizzera, che ieri, con un referendum popolare, ha approvato l'ingresso nell'Organizzazione delle Nazioni Unite, abdicando, anche se non formalmente, al principio della neutralità e accettando di entrare nel campo dove si giocano le partite internazionali. Prima di questo voto la Svizzera era, insieme al Vaticano, l'unico paese riconosciuto non rappresentato all'Assemblea Generale. E nella precedente votazione del 1986, l'adesione all'Onu fu bocciata dal 76 per cento della popolazione. Ma qualcosa è cambiato, nella Svizzera del 2002. «Nessun paese è oggi in grado di risolvere da solo i propri problemi - ha dichiarato nel corso della campagna elettorale il presidente del governo federale Kaspar Villiger -. E le Nazioni Unite sono l'unico organismo internazionale preoccupato dei diritti umani, capace di smorzare i conflitti, combattere la fame e proteggere l'ambiente». Anche per questo, il 54,6 per cento dei cittadini svizzeri ha votato «sì» all'ingresso nell'Onu, mostrando così di non aver prestato ascolto alla martellante campagna elettorale condotta da Cristoph Blocher, il leader del partito populista di destra dell'Udo e capo di una multinazionale del settore farmaceutico. Gli argomenti portati da Blocher contro l'adesione all'Onu sono stati, soprattutto, la difesa dello storico isolazionismo svizzero e la paura dello strapotere americano: «Entrare nell'Onu - ha detto - vorrà dire farsi comandare dagli americani». Non solo, ma ha anche sollevato lo spauracchio di una nuova classe di funzionari parassiti che sarebbero sorti nel momento stesso in cui la Svizzera avesse conquistato il suo posto all'Assemblea Generale: «Gli unici a godere di questa modifica costituzionale saranno funzionari e diplomatici che potranno andare alle conferenze di New York a spese del contribuente». Ma ieri, con la vittoria dei «sì», la retorica di Blochert è stata messa in sordina dal saluto affettuoso del segretario generale delle Nazioni Unite Kofi Annan: «Il voto in Svizzera è stato un'espressione di fiducia e di impegno a lavorare per gli ideali dell'organizzazione. Questo paese ha aggiunto - è già da tempo membro di numerose agenzie e programmi della famiglia dell'Onu, ha ratificato molti trattati e ospita il secondo centro delle Nazioni Unite nel mondo dopo il quartier generale di New York». Come dire «vi stavamo aspettando». Del resto, come ha affermato ancora Kofi Annan, «la Svizzera è in molti modi un vivido esempio delle cause per cui l'Onu esiste: una società tollerante, pacifica e multiculturale costruita sui valori della democrazia». La Svizzera non ha comun¬ que rinunciato a mantenere, formalmente, il principio della neutralità che appartiene alla sua Storia: la domanda di adesione all'Onu include infatti una formale dichiarazione sulla volontà di mantenersi come Stato neutrale e dovrebbe partire da Berna, in direzione New York, tra circa un mese. In questo frattempo, secondo quanto previsto dalla normativa elvetica, potrebbero essere inoltrati ricorsi contro il risultato del referendum; in assenza di ricorsi, la pratica sarà inviata all'Assemblfea generale dell'Onu per l'approvazione definitiva. Soddisfazione, per l'esito del voto, è venuta da molti rappresentanti del governo federale, che già dall'inizio degli Anni Novanta perseguivano una politica di maggiore apertura {che fece partecipare la Svizzera, ad esempio, alle sanzioni economiche decise nei confronti dell'Iraq e della ex Jugoslavia) e che hanno sostenuto, in campagna elettorale, la necessità storica di uscire dall'isolamento e di entrare nell'arena politica delle grandi potenze. Pochi, alla vigilia del voto, avrebbero scommesso con certezza su un simile risultato, ma da quando il paese era stato travolto dallo scandalo sull'oro degli ebrei - tra il 1996 e il 1999 - il dibattito sull'apertura del paese a un maggiore impegno internazionale si era fatto più intenso. E anche se Cristiane Blocher, nel corso della sua animata campagna elettorale, ha sollevato come uno spettro la possibilità che l'adesione all'Onu avrebbe significato il primo passo verso ^ingresso nell'Unione Europea, la maggioranza dei cittadini svizzeri, da ieri, sembra guardare al proprio futuro politico con occhi molto diversi. La soddisfazione di Francois Nordman, ambasciatore svizzero presso la sede ginevrina delle Nazioni Unite

Persone citate: Blocher, Cristiane Blocher, Cristoph Blocher, Francois Nordman, Kaspar Villiger, Kofi Annan