Greenspan non frena Wall Street «La ripresa c'è, però sarà lenta» di Maurizio Molinari

Greenspan non frena Wall Street «La ripresa c'è, però sarà lenta» PER IL BANCHIERE CENTRALE AMERICANO IL CASO ENRON CONFERMA «LE NUOVE VULNERABILITÀ' DELL'ECONOMIA». BENE LE BORSE EUROPEE Greenspan non frena Wall Street «La ripresa c'è, però sarà lenta» Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK ^ La locomotiva americana toma a viaggiare ma la ripresa sarà lenta e dipenderà soprattutto dagli investimenti delle aziende mentre 0 crollo della Enron fa trapelare la vulnerabilità dell'intero sistema economico. E' questo il messaggio che il presidente della Federa Reserve, Alan Greenspan, ha portato alla commissione Finanze della Camera dei Rappresentanti di Washington, lasciando intendere agli analisti che per i prossimi mesi non si prevedono interventi per far aumentare i tassi di interesse in vigore. Buona la reazione delle borse europee, male invece Wall Street. Milano K3,490Zo il Mib 30) la piazza migliore d'Europa, seguita da Madrid 1+3,24), Parigi (-1- l,930Zo) e Francoforte ( +1,30Zo). A Wall Street, invece, il Dow Jones si è fermato a -l-0,120Zo e il Nasdaq ha perso lo 0,840Zo. «L'economia degli Stati Uniti è oramai prossima a raggiungere un punto di svolta» ha annunciato Greenspan nel suo messaggio, spiegando che il peggio sembra essere dietro le spalle perché «i fattori che hanno contratto l'economia nell'anno passato stanno cominciando a diminuire». La ripresa è dietro l'angolo e per il 2002 la previsione di crescita da parte dei 17 componenti dell'Open Market Committee si attesta fra il 2,5 ed il 3 per cento - rispetto all'I, I dello scorso anno - ma a differenza di quanto avvenuto in passato «questa volta tutto avverrà più lentamente». Non siamo alla vigilia di un nuovo boom. La locomotiva Usa toma ad andare avanti ma non a correre. La prudenza di Greenspan nasce dalla previsione sull'aumento dei consumi nel primo trimestre, definito «moderato» a causa del fatto che nei momenti difficili molti americani hanno preso dei prestiti che ora devono restituire. Le confer- me sulla spesa che «sta avanzando» e il settore auto che «si sta riprendendo in maniera sorprendente» sono comunque di buon augurio. Cruciale per la ripresa saranno gli investimenti da parte delle aziende. Greenspan individua i settori di possibile traino in computer, semiconduttori e tecnologia in genere. «Gli investimenti riprenderanno - spiega - ma saranno meno frenetici di quelli a cui abbiamo assistito nel 1999 e nel 2000, le aziende investiranno di più solo se l'economia mostrerà segni chiari di ripresa». Ovvero: le aziende faranno il primo passo ma poi molto dipenderà dai consumatori, che dovranno tornare a fare acquisti. Si tratta di un processo «lento, graduale» ha più volte ripetuto il «maestro» della Federai Reserve, che ha colto l'occasione per sottolineare gli elementi di preoccupazione per l'economia derivati dall'improvviso collasso del gigante petrolifero texano della Enron, oberato da debi- ti che erano stati occultati dai bilanci pubblici. «Quanto avvenuto conferma le nuove vulnerabilità dell' economia» ha detto Greenspan, indicando in particolare il fatto che la solidità di un'azienda si basa soprattutto sulla capitalizzazione di Borsa e su «criteri virtuali» che possono non riflettere quello che è il suo patrimonio reale. «Un'azienda è intrensicamente fragile se il suo valore emana più da concetti che non da proprietà fisiche» sono state le parole di Greenspan, secondo cui «la rapidità del crollo della Enron» chiama in causa il fatto di considerare ((fiducia e reputazione più importante di una fabbrica». Positivo invece il giudizio sulla reazione dei mercati al caso Enron, perché non si sono fatti prendere dal panico: «Questo ci incoraggia a contare sulla disciplina della forza del mercato anche in futuro». Il discorso di fronte alla Camera è stato salutato con un rialzo da Wall Street, dove poi però si è salvato solo il Dow Jones. «Quello che abbiamo capito è che al momento i banchieri centrali non hanno alcuna ragione che li obblighi a tornare ad alzare i tassi di interesse per i prossimi mesi» ha commentato Steve Slifer, capo economista della banca d'affari Lehman Brothers di New York. Negli ambienti del Congresso il messaggio di Greenspan è stata l'occasione per il moltiplicarsi delle indiscrezioni sull'ipotesi di una sua decisione di lasciare la Federai Reserve una volta che la ripresa sarà avviata. Fra i nomi dei possibili successori spiccano quelli di John Taylor, sottosegretario al Tesoro per gli Affari intemazionali, e Lawrence Lindsey, consigMere economico di Bush. Fra i candidati di punta dei democratici vi sono invece Lawrence Summers, ex ministro del Tesoro dell'Amministrazione Clinton, e Roger Ferguson, cinquantenne attuale vice di Greenspan. 1,2 COME CRESCE IL PRODOTTO INTERNO LORDO 2001 Fonte: Servizio Studi Bnl Alan Greenspan, presidente della Federai Reserve

Luoghi citati: Europa, Francoforte, Madrid, Milano, New York, Parigi, Stati Uniti, Usa, Washington