Casini: nomine Rai dopo il conflitto d'interessi di Antonella Rampino

Casini: nomine Rai dopo il conflitto d'interessi Casini: nomine Rai dopo il conflitto d'interessi Ciampi insiste sul pluralismo: quel che avevo da dire l'ho già detto Antonella Rampino ROMA Mentre a viale Mazzini i consiglieri d'amministrazione uscenti finiscono di inscatolare gli effetti personali, non accenna a calare la tensione sulle nuove nomine. L'opposizione chiede per bocca di Piero Fassino un presidente di garanzia, Gavino Angius precisa che «non può essere Carlo Rossella perché è un dipendente Mediaset», Francesco Rutelli esige che «chi ha vinto le elezioni non si prenda tutto». Mentre si apre una settimana cruciale, e Vittorio Emiliani tiene l'interim della presidenza Zaccaria, ancora non è chiara la composizione del Cda. Umberto Bossi ieri era su tutte le furie, «Berlusconi è paziente, io molto meno: dovremmo fare anche noi come questi democratici di comunisti che quando si presero la Rai fecero scomparire la Lega dalle trasmissioni». Dopo le polemiche della scorsa settimana e lo stop a Rossella presidente e Agostino Sacca direttore generale comunicato da Pierferdinando Casini a Marcello Pera previa telefonata di Gianfranco Fini, non è ancora stato fissato un nuovo incontro tra i presidenti delle Camere, anche se sembra ormai prevalere l'idea, espressa ieri con chiarezza da Casini, che le nomine seguiranno di poco il voto in Commissione sul conflitto d'interessi, previsto per giovedì. E ieri, un soffio di polemica è salito fino al Colle. Perché il' professor Giovanni Sartori, in un editoriale sul Corriere della Sera, ha spronato il presidente della Repubblica ad usare di nuovo la propria maral suasion in materia di lottizzazione Rai, come già a Genova dove Ciampi esortò al «plurali- smo dell'informazione». Presidente si sente tirato per la giacchetta?, hanno chiesto i giornalisti al Capo dello Stato. E Ciampi ha risposto: «Quello che volevo dire l'ho già detto a Genova, e poi c'è stata la precisazione del Quirinale mercoledì. Qualsiasi altra interpretazione del mio pensiero in questa materia non è altro che una interpretazione personale e soggettiva di chi la fa». Sartori però ha tenuto il punto: «Mi pare che una cosa sia il pluralismo dell'informazione, un'altra avere un presidente della Rai espressione della maggioranza di governo». Come è accusato di voler fare Silvio Berlusconi, il quale ieri sera è intervenuto sulla faccenda. Prima affidandosi a una nota ufficiale del proprio portavoce Paolo Bonaiuti, poi parlando personalmente in un'occasione pubblica in cui si è intrattenuto a colloquio con Ciampi e proprio con Pera e Casini: «Non ho interferito e non interferirò sulle nomine Rai, non me ne sto proprio occupando». Ma ieri pomeriggio a Montecitorio, nella Sala della Regina che aveva visto gli scontri tra centrodestra e centrosini- stra per le riforme istituzionali, c'era la presentazione del libro Viaggio in Italia del Ragioniere dello Stato Andrea Monorchio e del consigliere parlamentare Luigi Tivelli. Attesi Pierferdinando Casini, Francesco Rutelli e Gianfranco Fini. Il presidente di Alleanza Nazionale ha disdetto all'ul¬ timo minuto, per un contemporaneo impegno: era a Via Teulada. E da lì, a domanda di Bruno Vespa rispondeva: «Nomine Rai prestissimo, anche prima del varo della legge sul conflitto d'interessi». Due minuti, e i pezzetti di carta con la notizia riportata dalla agenzie hanno fatto il giro della Sala della Regina. Il presidente della Camera era pungolato da Francesco Rutelli. Il leader dell'Ulivo ha ricordato che «il centrosinistra è disposto a fare le riforme istituzionali assieme alla maggioranza». Però «la maggioranza non deve impadronirsi della Rai, chi ha vinto le elezioni non deve pensare di avere il diritto di porre un'ipoteca sui poteri dello Stato e sui capisaldi della democrazia». Però «c'è in pendenza un conflitto di interessi, il presidente del Consiglio ha la diretta proprietà di metà del siste¬ ma dell'informazione, e l'emendamento all'articolo 3 del progetto Frattini sul conflitto di interessi può solo peggiorare la situazione». Pier Ferdinando Casini per tutta risposta puntualizza: «Io non voglio entrare nel merito della legge sul conflitto di interesse. Tuttavia considero un'occasione perduta non aver varato la legge che raccolse consensi quasi unanimi sul finire della scorsa legislatura. Valuteremo le nomine che dobbiamo fare anche in conseguenza del voto sul conflitto d'interesse». Tradotto dal linguaggio della terza carica dello Stato: le nomine arriveranno dopo che la commissione Affari istituzionali avrà esaminato, giovedì prossimo, il disegno di legge Frattini sul conflitto d'interesse. Un disegno al quale comunque Casini non dà il proprio pieno gradimento. La scelta della cinquina potrebbe arrivare a metà settimana Alleanza nazionale insiste: «Bisogna fare in fretta» Rutelli: siamo pronti a fare insieme le modifiche istituzionali ma la maggioranza non si deve impadronire dell'azienda di viale Mazzini

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