L'amore e il Bene

L'amore e il Bene L'EROS E LA TRAGEDIA DELLA SEDUZIONE: PER SAN VALENTINO MONOLOGO DELL'ARTISTA SULL'«OSCENA» SCHERMAGLIA DELL'INNAMORAMENTO L'amore e il Bene Carmelo Bene (Mugolìi, gemiti, frasi sconnesse e urli d'amplesso) Tp RISTO, tristo, nevvero, codesto mitologico A dettato sulla miseria della scontenta irrequietudine dell'amore. Groddeck precisa essere la copula un surrogato della masturbazione, e non viceversa. E altrove, cito come a memoria, che cos'è un piacere se non un eccitamento del senso di potenza attraverso un ostacolo che in tal modo lo fa gonfiare? Dunque ogni piacere contiene anche dolore. Schopenhauer è solare quando afferma che il sospirare degli innamorati altro non è che il sospiro della specie, il vagito della specie. Gli amanti, giovanissimi e decrepiti, inghirlandano le mani intrecciate, stupidissimamente fissandosi nelle finestrelle chiuse degli occhi e sofferenti, smaniosi, paiono lamentarsi d'esser loro quei due nel chissà dove. Ed emettono suoni che se fossero in sé non ascriverebbero senz'altro alla propria fonatoria emissione. Macché! Posseduti e stregati da una sorta di arrogante dualità irresponsabile, non indagano a fondo sulla qualità timbrica e tanto meno sulla estraneità di quelle voci, di fuori, appunto, che certamente non possono davvero appartenere al nulla in fregola che reclama - è assurdo! - la sua urgenza d'essere messo al mondo. Questi vagiti, suoni, sono del «via col vento» e basta di quei due che già in anticipo soffrono il marcio della procreazione cui sono condannati: doglie del parto e stohde e strazianti astanterie paterne nelle cliniche. Gaude il tertio che è no. E non è davvero il buon Dio che certamente non se la sente di esistere apposta per questo, per combinare scappatelle abortite, indaffarato semmai a rigenerare se stesso da se stesso in quella sua eternità del fuori tema. Poveri, poveri, poveri innamorati. Subiscono la sorte dei due termini nella proposizione grammaticale: congiunti da dna copula, rovesciando questa proposizione nella vita vissuta. Ogni maschio in amore a ben pensarci meriterebbe la castrazione inflitta ad Abelardo ridimensionato dal suo furore Unguistico, a canzonettista erotico, da medieval modista a Farinelli. Leggiamo un breve passo de 'l mal de'fiori, il poema che mi ha scritto l'altr'anno. Una pagina in cui il corpo affaticato dalla copula se ne lamenta: Nella frenesia dell'amplesso sciagurato, è il corpo e solo il corpo ad accusare lo stress d'ogni frequentazione amorosa. Ahi, l'amore, l'amore facchino è costante refrain ne 'l mal de'fiori. E' il corpo che, potendo, chiederebbe soltanto d'essere disindividuato. Invocherebbe una tregua all'erotomane frequentazione ignara dal momento che noi siamo e non abbiamo un corpo anch'esso vittima del linguaggio, questo corpo non è strumento neutro, è un oggetto balocco del pensiero, è un insaccato di nervi ed ossa, di muscoli e di carne, carne senza concetto, appunto, privo di volontà come di voglie, sensazioni, gusto, visione, udito, olfatto. E' in balia del nevrasse che lo assenze, animandolo a proprio talentacelo e dispiacere, tristi prerogative della mente che guarda caso, nel suo inconscio, in fondo ad altro non ambisce che a smentirsi, farsi corpo cadavere, regredire all'inorganico, a una pietra, a quel non essere mai stata, nostalgia delle cose che non sono. E l'abbraccio, l'abbraccio degli amanti, non evidenzia forse il modo e il mezzo di evitare un visu a visu? Intollerabile: Nell'equivoco erotico, siccome nel delitto il più perfetto, si copula e si uccide soprattutto perché si sappia. Se no equivarrebbe alla recita di due attori senza pubblico: Questa tanto piacevole sensazione