«L'assassino ha lasciato un'impronta nel letto» di Enrico Martinet

«L'assassino ha lasciato un'impronta nel letto» «L'assassino ha lasciato un'impronta nel letto» Nucwa prova dal Rls. 1 genitori di Samuele: lasciateci vivere il nostro dolore Enrico Martinet Inviato a COGNE Un intreccio,in cui pescare i fili giusti, quelli da far combaciare: l'indagine scientifica deve dare conferma a quella tradizionale, alle testimonianze. Nel ed della ricostruzione della scena del delitto di Samuele, fatta nel laboratorio dei carabinieri del Ris di Parma, c'è anche la spiegazione dell'importanza del pigiama macchiato da 200 schizzi di sangue. Ma non è tutto, altre elaborazioni devono ancora essere inviate alla Procura di Aosta. Lo studio delle impronte digitali, che escluderebbero la presenza di estranei e quelle «ombre», sagome corporee lasciate sul copriletto del letto matrimoniale dove la mattina del 30 gennaio è stato ucciso il bambino. Il segno quasi evanescente di una gamba, forse dell'assassino, che si sarebbe poggiata su quel letto mentre la mano brandiva un oggetto acuminato e colpiva la testa di Samuele. Una prova scientifica in più, un'impronta importante che potrebbe spiegare coinè è stato uccìso il bimbo di 3 anni e 2 mesi che dormiva nel letto della mamma e del papà. La forma della sagoma della gamba è uno studio di grande complessità che potrebbe escludere o confermare un sospetto. Quella gamba, poi, potrebbe, aver,.lasoiato sul copriletto un P^fe.o un piccolo pezzo di pelle che potrebbe servire, con l'esame del Dna, a risalire alla persona che quella mattina si appoggiò al letto per colpire il bimbo. E' possibile che questa particolare analisi faccia parie della seconda tranche di quelle che il Ris deve ancora consegnare alla Procura di Aosta, insieme con lo studio delle impronte digitali che, secondo alcune anticipazioni, escluderebbero comunque la presenza di estranei nella villetta dei Lorenzi. Un'altra analisi scientifica importante per l'inchiesta è quella delle orme, anche se in quella stanza entrarono almeno tredici persone. Una situazione, quindi, difficile da ricostruire. Forse è per questo che le scarpe di chi entrò quella mattina nella camera non sono state prese dai carabinieri per fare un confronto con i calchi. I coniugi sono lontani da Montroz e dalla Valle d'Aosta, sono a Monte Acuto, il paese di Anna Maria Franzoni. Ieri hanno parlato con i giornalisti. Stefano, il papà di Samuele, dice: «Prima avevamo la nostra vita, la nostra riservatezza, adesso sappiamo che quella vita non sarà più possibile. Anna Maria è profondamente addolarata. Noi chiediamo di poter vivere il dolore per la perdita di Samuele e abbiamo piena fiducia nella Procura di Aosta». . Ieri i carabinieri sono tornati nella villetta, un altro lungo sopralluogo per concludere i sondaggi nella rete fognaria di Montroz e per fame di nuovi nel camino della casa dei Lorenzi, quello corrispondente al grande caminetto del soggiorno, poco oltre l'ingresso principale, dove quella mattina uscirono prima Davide per giocare, poi la mamma per accompagnarlo allo scuolabus. Quando tornò, 8 minuti più tardi, trovò agonizzante Samuele nel letto matrimoniale, al piano di sotto. I carabinieri potrebbero trovare l'arma del delitto, tuttavia ciò che stanno cercando potrebbe essere utile per dimostrare che l'arma sia stata portata via o sia stata distrutta, magari soltanto in parte, proprio nel caminetto. Nella prima ipotesi potrebbe essere giusitificata la presenza di un complice, una persona che avrebbe aiutato l'assassino a gettare via l'oggetto con cui è stato ucciso Samuele. La minuziosa ricostruzione che ancora stanno facendo i carabinieri di Aosta e Cogne una volta conclusa servirà anche per poter far chiarezza su questo punto. Ogni «tessera» del complicatissimo «mosaico» di' tfìièétb' delitto che era stato annunciato come rftÒlVibile'inrS^co tempp, e, invece, rimane ancora un mistero dopo 33 giorni, deve essere messa al suo posto: ogni spostamento delle perso¬ ne e ogni loro testimonianza è quindi di grande valore per poter comprendere, ad esempio, se ci sia o meno stato una periodo di tempo in cui un assassino avesse potuto fuggire oppure far scomparire le prOvè déll'a sua colJJeVòlezzà. L'arrivo dell'elicòttero e la sua permanenza in yolo (era impossibile atterrare) avrebbe potuto agevolare la fuga. Così come è fondamentale ricostruire che cosa accadde da quando la mamma di Samuele telefonò al «118» per chiedere aiuto, poi uscì di casa gridando, quindi arrivarono a distanza di pochi minuti l'una dall'altra le tredici persone entrate nella camera dove venne ucciso Samuele. Il «mosaico» finirà agli atti forse per escludere qualcosa più che per dimostrarla e cioè che l'arma del delitto è scomparsa, gettata via o distrutta. La madre del piccolo Samuele Lorenzi, Anna Maria Franzonl

Persone citate: Anna Maria, Anna Maria Franzoni, Anna Maria Franzonl, Lorenzi, Samuele Lorenzi

Luoghi citati: Aosta, Cogne, Valle D'aosta