Terremoto in Friuli Ritorna la paura

Terremoto in Friuli Ritorna la paura LE SCOSSE PIÙ' FORTI DAL DISASTRO DEL 76: POCHI DANNI Terremoto in Friuli Ritorna la paura UDINE In Friuli la ricostruzione dopo il '76; con criteri antisismici, ha superato brillantemente il test di ieri. Sono state otto le scosse di terremoto registrate ieri mattina in Friuli-Venezia Giulia: la più forte, la terza, di magnitudo 4,9 della scala Richter è stata avvertita alle 4,23 ed è durata qualche secondo. È stata sentita, oltre che in Friuli, in Austria e in Slovenia. E non sono stati registrati danni, o feriti. Le scosse si sono susseguite fino alle 7,22 ma erano tutte «di valore strumentale», riferiscono dalla sala operativa della Protezione civile di Palmanova, e pertanto non sempre percepibili dalla popolazione. Gli epicentri, registrati dagli strumenti localizzati in Gamia, si trovavano a una decina di chilometri dal monte Amariana, non lontano dall'epicentro del sisma del '76. Quello della scossa più forte, alle 4,23, era sul monte Sèmia, poco a nord del monte Amariana e sul confine tra i comuni di Amaro e Moggio Udinese. In linea d'aria Udine si trova a 35 chilometri e Tolmezzo, che ebbe morti e gravi danni nel '76, è molto vicina. La Protezione civile ha ricevuto migliaia di telefonate di gente spaventata che voleva conoscere l'intensità del sisma, il più forte dopo il disastro di 26 anni fa. In pochi minuti molte squadre di volontari sono uscite in perlustrazione per verificare che non vi fossero danni nei centri abitati. Le strutture degli edifici hanno risposto bene alle sollecitazioni: è caduto solo qualche intonaco. I tecnici della Protezione óivile han¬ no sorvolato in elicottero la zona del terremoto per verificare che sul territorio non si fossero verificati frane e smottamenti. Esito ancora, e per fortuna, negativo. I comuni interessati dal sisma sono stati quattro: oltre ad Amaro e Moggio Udinese, anche Tolmezzo e Atta Terme. «Difficile dire se potrà verificarsi una scossa più forte, probabilmente ci sarà uno sciame di aggiustamento di magnitudo minore», spiega il direttore del Crs (Centro ricerche sismologiche) di Udine, Alberto Michelim. Quello di ieri non è stato comunque un grande terremoto, dice Michelini, fl Friuli era preparato ad assorbirne l'impatto. La scossa più fòrte del devastante sisma abbattutosi sulla regione nel maggio '76, ricorda il sismologo, aveva una magnitudo di 6,4. «In termini di energia elastica sprigionata - spiega - tra la magnitudo 4 e 5 c'è un grande divario, un solo punto di differenza significa qualcosa come un ammontare di energia trenta volte maggiore. Quindi gli 1,5 punti in più del terremoto del '76 sono traducibili in energia elastica liberata superiore di 50 volte a quella del sisma di oggi». Tutto ha funzionato bene, quindi, sia l'efficienza del sistema di allertamento sia la funzionalità della sala operativa di Palmanova, vicino a Udine, attiva 24 ore su 24. Un bilancio positivo sottolineato dall'assessore regionale alla Protezione civile, Ciani, e dal direttore della Protezione civile del Friuli-Venezia Giulia, Berlasso. La sala di Palmanova è collegata con l'Osservatorio geofisico e la rete di rilevamento nazionale. Ip. poi.]

Persone citate: Alberto Michelim, Ciani, Michelini, Richter