si converte via via in una giaculatoria da incubo: sono al sicuro, sono al sicuro, sono al sicuro, oh sì, a meno che... a meno che non sia così cretino da farmi io stesso completa confessione. E di fatti lo grida ai quattro venti. Se non esisti sei autore responsabile di un bel niente, e tuttavia sei condannalo a dirlo questo niente. E' così che attorno a un crimine si apre sempre una affollatissima asta di candidature estranee al fatto, di gente già pentita di non averlo commesso. Si uccide appunto per poterlo raccontare. Al di là di ogni principio di piacere, l'assassino cede comunque alla tentazione dell'asino: recitare da asino, per essere attendibile come assassino. Un delitto inconfessato è un delitto mai accaduto. Il geniale e cretino perverso fa di tutto perché lo si sospetti. La sua vanità ha requie solo una volta per tutte se riconosciuto, a costo della galera e del patibolo. Ah! non volerti, misera, non deve specchiarsi in te la povertà dell'amore, Friedrich Hòlderlin. «Gli amanti, giovanissimi e decrepiti, inghirlandano le mani intrecciate stupidissimamente fissandosi nelle finestrelle chiuse degli occhi e, sofferenti, paiono lamentarsi d'esser loro quei due persi nel chissà dove» «Poveri, poveri, poveri innamorati. Ogni maschio, a ben pensarci, meriterebbe la castrazione inflitta ad Abelardo ridimensionato dal suo furore linguistico a canzonettista erotico da medieval modista a Farinelli» ^^ Anzi ch'è fotta 'I cordelcorp me 'I dice WW ahi! me fa male! mal st'ereticazzamor.ch'heros vu' dite de 'mmassar a che prò s'istessi semper vo' du 'sassin de novo ve ristate spectacuto deforme accominciar l'etern tristo'rotico che m'envolvestracc fa me viver sta mor Il cor m'I dise 'nzogno der tremoto che me scerpa tra un momentin o dò la sera strizza stacarndeporc sudada 'n la stasir Ahi ahi ve 'mploro dice'lcorme'scoltate E! paradiso è star MA comme se fusse no ^^ ^^ Bracciaperte 'n la croce addùa innervata ww in coesa ruina eros vinghia inimica carne 'n la febbre issima L'abbraccio indù'n che tremulo bronzo è fuso siccome 'n cera molle di sagoma ch'è una Visawiso solo inviso è l'amor d'amor irriso in franto specchio 'stretto a no vedersi ' got 'a ganascia stagna ch'è redina' 'stringe amor a evitarsi 'n visawiso che non più mai si sdua 'Stringe a nientar i 'nnamorati vólti vòlti a si star sconoscersi scordar che s'era inprima ne la distanza breve di due passi È 'I sogno che vanisce negli amanti da gli amici acclamati ne' convegni d'amor che fai stasera? - Niente ti chiamo ci vediamo troppo sedi lontano certo dove vuoi gli occhi chiusi ci vediamo a più non esserci A A com'era prima quando noi non s'era^^ ^^ Ruotano inverse stupide su 'I ghiaccio ww ai bordi de'morosile figure d'erosfoia 'mbestiate a pena schiuse se pur ansanti 'nfuriano a sfogliarsi de l'incomode 'n bello vest 'n ferro Dorsaddorso violetti 'n pò s'ingrugnano in tra se de 'I peccato questo 'I solo non esservi presente un qualche amico fido a testimoniar di loro gesta che l'amore è traruto Ddoie se vonno bene e nisciuno e' 'o dice a nisciuno ( Nun è cosa Cuntento nun si' '99 Carmelo Bene: il suo «Eros» va in onda questa sera su Radio3 Rai Il reo non s'appaga d'aver commesso il fattaccio, ma arrogatasi la pretesa paternità della colpa, reclama il proprio nome in locandina. E sempre, confesso. In un delizioso raccontino di Edgar Allan Poe, il genio della perversità, un impeccabile austero docente di frenologia coincide con l'assassino, autore di un delitto perfetto, meditato per settimane e mesi: sono al sicuro, sono al sicuro, sono al sicuro, si ripete,

Persone citate: Carmelo Bene, Edgar Allan Poe, Farinelli, Friedrich Hòlderlin, Gaude, Groddeck, Schopenhauer