Vita da cavernicolo nel parco di New York

Vita da cavernicolo nel parco di New York CLANDESTINO ALLESTISCE UNA CASA STILE FLINTSTONES Vita da cavernicolo nel parco di New York NEW YORK Un uomo delle caverne vive a New York, sia pure nello stile modernizzante del cartone animato «Gli antenati»: Omar Torres, un emigrante ecuadoregno, ha attrezzato con alcune comodità una grotta naturale di Inwood Hill Park, un parco pubblico all'estremo Nord dell'isola di Manhattan, e in mancanza di una vera casa si è rassegnato ad abitare lì. Il cavernicolo all'ombra dei grattacieli ha 30 anni ed è stato scoperto e fotografato dal «New York Post»: capelli corti, jeans, pochi denti in bocca, il moderno Fred Flintstone campa raccogliendo di giorno lattine usate (da ogni vuoto ricava cinque centesimi) e trascorre la notte in un tunnel di roccia di mica, incassato in una valle naturale del parco. Torres abita nella caverna da circa un mese: la sua presenza era passata finora inosservata, perfino quando, qualche giorno fa, una guida dell'assessorato ai parchi di New York City aveva portato una comitiva di 20 bambini in visita alla sua grotta. L'emigrante aveva accuratamente nascosto ogni traccia della sua presenza: aveva nascosto i calzini sotto un sasso e ripiegato il sacco a pelo sotto una roccia. La radio con cui il povero senzatetto riceve notizie dal mondo era scomparsa, infilata su una sporgenza vicino al soffitto della caverna. «Secoli fa, i pellerossa abitavano qui: per loro la grotta era una specie di motel», aveva spiegato la guida ai ragazzini, mentre Torres (che è immigrato negli Usa sei mesi fa) guardava divertito la scena da poco distante. Nel caso del cavernicolo di New York, la fantasia ha preceduto la realtà: la storia di un senzatetto che vive in un parco pubblico era già approdata l'anno scorso a Hollywood. In «The Caveman's Valentine», Samuel Jackson ha interpretato la parte di un pianista schizofrenico che, anche lui, vive in una caverna e teme, nella sua follia, che il newyorkese grattacielo Chrysler emetta raggi con cui qualcuno cerca di lavargli il cervello. Che «uomini talpa» vivano tra i topi nelle gallerie puzzolenti della metropolitana di New York è una leggenda urbana che circola da anni. Quello che purtroppo è una tragica realtà è il numero crescente di senza-tetto di una città dagli abissali paradossi: nella Grande Mela sono 29 mila 400 gli «homeless», e poco meno della metà di queste persone senza fissa dimora sono bambini o ragazzi. Raggomitolati sui marciapiedi o ammassati in affollati ricoveri, le moltitudini dei senza casa hanno raggiunto quest'anno cifre da primato, soprattutto dopo l'I 1 settembre che ha aggravato una crisi economica già in atto, superando i peggiori livelli dell'ultima recessione. Le persone che dormono all'addiaccio sono la faccia della New York più povera, quella New York che, si diceva, sarebbe dovuta scomparire ai primi Anni 90 con il più lungo boom economico della storia e la promessa della new economy di cancellare le crisi ricorrenti. Il predecessore del sindaco Bloomberg, Rudolph Giuliani, aveva dichiarato una sorta di «guerra» ai barboni, considerati una disgrazia per l'immagine della città, ordinando spietati rastrellamenti nelle strade, ma negli «sbelter», gli ospizi per indigenti, molti homeless non vogliono andare: sono un covo di sporcizia, di delinquenza e di violenze, soprattutto per donne e bambini. Giuliani era riuscito comunque a ridurre il numero dei senzatetto, ma soprattutto perché li aveva indotti in gran numero ad abbandonare New York alla ricerca di luoghi più accoglienti. [Ansa]

Persone citate: Bloomberg, Fred Flintstone, Giuliani, Hill Park, Omar Torres, Rudolph Giuliani, Samuel Jackson, Torres