«L'utero artificiale non funzionerà»

«L'utero artificiale non funzionerà» «L'utero artificiale non funzionerà» Gli scienziati scettici sul test condotto negli Usa ROMA Dallo sdegno allo scetticismo. Le reazioni all'idea che la maternità possa essere delegata a un utero artificiale, come quello realizzato negli Usa dall'equipe della Cornell University, non sono certo improntate a entusiasmo. Il ministro della Salute, Girolamo Sirchia, commenta: «Se dovesse diventare una protesi, allora sarebbe accettabile». Ma nel caso la macchina fosse «un sostituto che lavora al di fuori del corpo umano, la cosa mi lascerebbe molto perplesso». Sirchia, da medico, analizza l'esperimento. Se non si trattasse di una prolesi, osserva, «sarebbe difficile immaginare come questo progetto potrebbe essere sviluppato». E aggiunge: «Dobbiamo sempre ricordare che l'embrione può attecchire nella mucosa dell'endometrio ma, perché si sviluppi una placenta, è necessario un circolo materno che porti sangue e nutrimento a questo essere in crescita. Altrimenti i problemi aumentano e assumono un carattere etico». E soprattutto nel campo dell'etica si registrano le critiche. Per monsignor Elio Sgreccia, vicepresidente della Pontificia Accademia per la Vita, si tratta di «un passo sulla strada della disumanizzazione». Il vescovo ritiene che da questo esperimento venga dimostrata la «individualità umana dell'embrione» e continua affermando che si tratta di «un procedimento puramente tecnologico, però fatto a danno di un essere umano». Conclude: «Non occorre tanto sforzo per capire che questo artificio va condannato, anche dalla legge». Sulla stessa linea, don Marco Doldi, l'esperto di bioetica, consultato dal Sir (Servizio Informazione Religiosa). «Bisogna reagire - sostiene - nei confronti di una ricerca che riduce sempre più la persona a pezzi di ricambio e non è capace di leggerne il suo significato spirituale». Doldi critica l'utilizzo degli embrioni e la loro soppressione, necessaria a verificare l'ipotesi di poter stabilire la capacità nutritiva dell'utero artificiale. «C'è da dubitare della bontà e della necessità di una ricerca che chiede tali costi in termini di vite umane» dice Doldi. Alle osservazioni etiche, fanno eco i dubbi degli scienziati. Il protocollo utilizzato per la sperimentazione dell'utero artificiale non autorizza a credere che da questo possa nascere un neonato. Lo sostiene il genetista Bruno Dalla Piccola. «Siamo lontani - dice - dall'aver dimostrato l'efficacia di questo tipo di operazione, anche perché è proprio dopo la prima settimana che avvengono gli eventi più drammatici, quelli che mettono a rischio la gravidanza». «È solo ima curiosità biologica», taglia corto Leonardo Santi, presidente del Centro di biotecnologie avanzate di Genova. «Non si conoscono - spiega - i meccanismi metabolici in queste condizioni e pertanto nessuno potrebbe avere il coraggio di sperare in una gravidanza». C'è, poi, chi va oltre. Ettore Cittadini, uno dei pionieri della fecondazione assistita, sostiene che tutto il dibattito è «un falso problema», anche perché quanto annunciato dai ricercatori Usa «è già stato fatto dieci anni fa in Italia», dall'equipe della Clinica Ostetrica dell'università di Bologna, diretta dal professor Carlo Flamigni. «In quel!' occasione ricorda Cittadini - un embrione riuscì ad attecchire per qualche giorno. Del resto, già oggi siamo in grado di mantenere in vita un embrione fecondato, fino a cinque giorni, prima di reimpiantarlo nell'utero materno». Un monito anche dal presidente della Federazione degli ordini dei medici. «Serve una riflessione - osserva Giuseppe Del Barone -, sugli aspetti futuri della procreazione, che possa dare risposte certe e condivise ai interrogativi di carattere etico suscitati da tecniche che sembrano voler sovvertire le leggi della natura», [d. dan.] Tutte negative le reazioni alla notizia della realizzazione negli Usa dell'utero artificiale

Persone citate: Bruno Dalla Piccola, Carlo Flamigni, Doldi, Elio Sgreccia, Ettore Cittadini, Girolamo Sirchia, Leonardo Santi, Marco Doldi, Sirchia

Luoghi citati: Bologna, Genova, Italia, Roma, Usa