«Contro il Male la diplomazia prima di una guerra» di Maurizio Molinari
«Contro il Male la diplomazia prima di una guerra» «Contro il Male la diplomazia prima di una guerra» Bush più moderato a Tokyo rasserena il clima con Koizumi: oggi la tappa di Seu Maurizio Molinari corrispondente da NEW YORK «Contro Iraq, Iran e Corea del Nord nessuna opzione è esclusa, ma la nostra intenzione è di risolvere i problemi pacificamente». Così il presidente americano, George Bush, ha rilanciato da Tokyo la campagna contro i Paesi dell'Asse- del Male, tentando al tempo stesso di rassicurare gli alleati sul fatto che per ora le armi adoperate saranno quelle della diplomazia e della politica. Incontrando il premier giapponese, Junichiro Koizumi, Bush ha sottolineato la necessità di «cogliere il momento» per impedire che le organizzazioni terroriste formino «un'alleanza mortale» con Iran, Iraq e Corea del Nord, ovvero gli «Stati canaglia» che «sviluppano armi di distruzione di massa e ospitano e intrattengono rapporti con gruppi terroristi».. Disarmare l'Asse del Male è un obiettivo sul quale Bush non accetta compromessi: «E' mio dovere difendere l'America e il popolo americano, il nostro impegno non si ferma in Afghanistan, la Storia ci ha dato un'opportunità unica di difendere la libertà e noi coglieremo l'opportunità di farlo». «Alcuni sollevano obiezioni per la nostra determinazione contro l'Asse del Male - gli ha fatto eco il vicepresidente Dick Cheney salutando i marines alla Miramar Air Station in California - ma gli americani si sono sentiti rassicurati dalle parole del presidente». Tuttavia Bush, indicando a Koizumi la strada da seguire, tiene presente i timori di alcuni alleati e dice: «Comprendo che cosa sta avvenendo sulla scena internazionale e che cosa viene detto da certi leader, ma noi vogliamo risolvere la questione con mezzi pacifici». E' l'annuncio di un'offensiva politica, anticipata da Condoleezza Rice, consigliere per la sicurezza nazionale: a Baghdad verrà chiesto di accettare gli ispettori Onu, a Pyongyang di cessare di essere un «bazaar di missili», a Teheran di rompere i rapporti con le organizzazioni terroristiche in Medio Oriente. La minaccia di azioni militari è sul tavolo ma, per ora, resta in secondo piano. «Non è questo il momento di avere un mancamento», dice il Segretario di Stato, Colin Powell, polemizzando a distanza con le critiche del collega francese Hubert Védrine. L'America non ha fretta di iniziare una nuova guerra, ma resta deter- minata a impedire con ogni mezzo che armi chimiche, biologiche o nucleari cadano in mano ai terroristi. Il premier nipponico si mostra soddisfatto, fa rientrare le obiezioni polemiche dei giorni scorsi sulla Corea del Nord, assicura che il sostegno alla guerra al tenorismo continuerà e dice di aver trovato Bush «molto calmo e cauto rispetto a Iran, Iraq e Nord Corea». I due leader sono poi andati assieme ad assistere a una dimostrazione di «Yabusame» (l'antico rito del tiro con l'arco da un cavallo al galoppo) e al termine Koizu¬ mi ha regalato all'ospite la caricatura di un samurai con l'occhio fisso sul bersaglio. Bush ha gradito, commentanto: «E' proprio la lotta contro il Male». Il presidente americano ha ricambiato la mano tesa di Koizumi con una dichiarazione di fiducia nelle riforme economiche da lui intraprese per scongiurare l'incubo della bancarotta per la seconda economia del Pianeta: «Ho piena fiducia sulla possibilità di ripresa, la vostra crescita aiuterà il mondo». Ma nello slancio di ottimismo sui conti del Giappone Bush è scivolato su una gaffe, quando ha detto ai giornalisti che Koizumi gli aveva appena illustrato i «piani per la svalutazione» (anziché «deflazione»). Lo yen ne ha risentito subito ed è cominciato a scendere sui mercati valutari fino alla diffusione di un'imbarazzata smentita ufficiale da parte di entrambi i leader. «C'è stata un'incompresione, cose che accadono», si è scusato un portavoce della Casa Bianca. Questa mattina Bush interverrà su economia e terrorismo di fronte alla Dieta di Tokyo prima di decollare alla volta di Seul, la tappa più delicata per quanto riguarda la sicurezza. I partiti dell'opposizione e i movimenti pacifisti sono infatti mobilitati in forze in più città contro la visita, contestando la politica Usa nei confronti di Pyongyang perché «boicotta la riconciliazione nazionale». Un anticipo di guerriglia urbana si é avuto ieri, quando un gruppo di manifestanti ha occupato per tre ore con un blitz la sede della Camera di Commercio americana a Seul, gridando slogan contro «Bush l'assassino» e «Bush il guerrafondaio» e innanzando cartelli in cui il capo della Casa Bianca era paragonato ad una scimmia. Il primo ricorso sarà alle armi pacifiche della politica contro gli «Stati canaglia» Il premier nipponico: «L'ho trovato molto calmo su Iran, Iraq e Nord Corea» Una gaffe «ferisce» lo yen Un Bush-samurai che scocca una freccia: è questo il dono, opera del celebre caricaturista Shoji Yamafuji, offerto da Junichiro Koizumi all'ospite americano
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