«Punizione senza protezione»

«Punizione senza protezione» IL GIUDICE «Punizione senza protezione» «Non è la severità che batte la delinquenza» intervista/1 Maria Corbì ROMA I giudici minorili fanno fronte contro il disegno di legge che ridisegna le conapetenze dei loro Tribunali- Il procuratore capo del Tribunale dei minori di Torino, Piercarlo Pazè, avverte: «in questo modo si frantuma la giustizia minorile». Che cosa vi viene tolto? «Questa riforma affida a un tribunale dei minorenni solo un ruolo di punizione invece che il ruolo di protezione, di sostegno, di prevenzione esercitato attraverso gli interventi civili. Questo comporta una perdita di valori, di esperienza, di culture. Si rompe l'unità della giustizia minorile invece di portarla a fondo attribuendo a un tribunale tutte le competenze di famiglia e di minori. Adesso si va in senso opposto a questo progetto». Cosa, nel dettaglio, critica di queste nuove norme? «Mi pare negativo che il progetto sia mosso da un intento punitivo nei confronti della componente dei giudici onorari di cui fanno parte psicologi, neuropsichiatri infantili, pediatri e criminologo. Persone che ci aiutano molto. Per capire come la cultura di queste persone non togati impregna la giustizia minorile basta leggere la senten- za contro Erika e Omar così ricca di connotazioni psicologiche e sociah. Una sentenza che manifesta quanto sia ricca la presenza dei giudici onorari e come questi aiutino a comprendere i ragazzi». Ma, secondo lei, questa severità del disegno di legge non è proprio una conseguenza del delitto di Novi Ligure? «Io credo che il processo ad Erika e Omar sia stato gestito molto bene». Però è proprio il fatto in sé, il delitto atroce, che può far scattare il desiderio di dare una stretta, di trattare i ragazzi come criminali e basta. Non crede? «Può darsi o piuttosto chi ha fatto questa proposta è stato mosso dall'idea di una giustizia minorile cattiva' rispetto a una giustizia degli adulti che funzionerebbe meglio». Il carcere per i ragazzi che compiono diciotto anni, che ne pensa? «Anche adesso è possibile trasferite chi diventa maggiorenne nel carcere degli adulti. Si vede caso per caso. Questa non è una grande novità. Prima del 1989 i ragazzi al compimento del diciottesimo anno venivano obbligatoriamente trasferiti al carcere normale. Quindi in realtà questa proposta significa solo tornare indietro. Se un ragazzo ha iniziato un percorso educativo che passa anche dal carcere minorile, trasferendolo in una struttura penitenziaria per adulti si interrompe questo percorso e si compromette il recupero». L'aumento delle pene? «L'aumento delle pene ha scarsissimo significato, più che altro mi sembra un manifesto propagandistico. E' come se, aumentando le pene, si diminuisse la delinquenza. Tutti i criminologo sono concordi nel dire che non è la severità della pena che riduce o aumenta la delinquenza. Quello che conta sono le attività che si accompagnano alla pena, è la qualità della pena è la certezza dell'intervento penale. Si segue ancora ima scorciatoia propagandistica. Spero che anche le componenti cattohche del Polo non si riconoscano in questo progetto». ^4fe Mi pare negativo "^ che il progetto sia mosso da un intento punitivo verso psicologi neuropsichiatri, pediatri e criminologi. Non credo che questa riforma sia l'effetto del caso àkA Erika e Omar ^7 Piercarlo Pazè Paola Rossi

Persone citate: Paola Rossi, Piercarlo Pazè

Luoghi citati: Erika, Novi Ligure, Roma, Torino