La verità in 200 piccole macchie di Enrico Martinet

La verità in 200 piccole macchie La verità in 200 piccole macchie Arrivate le perizie del Ris, vertice segreto con la procura Enrico Martinet Inviataa COGNE Vertice lontano 20 chilometri dalla procura: magistrati e consulenti scientifici si incontrano nella caserma dei carabinieri di Chatillon, in mézzo alla Valle d'Aosta. E il computer proietta le immagini, quelle contenute in im ed. La ricostruzione dei carabinieri del Ris di Parma della scena del delitto, la camera matrimoniale dei coniugi Lorenzi dove il loro secondogenito, Samuele, 3 annie2mesi, estate massacrato (17 ferite) la mattina del 30 gennaio. E' una delle analisi fatte dal Reparto di investigazioni scientifiche, la più importante perché compare anche la posizione del pigiama macchiato di sangue: 200 macchioline che hanno raggiunto il tessuto mentre veniva compiuto l'infanticidio. Questa la tesi sostenuta dal colonnello Luciano Garofano sulla base delle analisi di laboratorio. Manca ancora una parte del lavoro del Ris, forse quella relativa alle impronte digitali e alle orme sui pavimenti, tuttavia quanto illustrato ieri è sufficiente per far dire al procuratore Maria Del Savio Bonaudo: «Non ho dubbi sulla bontà del lavoro e di quanto fatto finora, sono elaborati consistenti». E ancora: «Non sono di facile comprensione, adesso c'è bisogno di studiarli, è quello che faremo». Nessuna previsione sui tempi, tuttavia l'inchiesta è ormai conclusa. Ieri nella casenna di Chatillon è stata depositata anche la perizia del criminologo Massimo Picozzi che ha ricostruito il profilo psicologico dell'assassino. Manca la relazione conclusiva dell'anatomopatologo Francesco Viglino che ha comunque illustrato le suo valutazioni sulle lesioni, su fratture diret¬ te o indotte del cranio di Samuele. La presenza di quelle indotte significa che i colpi sono stati meno delle ferite. Rimane inalterata la valutazione su come l'assassino ha colpito il bimbo, con ima sequenza rapida anche se con intensità diversa trai fendenti. I carabinieri ieri sono tornati a Montroz, accanto alla villetta dei Lorenzi e nel resto della frazione, per completare il minuzioso sopralluogo della rete fognaria con sonda munita di telecamera. Non è stato trovata l'arma del delitto, imo dei punti interrogativi dell'inchiesta. Per la prima volta ha parlato Alberto Enrietti, maestro di sci e titolare dell'unico distributore di benzina di Cogne, primo soccorritore ad arrivare a casa Lorenzi. Non ricorda se è entrato due o tre volte nella camera. Dice: «Volevo verificare che cosa era accaduto, non ricordo di aver visto nulla in quella stanza oltre il sangue. La dottoressa Ada Satragni aveva parlato di aneurisma, sono andato a vedere se il bimbo avesse battuto la testa contro la testata del letto». Enrietti è contrariato, da quanto ha letto e sentito sulla famiglia Lorenzi, sulle reazioni «definite anche strane a tanto dolore». Spiega: ((Anna Maria Franzoni era angosciata, mi diceva: Alberto fate presto, salvatelo. E poi la storia dell'elicottero, papà e mamma di Samuele non sono saliti perché sarebbe stato pericoloso, l'elicottero era in volo. con un solo pattino a terra. Loro volevano andare in ospedale, dovevo accompagnarli io in auto. Dopo un quarto d'ora dalla partenza dell'elicottero decidemmo di telefonare al 118 e l'operatore rispose che il bimbo era ancora vivo. Così si decise di raggiungere Aosta, ma poi è arrivata lanotizia che Samuele era morto. Andai a cambiarmi lo stesso. Quando sono tornato la Satragni non c'era più, prima di entrare a casa Lorenzi ho incontrato la baby sitter della dottoressa con un bicchiere con alcune gocce da dare a Anna Maria, credo tranquillanti. Poi sono arrivati i carabinieri da Aosta e mi hanno detto di andare a chiamare la Satragni perché volevano sentirla». m ■:;::. li Rìs hai depositato ieri g'i esami sul pigiama e sul Dna. Il sangue che ha macchiato la stanza del delitto è di Samuele. Il pigiama, anche secondo 1 la ricostruzione grafica e animata della càmera matrimoniale dove è stato colpito a morte il bimbo, era indossato al momento dell'omicidio Il professor Francesco Viglino ha fatto 'autopsia. Non ha ancóra consegnato la relazione completa. Il suo esame sulle diciassette ferite di Samuele è fondamentale per poter scoprire l'oggetto usato dall'assassino per colpire II bambino. Sono ferite provocate da uno stesso oggetto ma usato in modo differente, ségno che è stato ruotato nella mano dell'omicida Massimo Picozzi, criminologo, ha consegnato ia relazione sul profilo psicologico del killer. L'assassino ha agito in un raptus di follia. Con lucidità ha poi eliminato l'arma del delitto trascurando però il pigiama macchiato di sangue. Una kuriosa circostanza. Lo ha fatto iapposta, oppure è stato i disturbato? Ó, ancora, aveva un ; complice che si è preoccupato i soltanto di far sparire r«arma»?

Luoghi citati: Aosta, Chatillon, Cogne, Parma, Valle D'aosta