«Il rapporto con la madre non si può riprodurre» di Daniela Daniele

«Il rapporto con la madre non si può riprodurre» «Il rapporto con la madre non si può riprodurre» Bocciatura dello psichiatra Panetti: i feti in scatola non sarebbero in grado di sognare Daniela Daniele ROMA Quale bambino nascerebbe da un feto «in scatola»? Che ne sarebbe della sua vita psichica? A quale mutazione potrebbe andare incontro la vita stessa dell'uomo? «Certo - commenta lo psichiatra Piero Parietti, presidente della Società italiana di medicina psicosomatica - ci troveremmo di fronte a un nuovo essere». Dottor Parietti, si parla di vita segreta del feto. Che cos'è? «Lo psicoanalista Franco For- nari paragonava la vita psichica del feto alla caverna di Platone, dove tutto ciò che si è sperimentato lo si ritrova nella vita al di fuori». Quali sono le esperienze più importanti della creatura in gestazione? «A partire da un certo periodo, il feto incomincia a ottenere una serie infinita di stimoli. Si è visto che la voce della madre, una volta che il piccolo sia nato, viene riconosciuta sempre e comunque, qualsiasi cosa dica, mentre non altrettanto accade con la voce del padre che deve, invece, riprodurre il suono con le parole nello stesso ordine con cui ha parlato al figlio quando era ancora nella pancia». Di che cosa è fatto il mondo psichico del feto? «Di una infinita varietà di rumori. Primi fra tutti, quelli organici della madre, il flusso del sangue, il battito del cuore e, come abbiamo visto, la voce». Il feto è in grado di sognare? «Sembra di sì, come hanno confermato gli studi dello psicoanalista argentino Arnaldo Raskowsky. Si tratterebbe, naturalmente, di un'attività onirica priva di immagini, ma piuttosto fatta di sensazioni, come quella dei ciechi dalla nascita. La risposta a certe stimolazioni, comunque, farebbe ipotizzare una primitiva attività psichica nel feto». E a che cosa servirebbe? «A far sì che il piccolo non venga al mondo completamente sprovvisto di un. bagaglio, sia pur minimo, di conoscenza. E' utile per fargli affrontare la vita». Facendo l'ipotesi che tutto questo non accada, o perlomeno, che avvenga in modo diverso, attra¬ verso una macchina, quali sviluppi si potrebbero prevedere? «Catastrofici, a meno di riuscire a ricreare, in tutto e per tutto, l'utero della madre, con i suoi rumori e i suoi stimoli. Insomma, bisognerebbe riuscire a riprodurre la caverna di Platone». Altrimenti? «Il bambino potrebbe essere proiettato in un mondo terribile e del tutto sconosciuto, completamente senza difese. Non dimentichiamo un fatto: i cuccioli degli animali, per esempio, nascono con capacità fisiche assai più avanzate rispetto a quelle dèlie quali dispone il cucciolo d'uomo che, per i primi mesi e i primi anni di vita, dev'essere accudito con grande attenzione. Immaginiamo se a questo stato di cose, si aggiungesse anche una sorta di tabula rasa sul piano psichico. Non potrebbe strutturarsi un apparato psichico. Nascere sarebbe un incubo». E se la tecnica fosse in grado di riprodurre, esattamente, le sensazioni incontrate nel grembo materno, battito del cuore, flusso del sangue, voce e tutto il resto? «In questo caso, forse, qualche possibilità di non far nascere un handicappato mentale ci sarebbe. Ma l'uomo rinuncerebbe anche alla sua parte ancestrale, quella più antica, quella animale. Cambiar ebbe la sua sessuali-' tà. E poi réfeta un problèma: come potrebbe, la migliore: delle tecniche scientifiche, riprodurre tutto quello che una donna trasmette al suo bambino mentre lo porta in grembo? Come riprodurre l'amore?».

Persone citate: Arnaldo Raskowsky, Franco For, Panetti, Parietti, Piero Parietti, Platone

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